menu

Simbolo della città è senza dubbio il Taj Mahal, una delle sette meraviglie al mondo: il magnifico edificio marmoreo sorge nel mezzo di un lussureggiante giardino caratterizzato da una bellezza che trascende ogni descrizione. Fu fatto erigere dall’Imperatore Moghul Shahjehan nel 1631 in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta di parto. Per erigere il monumento furono raccolte pietre preziose di ogni tipo, perle e coralli, furono chiamati da tutto il reame 20.000 tra i migliori artigiani, i quali impiegarono 22 anni per completare il capolavoro. 
Altro sito da non perdere è il forte di Akbar, impreziosito da folgoranti intarsi di corniola e lapislazzuli.

Capitale dell’Unione Indiana, è divisa in due città: la Vecchia Delhi, costruita circa 300 anni fa dall’imperatore mughal Shahjahan, e la nuova Delhi che dal 1911 all’indipendenza divenne capitale dell’India britannica sostituendo Calcutta (Kolkata). Anche la capitale ripropone i contrastanti aspetti del Paese, in bilico fra tradizione e modernizzazione. Nuova Delhi, progettata dall’architetto inglese Lutyens, si presenta con spaziosi viali alberati, parchi e giardini, grandiose residenze neoclassiche che ospitano il Parlamento, i ministeri e le ambasciate. La Vecchia Delhi, separata dalla città nuova dal cuore commerciale di Connaught Place, ci riporta al passato con i quartieri abitati ciascuno da una corporazione con il proprio bazar (particolarmente famoso quello degli argentieri, il Chandni Chowk).

Jaipur, “la città rosa”, deve il proprio nome al colore dell’arenaria con cui nel 1727 fu costruita la parte antica della città per volere del maharaja Jai Singh II. Tutte le costruzioni rispettano il medesimo abbinamento cromatico: rosa con persiane dipinte di azzurro. Il Palazzo dei Venti, simbolo di Jaipur, è uno splendido paravento di pietra di cinque piani, con cento nicchie e finestre traforate a nido d’ape per consentire alle donne della famiglia reale di guardare senza essere viste. A circa 10 km dalla città si erge il Forte Amber. Il palazzo-fortezza che è un superbo esempio di architettura rajiput, posto sopra una collina e affacciato sulle acque del lago.

Capitale del Tamil Nadu è una città moderna e gradevole, con sobrie aree residenziali e un’articolata e piacevolissima passeggiata sul lungomare. Sino al 1996 la città era conosciuta col nome di Madras, che nella megalopoli odierna è il nome dello storico quartiere centrale di Chennai. La città, importante centro commerciale ed industriale, vanta un ricco patrimonio culturale ed artistico.
Quarta città indiana dopo Calcutta, Bombay e Delhi, è un importante centro culturale, sede di musei e accademie, dove s’insegnano l’arte teatrale, la musica e la danza; è pure centro d’avanguardia della feconda cinematografia indiana. Qui la Compagnia delle Indie Orientali vi stabilì una delle prime basi per l’imbarco di zucchero e cotone; gli inglesi edificarono l’imponente complesso di Fort St. George, la cittadina ai suoi piedi divenne così Georgetown. Questa oggi è la zona dei bazar (famoso è il mercato dei fiori) e delle agenzie di navigazione.

Nata su verdi isole circondate dalla laguna, è uno tra i più grandi e attivi porti commerciali dell’India. Da non perdere gli antichi palazzi portoghesi, le ville coloniali, la Sinagoga e la più antica chiesa dell’India. Fort Cochin si erge su di una stretta penisola, e rappresenta la parte vecchia della città: Vasco de Gama vi stabilì la prima stazione commerciale portoghese in India e qui venne sepolto nella chiesa di San Francesco. Nel quartiere di Mattancherry, immerso tra botteghe di artigiani e antiquari, sorge la Sinagoga sormontata da una torre settecentesca. Il palazzo reale conserva splendidi affreschi nel caratteristico stile del Kerala.

 A 76 km da Bangkok. Fondata nel 1350, fu per quattro secoli l’antica capitale del Siam. Sorge su un’isola alla confluenza di tre fiumi. I templi di maggior interesse sono: il Wat Mahathat, il maggior monumento della città, il Wat Phra Chao Phanam Choeng (1324), con una grande immagine del Buddha, il Wat Ratburana (1424), il Viharn Phra Mongkol Bopir, con la più grande immagine del Buddha di tutto il Paese, e il Wat Si Sanphet (1424). Interessante il Museo Nazionale che conserva preziosi oggetti artistici di diversi stili.
Moderna metropoli dai mille contrasti, ha avuto uno sviluppo edilizio impressionante pur conservando il fascino dell’antico e dell’Oriente come nei canali del centro, affollati da decine di barche, importanti vie di comunicazione e sedi di un pittoresco mercato galleggiante, o come nel tradizionale quartiere cinese. Contrasti anche nei suoi stili architettonici moderni che convivono con preziosi palazzi coloniali e con centinaia di templi e santuari buddisti. Con la distruzione dell’antica Ayutthaya nel 1767 la residenza reale fu trasferita prima nella città di Thon Buri, situata di fronte a Bangkok sulla riva opposta del fiume, e in seguito, nel 1782, nel quartiere di Chinatown dove tuttora ha sede il Palazzo Reale.
È una cittadina di villeggiatura in spiaggia lungo il Golfo della Tailandia, conosciuta soprattutto dalla gente locale come una destinazione per i fine settimana non molto lontana dalla capitale. Il distretto fu fondato nel 897 e già nel 1914 il suo centro fu spostato a Ban Nong Chok. Dopo la seconda guerra mondiale il governo spostò gli uffici a tambon Cha-Am e cambiò anche il nome del distretto con Cha-Am.
A 695 km da Bangkok. Chiang Mai, il principale centro della regione, sorge sulle rive del fiume Ping. Fondata nel 1296 dal re Rama Kamheng, fu la capitale del primo regno indi pendente di Lan Na. La città nuova racchiude un nucleo antico con un maestoso quadrato di mura e il suo centro è abbellito dalla presenza di decine di templi che risalgono per lo più al 1300 e oggi in gran parte restaurati, come il Wat Phra Sing, uno dei più importanti santuari della città e il Wat Chedi Luang, famoso per i suoi giganteschi chedi (reliquario sormontato da una guglia) in rovina.
Nei dintorni:
Wat Phrathat Doi Suthep, tempio simbolo di Chiang Mai, costruito nel XVI sec. e comprendente due santuari ed un monastero. Su una collina a 12 km dalla città, ha una grande scalinata e i frontoni dei santuari sono superbamente decorati. Si gode una bellissima vista su tutta la valle.
Palazzo Phu Phing.Residenza estiva della famiglia reale thailandese. A circa 20 km da Chiang Mai. Gli edifici del palazzo sono chiusi al pubblico ma nei fine settimana si possono visitare il suo parco e i suoi giardini.
Campo di addestramento degli elefanti.Situato a 56 km da Chiang Mai, verso Nord, alle porte del villaggio di Ta Yaak, qui si possono osservare gli elefanti al lavoro.
Grotte di Chiang Dao. A 70 km da Chiang Mai, sulla strada per Fang, vi sono alcune grotte che custodiscono numerose statue del Buddha. Queste grotte sono oggi meta di pellegrinaggi.
Lamphun. A 26 km da Chiang Mai, sorge sulle rive del fiume Kwang, fondata nel 660 come capitale del regno Mon di Haripunchai. Famosa per il tempio Wat Phrathat Hariphunchai, uno dei maggiori templi del Nord, fondato nel 1044 nel luogo dove sorgeva il palazzo reale. Si trova un gigantesco gong di bronzo fuso, del 1860, e un imponente chedi alto 50 m ricoperto da lamine di rame e sormontato da un ombrello d’oro.
A 180 km da Chiang Mai. Una moderna città base di partenza per i trekking che raggiungono i numerosi villaggi tribali della zona. Si possono visitare i templi oppure fare un giro per il mercato. Interessante il centro culturale Hilltribe Education Centre, che espone artigianato dei popoli di montagna.
Nei dintorni:
Mae Salong, villaggio abitato da cinesi provenienti dallo Yunnan, chiamato anche “Sentikiri” (città della pace). Nei dintorni vi sono diversi villaggi di minoranze Yao e Akha.
Chiang Saen, cittadina sulle rive del fiume Mekong, ex capitale del regno thailandese, fu per anni sede di un’importantissima scuola di fusione del bronzo, fatta radere al suolo dal re Rama I perché non cadesse in mano ai birmani.
Lampang, a 90 km da Chiang Mai. Sorge sulle rive del fiume Wang. Fondata nel VII sec., mantiene caratteristiche architettoniche inusuali. Si possono visitare alcuni templi in stile Lanna e altri birmani.
Nei dintorni della città si trovano i templi del distretto di Kokha, e il Young Elephant Training Centre, una famosa scuola di addestramento per elefanti.
Chiang Saen è una cittadina che si trova all'estremo nord del paese, ai confini con la Birmania ed il Laos, nella zona definita il 'triangolo d'oro'. Fu catturata dai Birmani durante il XVI sec. e saccheggiata nel 1803. Fu lasciata abbandonata come una città fantasma per cento anni e poi ripopolata attorno al 1900. Sono ancora presenti le tracce delle antiche mura doppie e molte altri oggetti antichi dentro e fuori dalla città
Lampang è la terza città più popolata della Thailandia del Nord. Altri suoi nomi tradizionali sono Wiang Lakon and Khelang Nakhon. Il clima è più secco di quelli che caratterizzano le province vicine. Lampang si trova nella valle del fiume Wang, compresa tra le catene dei monti Khun Tan, ad ovest, e dei monti Phi Pan Nam ad est. La città moderna si è sviluppata sulla riva meridionale del fiume, mentre quella antica si trova sulla riva settentrionale. 
Mae Hong Son a 350 km da Chiang Mai vicino al confine Birmano.  Si trova a 400 metri di altitudine ed è bagnata dal fiume Pai, in una valle circondata dai Monti Shan. La città è diventata un importante punto di passaggio per molti turisti, soprattutto quelli che esplorano le bellezze naturali e i villaggi delle varie minoranze etniche presenti nella provincia, nonché gli amanti del trekking. Un'altra attrazione turistica è rappresentata dall'atmosfera cittadina meno congestionata e più rilassata rispetto a quella delle altre città del Paese. Villaggio in una zona collinare coperta da una foresta di Teck, è abitato dalla minoranza Shan e da altre popolazioni di montagna. Si possono visitare i templi e nei dintorni i numerosi villaggi delle minoranze Shan, Lahu, Lisu e Karen. I villaggi Karen sono molto famosi per l’antica tradizione delle loro donne di allungarsi il collo con l’applicazione di anelli aggiunti uno per volta nel corso degli anni (da qui la denominazione di “donne giraffe”) Interessante la grotta Tham Pla e il tempio Wat Phra Non. Durante la stagione fresca, che va da novembre ad aprile, vi sono giornate calde e notti in cui la temperatura scende sensibilmente. La successiva stagione secca va da aprile a giugno e presenta un caldo eccessivo. Durante la stagione delle piogge, le precipitazioni sovrabbondanti rendono difficoltosi gli spostamenti fuori dalle poche strade asfaltate. 
Surat Thani è una città maggiore della Tailandia. Si trova in un territorio pianeggiante lungo la costa orientale della penisola malese ed è attraversata dal fiume Tapi, che sfocia nella baia di Bandon. È 617 km a sud della capitale Bangkok e 361 km a nord del confine con la Malesia. La temperatura massima è di 35°, e si ha ad aprile, durante la stagione secca, con picchi di 40°, mentre la minima è di 21°, e si registra a gennaio e febbraio, nella stagione fresca.
Udon Thani è un gruppo regionale situato nella parte nord orientale della Tailandia. Si estende per 11.730 km² e ha 1.541.859 abitanti. La zona fu abitata fin dall'età neolitica, come è testimoniato dal sito archeologico di Ban Chiang.
In questa piana, nel centro del Paese, nacque e fiorì la civiltà birmana. Dal 1044, anno in cui il re Anawrahta salì sul trono di Pagan, al 1287, quando Kublai Khan invase e distrusse la città, furono costruiti oltre 13.000 monumenti. Pagan, secondo molti punti di vista, è la città religiosa più straordinaria del mondo. Ogni più piccolo spazio è fittamente ricoperto di pagode di ogni forma e misura, e il terreno è talmente popolato dei resti in rovina di reliquari scomparsi che, secondo la voce popolare, non si può muovere un passo o una mano senza sfiorare qualcosa di sacro. Forse in nessun altro luogo si può godere uno spettacolo altrettanto impressionante: innumerevoli pagode di mattoni rossi, e di tanto in tanto una guglia bianca che punta verso il cielo, sulla polverosa riva destra del più grande fiume birmano. La Pagoda Shwezigon conserva una reliquia del Buddha. Tra i templi i più importanti sono quelli di Ananda e di Thatbyinnyu.

Mandalay, la capitale dell’Alta Birmania, è una città giovane. Qui c’è l’indistruttibile collina di Mandalay, coi suoi chilometri di scalinate coperte e le sue straordinarie pagode. Ai suoi piedi il Palazzo reale completamente distrutto, la “Città d’Oro” del re Mindon. Nel centro della città, c’è l’affascinante Mercato di Zegyo, centro di tutti i commerci dell’Alta Birmania, affollato, alla sera, di una miriade di birmani nei loro tradizionali costumi colorati, che offrono ogni genere di merci di contrabbando. Ci sono gli ottimi artigiani, che lavorano alle loro meraviglie di tradizione centenaria, d’oro, d’argento e di marmo, con scalpello, filo e telaio. E c’è l’Irrawaddy con le sue banchine affollate di barche cariche di riso. A poca distanza da Mandalay sorgono tre antiche città, Amarapura, Ava e Sagaing, che fra il XIV e il XIX sec. furono le capitali del potente regno dell’Alta Birmania. Da non perdere fuori della città il monastero Mahagandayon dove vivono più di 700 monaci.

È attualmente il capoluogo dell'omonima Regione di Yangon. Per lungo tempo è stata conosciuta come Rangoon, anglicizzazione del nome locale (talvolta scritto in italiano Rangun). La città è situata alla convergenza dei fiumi di Bago e di Yangon ed è a circa 30 chilometri dal golfo di Martaban. 
La città in via di sviluppo è circondata su tre lati dall’acqua. Il Tempio d’Oro Shwedagon, la cui stupa a forma di campana scintilla per i suoi rivestimenti d’oro si trova tra incantevoli laghi artificiali creati dagli inglesi. Ma l’enorme pagoda è ben lungi dall’esaurire tutto ciò che val la pena di vedere nella capitale. Chi riuscirà a guardare oltre lo sfacelo degli edifici coloniali di Rangoon (sembra che poco o quasi nulla sia stato restaurato, o anche solo riverniciato da quando gli inglesi se ne andarono nel 1948) scoprirà il fascino di una città cosmopolita del XX sec., con tranquilli viali alberati a tre corsie e una popolazione cordiale e allegra.
Manila, capitale delle Filippine, è situata sulla costa est della baia di Manila sulla più grande delle isole delle Filippine, Luzón. Manila nacque nel XVI sec. da una colonia musulmana chiamata May Nilad sulle rive del fiume Pasig nella sede del governo coloniale spagnolo che controllò le Filippine per 333 anni. Da non perdere il centro storico risalente al XVI sec., racchiuso da mura fortificate. (vd. escursioni da Manila).
Situata sulla costa orientale della penisola, è una città molto  tranquilla dove nacquero le più magiche creazioni dell’artigianato e della tradizione culturale malese: gli aquiloni giganti, la filatura su rocchetti speciali e il teatrino delle ombre, magistralmente eseguiti dalle abili mani degli artisti locali.Ci si può immergere nei numerosi e vivaci mercati all’aperto dove trovare piccoli capolavori d’argenteria e tessuti “batik” meravigliosamente lavorati a mano, celebri per i disegni intricati e suggestivi.
Kota Kinabalu (ca.509.000 abitanti) è la capitale dello stato di Sabah, nel Borneo Malese. Prende il nome dall’omonimo monte che fa parte della catena montuosa che separa la costa nord-occidentale del Borneo da quella Orientale. E’ una città che si affaccia sul Mar Cinese Meridionale, dalla vivace vita sociale, ed è un ottimo punto di accesso per visitare il Parco Nazionale di Kinabalu. 

Capitale della Malesia, città moderna e dinamica, in cui grazia e sapore del vecchio mondo resistono tra grattacieli in vetro e acciaio ed edifici in stile moresco. Lo shopping, in questa città cosmopolita, richiede una notevole dote di tempo da spendere nei numerosi centri commerciali. Per le occasioni si può passeggiare al Central Market, al Karyaneka Handcraft Centre e nella bizzarra Petaling Street. Una raffinata architettura caratterizza il Palazzo del Sultano Abdul Samad, la stazione ferroviaria, il Centro Dayabumi, il Royal Selangor Club, ma soprattutto il Loke Artiquariam, che espone una formidabile collezione di opere d’arte. Tra le attrattive all’aperto si possono visitare le Grotte di Batu, spettacolare formazione calcarea che ospita alcuni santuari Indù; il Parco Agricolo dello Scià Alam, insediamento agroforestale con una flora varia e rigogliosa, e, ancora, il lago Gardens, con i suoi ettari di splendida vegetazione tra giardini traboccanti di fiori multicolori.

 Capitale del Sarawak è ricca di svariate attrazioni. Luoghi di interesse sono l’Istana, il Forte Margherita,  la Moschea Nazionale e i templi di Tua Pek, Kong e Hong.

Capitale dello Sri Lanka fino al 1978, Colombo rimane ancora oggi la città più importante del Paese, sia dal punto di vista economico sia commerciale. Grazie alla strategica posizione sulla costa occidentale dell'isola, Colombo possiede uno dei porti più attivi dell'Oceano Indiano, attraverso il quale transita una fetta consistente dei prodotti esportati. Attorno alla baia si trovano i due principali quartieri, quello commerciale, denominato Fort, e quello indigeno, Pettah. Con i suoi oltre 600mila abitanti Colombo è anche la città più popolosa del Paese, mentre la capitale è Sri Jayawardenapura Kotte.

Costruita laddove un tempo sorgeva la città di Dai La, sulla riva destra del Song Hong (Fiume Rosso), è capitale del Vietnam unificato. Quando, nel 1882, cadde in mano francese, subì una notevole trasformazione e modernizzazione. Pur avendo subito una notevole modernizzazione, l’anima della vecchia città di Thang Long è ancora viva nel centro storico che risale al XV sec., quando era nota come città di 36 vie e corporazioni. Ancora oggi le vie portano i nomi degli articoli ivi venduti. Da non perdere: il tempio della letteratura, il mausoleo di Ho Chi Minh, quartieri coloniali.

Hong Kong si divide nelle due principali aree: l’omonima isola e Kowloon dove si concentra la gran parte degli alberghi, su ambedue i lati di Nathan Road, detta il “Miglio d’Oro” per i suoi negozi e locali notturni. Nell’isola di Hong Kong si trova invece il Victoria Peak, a 554 m da dove si gode una vista panoramica a 360°. Le altre zone da vedere: Aberdeen, una fiorente cittadina nota soprattutto per i suoi magnifici ristoranti galleggianti; Repulse bay che vanta una delle più popolari e accessibili spiagge attrezzate di Hong Kong; Stanley, un animato mercato all’aperto.
Attuale capitale del Nepal, fu fondata attorno al 300 d.C.Da non perdere: Durbar Square, il Palazzo Reale e per lo shopping il quartiere di Thamel. Nei dintornidavisitare:Bodhnath, il più grande stupa di tutto il Nepal, s’innalza con la sua mole poderosa e austera sottolineata dalla profondità degli occhi del Buddha dipinti sui quattro lati della torre quadrangolare. I dintorni del tempio sono costellati di case, botteghe e monasteri abitati da monaci tibetani; Swayambunath, altro importante stupa della valle di Kathmandu, è uno dei luoghi più importanti del culto buddista in Nepal. Situato sulla cima di una verde collina, domina Kathmandu,Pashupatinath, il più sacro dei templi nepalesi dedicati a Shiva, sulle rive del fiume Bagmati dove sorgono i “ghat” riservati alla cremazione.
Male, nell’atollo di Kaafu, è la capitale delle Maldive. Da non perdere la grande Moschea del Venerdì, con il suo minareto e le tombe degli eroi nazionali i resti dei membri della casa reale, e le tombe dei santi leggendari. Pittoreschi i mercati della frutta, verdura e del legno, sempre affollati e pieni di colore e il vicino mercato del pesce. L’isola vicina, Hululè, ospita l'aeroporto internazionale.

Divenne la capitale della Cambogia verso la metà del XV sec. quando fu abbandonata Angkor. Sorge sulla pianura centro meridionale, alla confluenza di tre fiumi . Durante l’occupazione francese divenne una delle più belle città dell’Indocina e nonostante abbia subito negli ultimi trent’anni le profonde violenze della guerra civile, conserva ancora oggi il suo fascino e la sua atmosfera che ricorda il periodo coloniale. Da visitare: il Palazzo Reale ispirato a quello di Bangkok, nella cui area si trova la Pagoda d’Argento, così denominata, per il pavimento realizzato con 5000 mattonelle d’argento; il Museo Nazionale, che raccoglie un’incredibile collezione di opere d’arte e sculture del periodo Khmer e di epoche antecedenti. Per non dimenticare l’atroce passato è stato creato il Mu-seo Tuol Sleng, che testimonia gli orrendi crimini compiuti dai Khmer Rossi. In città vi sono inoltre numerosi templi, alcuni ricostruiti dopo essere stati distrutti durante i conflitti, ma che conservano il loro caratteristico stile architettonico. Fra i numerosi mercati della città che commerciano una in-credibile varietà di merci, i più noti e frequentati sono il Mercato Centrale e il Mercato tuol Tom Pong, famoso per i suoi articoli d’antiquariato.

Seul, capitale della Corea del Sud, è un'immensa e multiforme metropoli di quasi 10.000.0000 di abitanti, in continua trasformazione. La città, attraversata dal fiume Han, è una sintesi di vecchio e nuovo, dalla cultura pop di segno internazionale, tecnologia e innovazione, dai moderni grattacieli e giganteschi centri commerciali, trasporti pubblici all'avanguardia, ai templi buddhisti, palazzi storici e mercati di strada. 
Tra i diversi quartieri di Seoul, la famosissima hit musicale di Psy ha rivelato al mondo Gangnam, tra i più trendy d’Asia, considerato un po' il centro creativo della capitale.  La città ha un’attrazione speciale verso le tecnologie, non a caso vanta la connessione internet più veloce del mondo, una gigantesca Digital Media City, e alcune delle più grandi aziende del settore, inclusa la Samsung.
 La storia invece è racchiusa nei Grandi Palazzi delle dinastie che hanno regnato per secoli, in particolare nel Gyeongbok Palace del 14° sec., “Palazzo della felicità splendente”, la residenza principale della dinastia Joseon, e nel Changdok Palace, “Palazzo della prospera virtù” chiamato anche “Palazzo dell’Est per la sua posizione,  il favorito di molti sovrani coreani del Medioevo, che ne apprezzavano l’armonioso inserimento nell’ambiente circostante.   La fede buddista di questo paese è profondamente legata ai templi perfettamente conservati, come il famoso Jogyesa e il Bongeunsa. Il primo è il tempio principale dell'ordine Jogye, rappresentativo del buddismo coreano tradizionale con radici che risalgono a 1200 anni fa. L'edificio risale alla fine del XIV secolo.  Il secondo è più antico, fondato nel 794 durante il Regno dei Silla, e resta tuttora un’oasi di pace nella caotica Seoul. Lo stile della Seoul tradizionale si può trovare al Bukchon Hanok Village, un villaggio tradizionale coreano situato su una collina, con le tipiche case Hanok, realizzate in pietra, legno, terra e carta di riso e con il tetto leggermente incurvato
Tra gli altri edifici simbolo di Seoul vanno menzionati Cheongwadae (la Casa Blu, la residenza del Presidente della Repubblica della Corea del Sud),  e la Seoul N tower, alta 236 mt, da cui è possibile godere di una vista magnifica della città. 

In un piccolo territorio si può trovare un variegato insieme di gruppi razziali: cinesi, indiani e arabi caratterizzano i diversi quartieri con i loro usi e tradizioni. Le architetture in stile coloniale britannico, lo spettacolare skyli-ne dei grattacieli, i grandi giardini botanici, lo shopping sfrenato sono i segni inconfondibili di questa vibrante “porta” d’Oriente.

Bagnata dal Mekong, l’antica città di Vieng Chan fu fondata nel XIII sec. e venne sancita capitale per la posizione strategica durante la colonizzazione francese e ancora oggi, nelle sue classiche costruzioni e negli ampi viali alberati,  ricorda il passato coloniale. Da vedere: il Monumento Anousavari, costruito su imitazione dell’Arco di Trionfo parigino; il That Luang,  monumento più importante del Paese nella cui stupa  si conserva una reliquia del Buddha; il Wat Phra Kheo, dimora del “Buddha di Smeraldo”, conteso tra siamesi e laotiani a più riprese (ora a Bangkok). Altri templi: Wat Sisaket, uno dei più belli del Paese, sulle cui mura di cinta  e sul loggiato sono presenti centinaia di immagini e sculture del Buddha; il  Wat Sok Pa Luang dove si possono praticare massaggi tradizionali o saune a base di erbe aromatiche.  Fra i numerosi mercati della città il Talat Sao.

La città, sviluppatasi da un piccolo villaggio di pescatori sul Canale di Dubai, si presenta oggi come una metropoli affascinante che si affaccia sul Golfo Persico. I caratteristici grattacieli ed i giganteschi centri commerciali suscitano stupore in ogni visitatore. Se da un lato sta diventando il punto di riferimento per gli appassionati di architettura moderna dall’altro conserva ancora un’anima tradizionale come  Bastakyia, l'antico quartiere della città, l’unico che conserva le torri del vento, come il famoso Souk delle Spezie e il Forte di Al-Fahid. Per godere di una particolare vista della città è consigliabile prendere uno dei famosi taxi d'acqua locali, chiamati "Abras", per attraversare il Canale di Dubai.  A Jumeirah, si trova la maestosa Moschea uno dei migliori esempi di architettura islamica moderna nel Medio Oriente ed è forse l’edificio più fotografato di tutta la città. La moschea è costruita interamente in pietra nello stile medioevale Fatimida. Tra le meraviglie moderne spiccano i resort tra i più famosi del mondo, come il Burj Al Arab, con l’inconfondibile forma di vela,  Palm Islands un complesso di isole artificiali create per accogliere turismo di lusso, gli hotel e le principesche residenze che si affacciano sulla Marina di Dubai. Infine il senso della meraviglia troverà soddisfazione con le  due attrazioni popolari di questa città in continuo rinnovamento:  il   Burj Khlifa, la spettacolare torre più alta del mondo e lo  Ski Dubai, una stazione sciistica! che si trova all’interno del gigantesco centro commerciale Mall of Emirates.

Centro dell’impero Khmer, di cui ospitò le capitali tra il IX e il XV sec., è situato a pochi km dalla moderna città di Siem Reap. Con i suoi spettacolari templi e pregiate opere architettoniche, molti dei quali ancora semisepolti dalla giungla, rappresenta il sito archeologico più grande e più impor-tante al mondo. Fra le decine di monumenti, in gran parte raggiungibili con un circuito di ben 26 km, quelli che destano maggior interesse sono: l’Angkor Thom, la cittadella fortificata costruita in un momento di passaggio alla fede Buddhista mahayana, estesa su 10 kmq. e racchiusa dentro alte mura con cinque grandi porte di ingresso. All’interno vi sono i più importanti monumenti della città come il Bayon, composto da 49 torri da cui sporgono 172 gigantesche facce del Buddha re, e la Terrazza degli Elefanti, lunga 50 metri e usata come tribuna per le riviste militari. A poca distanza dalle mura di questa città si erge monumentale l’Angkor Wat, capolavoro dell’induismo classico, un immenso tempio con altissime torri e preziosi bassorilievi che copre una superficie di quasi 2 km, fatto costruire in onore di Vishnu e circondato da un ampio fossato. Mira-colosamente risparmiati da decenni di guerre e protetti da una fitta vegetazione altre decine di templi si dispongono su una vasta area. Le imponenti mura e i grandi fossati che difendevano la città dimostrano anche le grandi capacità di ingegneria dell’antico popolo Khmer che ci ha lasciato un incredibile tesoro archeologico, considerato una delle meraviglie del mondo.
Hua Hin è una città della Thailandia situata a circa 150 km a sud Bangkok, che nel 2013 era abitata da 58.356 abitanti ed è la più popolata nella provincia. La città cominciò ad essere nota negli anni '20 del secolo scorso come la spiaggia esclusiva degli aristocratici. Molti re antichi fecero costruire qui le loro residenze estive e sono ancora presenti i palazzi reali.

Città fondata nel XV sec. col nome di Edo, oggi nella sua area metropolitana vivono 12 milioni di persone. La sua anima antica è rimasta incapsulata in tre luoghi simbolo: il Palazzo imperiale dove risiede l’Imperatore e la sua famiglia, immerso in uno stupendo parco di alberi secolari; il Santuario Meij e il tempio buddista di Asakusa, il più antico della regione. Nelle vicinanze del tempio si apre un grazioso mercatino. La metropoli moderna è invece simbolicamente rappresentata dalla Tokyo Tower, alta 336m, ispirata alla Torre Eiffel, che trasmette segnali tv e radio. Ogni quartiere di Tokyo è una città a sé. Il più trendy è Shibuya (vd. escursioni possibili da Tokyo).

Terza città del Giappone, situata nella regione del Kansai, è antica e metropoli moderna al tempo stesso. Assolutamente da non perdere il Castello di Osaka, un tempo il più importante del Giappone. La fortezza attuale che s’innalza su 5 piani è una copia dell’edificio originale.

Amman, la capitale della Giordania, fu popolata da diverse civiltà ed è una città dove edifici moderni si fondono con i resti di antichi monumenti. Amman era conosciuta nell'Antico Testamento come Rabbà degli Ammoniti e fu ribattezzata in seguito Philadelphia dal sovrano tolemaico Filadelfo. Sotto l'influenza della cultura romana fu ricostruita in grande stile tipicamente romano. Conobbe il periodo di massimo splendore nell’era degli Omayyadi. Da non perdere: il Teatro romano, il tempio di Ercole e il Palazzo degli Omayyadi.

Il nome della città significa "Padre della gazzella" e coincide con quello dell’omonimo emirato, il più grande fra tutti gli Emirati Arabi Uniti. Abu Dhabi è la capitale del Paese seppur sia meno popolata di Dubai (1 596 263 abitanti). L’attrazione principale  è la corniche, il lungomare  punteggiato di parchi pubblici e fontane, che si snoda per quasi sei chilometri lungo la costa,  molto apprezzato sia dai residenti sia dai turisti, per passeggiare la sera. Interessante la Grande Moschea dello Sciecco Zayed e l’Heritage Village, che offre uno spaccato della vita e della storia dell’emirato prima dell’era del petrolio. Sfarzosi sono i centri commerciali e gli hotel come il famoso Emirates Palace Hotel. Abu Dhabi lega la sua immagine anche alla Formula 1, ospitando un Gran Premio ed un parco tematico dedicato alla Ferrari, divenuto uno delle principali attrazioni turistiche situato a Yas Island. Tra le spiagge più popolari di Abu Dhabi Saadyat beach.

A 220 km da Ventiane e a 300 m di altitudine, la  “città della statua d’oro”, fondata nel 1353, sorge in un bacino naturale a valle della confluenza del Mekong con il Nam Song. Conosciuta come la “città dalle cento pagode”, residenza della corte reale. Le principali attrazioni sono i templi e il palazzo: costruito nel 1560, il Wat Xieng Thong è uno dei più antichi monumenti del Laos. Al centro della città si innalza la collina di Phu Sy, una montagna sacra: la lunga scalinata porta alla sommità ove sorge il tempio Wat Chom Sy. Da questo punto si ha uno splendido panorama sulla città e sulla zona circostante. Tanti sono i templi che si possono visitare, come il Wat Vixoun (XVI sec.) considerato tra i massimi capolavori dell’architettura Lao, il Wat May chiamato il tempio monastero, dove durante la festa del Pimai viene esposta l’immagine sacra Phra Bang. Fra i mercati della città il Talat That Luang è uno dei più pittoreschi del Paese, si tiene tutte le mattine a poca distanza dalla riva del Mekong.

Con il suo mix di razze è una città viva e cosmopolita, è ricca di parchi, palazzi antichi e grattacieli moderni, centri sportivi e stadi. È definita la "città dei giardini"; imperdibili il Botanic Garden e il Fitzroy Park, dove è stato ricostruito il cottage originale del mitico Capitano Cook.

Al centro dello stretto che divide Sumbawa da Flores quest’isola è la patria del più grande rettile esistente. Il Drago o Varano di Komodo, gigantesca lucertola che gli abitanti del luogo chiamano “ora”, appartiene a una delle più antiche specie del mondo, parente stretto dei dinosauri. Qui vi è un unico villaggio, aggrappato alla spiaggia e abitato da una piccola comunità. Ospita numerose specie esotiche di uccelli ma l’attrazione massima di una visita a Komodo resta il varano nel suo ambiente naturale.
La capitale dell’Iran si trova ad un'altitudine media di 1190 mt e si estende su una superficie molto vasta che parte dalle montagne meridionali dell’Alburz. Il cuore della vita commerciale di Teheran è il Bazar. Collocato in pieno centro, di fronte alla Meidun-e Emam Khomeini, esso è una vera e propria "città nella città". Il Bazar è suddiviso in strade e in ognuna di esse si svolge un tipo di commercio diverso. Nel suo nucleo antico si trovano i castelli dello Shah e numerosi musei tra i quali: il Museo archeologico (con reperti che risalgono al 6.000 a.C.), il Museo dei gioielli imperiali, il Museo Islamico, il Museo dei tappeti, il Museo d'arte contemporanea, il Museo del vetro e della ceramica.
Circondata da montagne rocciose e immersa in un paesaggio arido dai forti e caldi colori, Alice Springs si trova al centro del continente australiano. La percentuale di popolazione aborigena è molto alta, nel centro, infatti, si trovano numerosi atelier d’arte in cui si possono acquistare splendidi dipinti aborigeni e negozi di oggetti di artigianato e arte degli antichi abitanti di queste zone.

Pur essendo la capitale e il principale centro economico dell’Australia meridionale Adelaide riserva al visitatore un’atmosfera rilassata nei parchi e nei giardini, un tranquillo passeggio nella Rundle Mall – la zona pedonale del centro – o nelle spiagge di ST. Vincent nei sobborghi occidentali.

Sorprende il visitatore per la sua atmosfera giovane, cosmopolita e allegra. Sull’Esplanade, il lungomare nella zona del porto, con i suoi numerosi alberghi, caffè e ristoranti, si respira un’atmosfera multiculturale; qui si danno appuntamento i sub di tutto il mondo.

Antica e prosperosa città commerciale e centro culturale è tristemente famosa per l’esplosione della bomba atomica che nel 1945 rase al suolo la città. A testimoniare questo grande lutto il parco Memoriale della Pace.

L’acqua è il simbolo di Perth, la città più soleggiata d’Australia. Nelle calde giornate estive la vita si svolge lungo le rive eleganti e ornate da palme dello Swan River. I cigni neri, simbolo della città, regnano sovrani nelle acque blu cobalto del fiume.

Una città di montagna considerata la “piccola Kyoto”; è una località molto gradevole, ricca di musei e luoghi interessanti e rinomata per i suoi oggetti in lacca shunkei-nuru e per il suo sake
Adagiata ai piedi della catena montuosa dell’Hajar, si affaccia sul golfo dell’Oman. Muscat è una delle città più antiche del golfo arabo, e con un’estensione di soli 3 kmq è fra le capitali più piccole del mondo. Si compone di una parte antica e una moderna. I musei del vecchio centro di Muscat e il suk di Muttrah e la sua atmosfera unica nella vecchia zona del porto sono il pezzo forte del soggiorno,così come la vita notturna nei caffè e nei ristoranti lungo la corniche, il suggestivo lungomare che si stende per tre chilometri. Gli edifici che caratterizzano la città sono: la  Royal Opera House inaugurata nell’ottobre 2011, la sola presente nella penisola arabica; la grande moschea del sultano Qaboos, che può accogliere 14.500 fedeli, visitabile anche dai non musulmani; Al alam Royal Palace, il palazzo del Sultano, costruito nel 1972, il cui interno non è accessibile, ma si può visitare all’esterno ed apprezzarne le sfarzose decorazioni delle facciate e lo spazioso cortile. Ma le icone di Muscat restano i forti di Jalali e Mirani che si ergono come rassicuranti sentinelle al suo ingresso.
Auckland è situata nell'Isola del Nord, la sua area metropolitana è  la più grande e popolosa. Da non perdere Kelly Tarlton’s Sea Life Aquarium, il Porto di Waitemata e soprattutto il simbolo dello skyline di Auckland. Proseguendo con Auckland Art Gallery, Auckland Zoo e arrivare fino al Rangitoto Island.La zona di Auckland conta ben 48 vulcani e il Rangitoto è il più grande e giovane di tutti. Inoltre, a soli 30 minuti di traghetto dalla città, potrai immergerti negli meravigliosi mari tropicali. Auckland si trova  sempre ai primi posti nelle classifiche delle città del mondo dove si vive meglio.
La città di Christchurch è situata sulla costa orientale dell'isola del Sud. Da non perdere: Avon River - il fiume che attraversa il centro della città, Willowbank Wildlife Reserve - parco naturale e riserva naturale,Cathedral Square - il cuore di Christchurch, la Galleria d'arte Christchurch Te Puna o Waiwhetū, Hagley Park - il più grande spazio aperto urbano di Christchurch e Orana Wildlife Park - l'unico zoo all'aperto della Nuova Zelanda che si trova alla periferia di Christchurch.
Lhasa (Trono di Dio): si trova a 3.650 m di altitudine. Per secoli meta di pellegrinaggi, essendo il centro del lamaismo di cui portano la testimonianza i tanti monasteri. Barkhor. Anello lungo 800 metri che corre intorno allo Jokhang. I pellegrini percorrono tutt'oggi il Barkhor, prostrandosi e camminando in senso orario tra banchetti e negozi di vario genere: la zona costituisce, infatti, il variopinto e interessante mercato della città. Zuglakang o Jokhang (cin. Dazhaosi):il monastero più antico, vero centro della vita sociale e spirituale della città e del paese. La parte più vecchia risale al VII sec., al suo interno ci sono più di 300 statue, tra le quali quella dorata di Sakyamuni del XVII sec., alta 26 m, affreschi alti 3 m e lunghi circa 600 m. Potala:meraviglia architettonica costruita sul fianco della Collina Rossa che può essere vista da tutte le direzioni per chilometri. Originariamente semplice padiglione dedicato alla preghiera, costruito dal re Songtsen Gampo nel VII sec. il palazzo, divenne la residenza invernale del Dalai Lama. Si tratta di una struttura enorme, costruita in pietra, terra e legno, divisa in due parti, il Palazzo Rosso e il Palazzo Bianco; costituito da 13 piani con oltre 1.000 stanze, 10.000 cappelle e 200.000 statue. Norbulingka: il nome significa Parco del Gioiello. Si tratta di un vasto complesso formato da bassi palazzi, padiglioni, templi, giardini e boschi. Residenza estiva dalla quale il Dalai Lama abbandonò il paese nel 1959. a seguito dell’occupazione cinese. Monastero di Ganden: distante circa 40 km da Lhasa, era forse il più bel monastero di tutto il Tibet, purtroppo fu raso al suolo durante la Rivoluzione Culturale. I tibetani sono riusciti a ricostruire solo alcuni edifici e sale di meditazione. Monastero di Sera: si trova 6 km a nord di Lhasa, alla base del Monte Tatipu. Sera è uno dei Sei Grandi monasteri Gelugpa. Fu fondato nel 1419 da uno degli otto discepoli di Tsong Khapa. Drepung(cin. Zhebangsi): poco distante da Lhasa era il più grande e ricco monastero del Tibet. Vi è conservata la migliore collezione di statue e oggetti sacri antichi del Tibet.
Capitale del Northern Territory è il principale centro commerciale di questa regione situata sulla punta settentrionale, il Top End, del 5° continente.Nel 1883 fu fondato il primo insediamento stabile che prese il nome di Charles Darwin. Quasi completamente distrutta nel ’74 dal ciclone Tracy fu in seguito ricostruita ed è diventata un operoso centro. Gli “storici” edifici ottocenteschi come Lyons Cottage, Admiralty House, Governament House, Old Town All, Old Court House e il Victoria Hotel valgono una visita. D’interesse il giardino botanico e il Northern Terrritory Museum Of Arts And Sciences, che ospita varie gallerie d’arte aborigena e reperti archeologici.
La città di Kanazawa, piccola perla tra i fiumi Saigawa e Asanogawa in perfetto equilibrio tra mare e montagna si trova vicino alle spettacolari Alpi giapponesi, una catena montuosa che si eleva fino a 3 mila metri di altitudine. E’ visitata per i numerosi beni culturali, l’incantevole Giardino Kenrokuen, il Castello, gli antichi quartieri dei samurai e delle gheise, gli innumerevoli templi, le abitazioni signorili e l’artigianato artistico. Per il patrimonio storico-culturale della produzione tradizionale di una grande varietà di artigianato (kimono di seta Yuzen, porcellane di Kutani e Ohi, lacche Wajima trattate in foglia e in polvere d’oro), nel 2009 la città di Kanazawa è stata designata dall’UNESCO Città dei Mestieri e di Arte Popolare.
Il Santuario Itsukushima, sull’isola di Mihajima è dedicato alle divinità sciontoiste della lune e degli oceani ed è caratterizzato dal famoso arco in legno che durante l’altra marea sembra galleggiare sull’acqua.
NB: A partire dalla metà del mese di Giugno 2019 inizieranno i lavori per il restauro del sacro portale del Santuario di Itsukushima , sull'isola di Miyajima che dureranno più di un anno. Il portale sarà circondato da varie impalcature che ne limiteranno la vista. Il Santuario di Itsukushima e la nota isola di Miyajima saranno comunque visitabili.
Koyasan si trova nel Kansai, a sud di Osaka. E' uno dei posti più spirituali del Giappone e uno dei migliori per vivere una notte in un tempio, con più di 50 templi in città che offrono questa possibilità. E’ qui presente uno dei più antichi monasteri buddisti, risalente a 12 secoli fa ed è sede della setta che pratica un tipo di Buddismo esoterico, il Buddismo Shingon.Il monastero è circondato da una fitta foresta di cedri maestosi, un’area che prende il nome di Okuno – In, dove sorge un vasto cimitero che ospita i mausolei di molti personaggi giapponesi importanti, compreso quello del famoso samurai Toyotomi Hideyoshi e lapidi a ricordo dei caduti durante la guerra del Pacifico.

A due ore di treno da Tokyo, è un luogo di straordinaria bellezza naturale nonché sede di uno dei capo-lavori architettonici del Giappone, il Santuraio Toshogu, che ospita il mausoleo del fondatore dello sho-gunato del Tokugawa.

È la capitale della Tasmania ed è situata alla foce del fiume Derwent, ai piedi del monte Wellington, nella parte meridionale dell’isola. La città ospita l’Università di Tasmania. Hobart è inoltre un importante porto naturale, ricco di edifici di arenaria che risalgono al periodo coloniale.

Situata a circa 40km di distanza da Kyoto. Anche Nara è ricca di monumenti e templi che fanno ancora oggi rivivere l'atmosfera della più vera tradizione giapponese. Incantevole il tempio di Todai-ji con la sua enorme immagine del Buddha, il luogo sacro di Kasuga, uno dei santuari scintoisti più famosi del Giappone e il tempio di Horyu-ji, la struttura in legno più antica al mondo (eretto nel 607)

Capitale del Kerala, è una moderna città che conserva tratti e atmosfera della tradizione indiana. Da visitare i ricchi palazzi dei maharaja, ora trasformati in musei.

Luminosa e vitale, offre bellezze naturali incomparabili come la baia e le moltissime spiagge della costa, ma anche centri commerciali, teatri, spettacoli culturali di ogni tipo e uno splendido giardino botanico. L’Opera House è la sua icona, famosa in tutto il mondo. Dall’Harbour Bridge si ha una vista impareggiabile sulla città.

Piccola città di confine con l’India, sorge alla congiunzione tra le sconfinate pianure del Bengala e il grande spartiacque himalaiano, con le sue vette di 7000 metri. L’imponente “Portale Pagoda” della città rappresenta simbolicamente il passaggio ad un nuovo emisfero: dall’induismo al buddismo lamaista, dalle genti europoidi a quelle mongolidi.

La capitale del Bhutan è situata a 2300 metri nella valle del Wang Chu: sulle rive del fiume, tra il digradare a terrazza delle risaie e i salici piangenti, sorge il Tashichho Dzong o “Fortezza della gloriosa religione”, il più grande monastero della nazione. Il grande complesso è la residenza estiva del corpo monastico (circa 2000 monaci) e del capo religioso, il Je Khempo. Al centro del monastero si erge un tempio denominato “Uchi”, con i suoi splendidi dipinti religiosi. Poco fuori, a Dechencholing, sorge la residenza della famiglia reale.

In una delle valli meno elevate del Bhutan Centrale e alla confluenza di due fiumi, rinomata per la gradevo-lezza del clima, l’antica capitale è un immenso palazzo fortificato. La strada che conduce da Thimpu a Pu-nakha offre uno dei più bei panorami del paese.

Ad un’ora di barca da Mandalay, lungo il fiume Ayeyarwady. Qui si trovano le rovine imponenti della Gyi Mantara Pagoda (comunemente noto come Mingun Pahto), che secondo le intenzioni del re Bodawpaya doveva essere la più grande stupa del mondo. Proprio per questo scopo, migliaia di prigionieri di guerra e schiavi lavorarono alla sua costruzione. Solo un terzo del progetto iniziale è stato completato. Tuttavia, i resti della pagoda, 50 mt. di altezza e 72 mt. di larghezza, sono ancora spettacolari. Ci si può salire e dalla cima si gode una vista magnifica del fiume Ayeyarwady,

Kyaiktyio, la “Roccia D'Oro” situata a circa 180 km da Yangon, un grosso masso coperto di foglie d'oro e situato prodigiosamente in equilibrio sul bordo di una roccia. Sulla cima del masso, ritenuto sacro, è adagiata una piccola pagoda dorata che contiene una reliquia di Buddha.

Fondata nell’825 con il nome di Hamsavati, Pegu fu uno dei principali centri storici del Paese essendo stata più volte capitale dei regni monebirmani. Fu abbandonata solo nel 1635 a favore di Ava ma non perse la sua importanza di maggior città del delta dell’irrawaddy. Nel periodo tra i secoli XIII e XIV fu interessata da un’intensa attività architettonica con la costruzione di numerosi templi e di stupa. Fra i molti ancora conservati il più importante è il gigantesco stupa di Shwemawdaw, alto ben 114 mt. In città vi è anche l’immensa immagine del Buddha sdraiato, Shwethalyaung Buddha, lungo 55 mt. e alto 16, molto conosciuto e amato dai birmani.

A poca distanza da questa città sorgeva l’antica capitale del regno Pyu, Sri Ksetra. Questa è la zona archeologica più popolare del Paese e a testimonianza dell’antico splendore di questa città oggi rimangono una decina fra templi e pagode. Fra questi vi sono le pagode di Shwenattaung, che si pensa possa risalire a circa 2000 anni fa, e di Shwesandaw, uno degli edifici religiosi più venerati dal popolo birmano.

La pianura alluvionale centrale ospita alcune caratteristiche località nelle cui vicinanze sorgono in-teressanti siti storici. Le principali località di quest’area sono Kompong Cham, Kompong Chhnang, e Kompong Thom con gli importanti siti archeologici di Sambor Prei Kuk, Preah Khan, Koh Ker e Preah Vihear.

Le province lungo il confine settentrionale sono scarsamente popolate e poco servite da collega-menti stradali, ma particolarmente belle e selvagge. Le principali attrattive di questa regione sono: Kratie, una cittadina di 15.000 abitanti con un famoso monastero e nelle cui vicinanze sorge l’antica capitale Sambor (VI e VII sec.). La città di Stung Treng con le rovine di Phnom Chi e le spettacolari rapide di Prek Patang sul fiume mekong. Ratanakiri, una provincia montuosa dove vivono molte minoranze etnico linguistiche.

Beijing, capitale della Repubblica Popolare cinese, è situata nella parte nord delle pianure della Cina settentrionale. Famosa nel mondo per la sua lunga storia testimoniata da monumenti di grande importanza come la Città Proibita, il più grande complesso di edifici del suo genere al mondo; la Grande Muraglia, nota per essere una delle otto meraviglie del mondo; il Tempio del Cielo, il più grande tempio per onorare il Cielo; le tombe Ming, il più compatto gruppo tombale imperiale della Cina; il Palazzo d’Estate.

Posta tra due degli affluenti del fiume Wei, è una città di origini antichissime. Da qui partiva la famosa Via della Seta (6.400 km), che si dirigeva verso est raggiungendo la costa orientale del Mediterraneo. Famosa in tutto il mondo a seguito della scoperta della tomba imperiale Ming di Lingtong idealmente difesa dall’Esercito di Terracotta.

Collocata sulla riva del Lago Taihu, è un’antica città con oltre 2.500 anni di storia. La sua architettura riporta ai tempi della dinastia Song. Gli antichi giardini di Suzhou, noti per la loro raffinatezza, sono inseriti nell’elenco dei patrimoni culturali mondiali dell’Unesco. Il Giardino dell’Umile Amministratore è il più importante. I suoi paesini antichi, i piccoli ponti, le case lungo le rive, presentano caratteristiche uniche.

Hangzhou, capitale della provincia del Zhejiang, è situata lungo la sponda del fiume Qjantang, presso l’estremità meridionale del Grande canale Beijing-Hangzhou. Nota come una delle sette capitali antiche della Cina deve la sua fama soprattutto al Lago dell’Ovest con le sue affascinanti aree panoramiche. La pagoda delle Sei Armonie, il tempio Lingyin, il Picco Volante, la Tomba di Yue Fei, i monasteri Jingci e Yunxi sono attrattive da non perdere.

Shanghai, chiamata in breve anche “Hu” o “Shen”, è una delle quattro municipalità dipendenti dal governo centrale cinese. Conosciuta come “la perla d’Oriente”, Shanghai è la maggiore metropoli economica della Cina e una delle moderne metropoli internazionali. I maestosi edifici coloniali lungo il Bund sono considerati la “galleria dell’architettura internazionale moderna” per l’armoniosa combinazione di stili.

Situata nella provincia dello Shanxi, nella Cina settentrionale, nel 1997, è stata inserita nella lista del Patrimonio mondiale come l'antica cittadina meglio conservata della Cina. Le sue antiche mura, lunghe 6.000 m e alte 12 m, a forma di tartaruga, con 6 porte, furono costruite 2.800 anni fa. Pingyao presenta molti siti storici, come la Sala dei diecimila budda del Tempio Zhengguosi, la terza antica struttura in legno di livello nazionale, con una storia di oltre mille anni. La cerchia di mura divide la cittadina in due mondi completamente diversi: la parte antica e la “nuova città”.

Questa è la località dove fu introdotto per la prima volta in Cina il buddismo. A testimonianza di questa fede si possono ammirare le grotte buddiste di Longmen. Poste sulle pareti rocciose ai due lati del Fiume Yi, per circa un chilometro ci sono quasi 1.352 caverne scavate nella roccia e scolpite con circa 100.000 statue di Budda risalenti al V-VIII sec. Nelle vicinanze di Luoyang si trova il Monastero di Shaolin, famoso per l’insegnamento delle arti marziali.

Yongding è una contea situata nel sud-ovest della provincia del Fujian, in una valle verdissima nascosta nel cuore della Cina. Nella contea l'isolamento secolare ha contribuito a preservare il patrimonio architettonico dei Tu Lou, le spettacolari case-fortezza degli Hakka, il fiero popolo migrato dalle regioni settentrionali attorno al Mille. In queste singolari abitazioni circolari di terra al loro interno, fra cortili concentrici, scale di legno, lanterne rosse, si svolge una vita di campagna dai ritmi antichi e suggestivi.

“Dietro le nuvole” potrebbe essere una libera traduzione di questa provincia cinese. Gli imperatori Ming (1368 1644) la usarono per mandarvi in esilio gli oppositori politici, considerandola abitata da barbari e ai confini di un mondo che aveva la forma di un piatto. Lo Yunnan è abitato da molte etnie: nell’altopiano dello Yunnan Guizhou ce ne sono ben 26, in gran parte contadini. Fra le popolazioni più numerose si trovano anche Yi, Naxi, Bai e Fai. Ciò che offre questa stupenda regione è la natura intatta, gli animali rari, la ricca flora, la varietà dei gruppi etnici e le tradizioni culturali.

A Lijiang c’è da vedere lo Stagno del Drago Nero (Heilongtan), da cui si gode una splendida vista del monte del Drago di Giada. Nel piccolo parco sorge il Padiglione delle Cinque Fenici (Wufenglou), dove sono esposti manufatti naxi. “Cielo e terra sono sempre molto vicini tra loro a Lijiang”, questo proverbio naxi sembra trovare conferma nel Monte del Drago di Giada (Yulongshan), la cui cima più alta (Shanzidou, 5.596 metri) domina la piana dove giace la città. Nello Yulongshan si trova una delle più grandi gole del mondo, la Gola del Salto della Tigre (Hutiaoxia). La spaccatura è profonda da 2.500 a 3.000 metri e nel suo punto più angusto è larga 30 m. Sul fondo scorre il fiume Jinshajiang (corso superiore dello Yang Tze).

Chiamata anche, la città della perenne primavera, Kunming è il capoluogo della provincia dello Yunnan. Nelle sue strade si mescolano tutte le etnie che caratterizzano lo Yunnan. La principale attrattiva di Kunming è la Foresta di Pietra (Shilin), a 120 km a sud-est della città.

Molto interessanti i villaggi limitrofi abitati dall’etnia Bai, che vivono per lo più nella zona del lago Erhai. La città di Dali prende il nome dal potente impero che fiorì da queste parti dal X al XIII sec., prima cioè che Kublai Khan, il grande imperatore mongolo, conquistasse questo remoto angolo della Cina.

Posizionata strategicamente al centro delle Visayas, Cebu è stata il punto di ingresso per tutti i mercanti attraverso gli scorsi secoli. L’ architettura di questa città ne riflette il passato spagnolo

Fondata nel 1192, Kamakura domina la baia Sagamiwan. Roccaforte perfetta per i samurai e città dei templi, fu capitale del Giappone fino al 1333. Oggi è una lussuosa zona residenziale della cintura esterna di Tokyo e conserva intatti o in parte recuperati, numerosi edifici storici:

Fu l'antica capitale del Giappone e la culla della raffinata cultura del periodo Heian . Il suo glorioso passato è testimoniato d i numerosissimi templi, monumenti e palazzi sparsi ovunque nella città. Tra i tanti spicca il Padiglione D’Oro, il Castello Nijo e il Tempio Kiyomizu, famoso per la sua struttura sostenuta da palafitte. Esso domina una splendida valle e offre una vista magnifica sulla città (vd. possibili escursioni da Kyoto).

 Qui si viene per visitare il grandioso complesso militare soprannominato il ‘castello del candido airone’. E’ il castello medievale più grande ed elegante del Giappone

Jerash, a nord di Amman, è un meraviglioso sito archeologico di età romana. Con Alessandro il Grande nel IV sec. A.C. Durante il periodo della dominazione romana, allora conosciuta come Gerasa, conobbe il suo periodo d'oro. L'invasione persiana e la conquista musulmana del 636 dC., e una serie di terremoti che danneggiarono la città ne affrettarono il declino. Rimase abbandonata fino alla sua riscoperta nel 1806, sepolta nella sabbia, che ne ha favorito la sua notevole conservazione.

Sparsi in tutto il deserto di basalto nero, a est di Amman si ergono come testimoni della fiorente civiltà arabo-islamica ai suoi primordi. I castelli furono costruiti in gran parte sotto gli Omayyadi (661-750 d.C).

Da questo castello si gode una splendida vista sulla Valle del Giordano. E’ stato costruito dai mu-sulmani nel 1184-85 come un forte militare. Dalla sua posizione collinare, il Castello di Ajloun pro-teggeva le rotte tra la Giordania meridionale e la Siria.

Lungo la “Strada dei re”, la prima città che si incontra è Madaba, Fu dominata prima dagli Israeliti, poi divenne colonia romana nel 63 d.C. e continuò a prosperare in epoca bizantina e omayyada . La sua peculiarità sono le centinaia di mosaici che impreziosiscono le sue case e le sue chiese, in particolare il mosaico che rappresenta la più antica mappa geografica del Medio Oriente nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio.

Il Monte Nebo è uno dei luoghi sacri maggiormente venerati della Giordania, essendovi sepolto Mosè. Dalla cima della montagna si può ammirare la splendida vista in tutta la Valle del Giordano e il Mar Morto, fino ai tetti di Gerusalemme e Betlemme.

Kerak ha origini che risalgono all’ Età del Ferro. Furono i crociati a rendere famosa la fortezza, co-struita nel 1142 sui resti di cittadelle precedenti, che risalgono ai tempi dei Nabatei. La fortezza è tipicamente in stile crociato con stanze con volte di pietra scarsamente illuminate.

Petra è il tesoro del mondo antico, dichiarata Patrimonio mondiale dell'UNESCO. Scavata nella roccia di arenaria rosa e rossa, è considerata il sito più famoso e splendido in Giordania. E’ l'eredità dei Nabatei, un popolo di arabi che si stabilirono nel sud della Giordania più di 2000 anni fa.. Si rag-giunge attraverso il Siq, una gola lunga e stretta, alla fine di questo percorso si apre all’improvviso una piazza naturale dominata dalla splendida facciata de “il Tesoro” (El-Khazneh), il monumento più famoso di Petra. Tutta l’area vanta oltre 800 singoli monumenti.

Gran parte degli alberghi di Hong Kong è situata qui, su ambedue i lati di Nathan Road, detta il “Miglio d’Oro” di Hong Kong per i suoi negozi e locali notturni. A ovest si trovano l’Ocean Terminal, l’Ocean Centre e Ocean Galleries che, insieme, formano l’Harbour City, il più vasto complesso di negozi in Asia. Da non perdere l’esperienza con lo Star Ferry, il famoso traghetto di Hong Kong che fa la spola tra l’Isola di Hong Kong e Kowloon, fornendo ai passeggeri un punto di vista ideale per fotografare l’affascinante baia.

Victoria Peak, a 554 m s.l.m., è tuttora il più prestigioso quartiere residenziale dell’isola di Hong Kong. È raggiungibile con la funicolare in cinque minuti. Dalla sommità si gode di una vista panoramica a 360° di quasi tutto il territorio e, più in là, delle isole del Mar della Cina. È possibile fare una passeggiata sul sentiero in cima al promontorio per ammirare la baia.

Un tempo un tranquillo villaggio di pescatori, Aberdeen è ora una fiorente cittadina nota soprattutto per i suoi magnifici ristoranti galleggianti, per l’ottimo pesce e per la popolazione che vive sull’acqua. Di notte le scintillanti luci al neon costituiscono un bellissimo soggetto fotografico. I ristoranti si raggiungono con una motolancia.

Il lato meridionale dell’isola, meno congestionato e più quieto, in gran parte residenziale, è prediletto sopratutto dai residenti stranieri. Repulse Bay vanta una delle più note e accessibili spiagge attrezzate di Hong Kong.

Sul lato meridionale dell’Isola di Hong Kong, questo animato mercato all’aperto, nel pittoresco villaggio di Stanley, è frequentato dai visitatori e dalla gente del posto, entrambi alla ricerca di occasioni. Interessanti le passeggiate verso le vicine spiagge.

Quello che oggi è un semplice villaggio sul mare, un tempo fu porto e capitale dei Pallava, che tra il 600 e il 750 d.C. qui eressero i primi templi della regione. Oltre al famosissimo tempio di Jalasayanadetto (“della riva”) che da 12 secoli resiste alle ingiurie del tempo e del mare, qui si trovano diversi templi scavati con pazienza e maestria nel granito dell’altopiano del Coromandel: il più interessante fra i bassorilievi rupestri rappresenta la discesa del Gange sulla terra. Questa grandiosa raffigurazione copre una superficie di 240 metri quadrati.

Una delle sette città sacre dell’India antica, Kanchi fu capitale sotto la dinastia dei Pallava e dei Chola. Gli alti gopuram (torrette decorative) dei suoi templi sono visibili a grande distanza e il tempio dedicato a Shiva rappresenta un antico esempio di architettura e scultura dravidica. Kanchi deve inoltre la sua fama ai preziosi sari di seta intessuti di fili d’oro.

Conosciuta come “Città della Roccia Sacra” per via dell’enorme panettone di granito che spunta nel bel mezzo della città, su questa roccaforte naturale sorgono i resti di Fort Rock, teatro di numerose battaglie. Una lunga scalinata conduce ai templi di epoca Pallava scavati nella pietra: la Sala delle Mille Colonne, il santuario di Shiva e sulla sommità il tempio dedicato a Ganesh con l’affaccio mozzafiato sulla città, sul fiume Cavery, sulle torri dei templi e, sullo sfondo risaie e immensi palmeti. Al di là del fiume il bel santuario di Srirangam e le sette cinte murarie.

Capitale dell’impero Chola che tra l’850 e il 1250 d.C. dominava l’intera India Meridionale, Sri Lanka e Sumatra, competeva con gli arabi per il controllo delle rotte mercantili dell’Oceano Indiano. Tanjore conserva un significativo esempio di arte Chola: il tempio a piramide di Brihadishvara, con la sua imponenza di tredici piani e sormontato da una cupola monolitica del peso di oltre 80 tonnellate.

Considerata una delle più antiche città dell’India, culla della letteratura classica tamil, ebbe il suo massimo sviluppo sotto il regno dei re Pandya, attivi nei commerci con l’lmpero Romano. Massima espressione architettonica della città è il tempio di Minakshi dedicato alla “Dea dagli occhi di pesce” e al suo sposo Shiva: per le enormi dimensioni questo santuario può definirsi una città tempio, variegato universo di simboli, statue e immagini divine frequentato da pellegrini, mendicanti, asceti, venditori d’immagini sacre. Nei dintorni sorge l’imponente palazzo di Tirumalay Nayak.

 

La città dell’armonia, attraversata da viali alberati, parchi e giardini. Capitale del Karnataka, è posta a 1.000 m e ha un clima mite continentale. Il Cubbon Park, 120 ettari di alberi fioriti, è il parco più famoso insieme ai giardini a terrazza di Lal Bagh. Uno dei templi più antichi di questa moderna città è dedicato a Nandi, il toro che rappresenta la legge e il diritto sanciti dagli dei.

 

Capitale dell’Andhra Pradesh, per secoli ha rappresentato un importante centro della cultura islamica in India. Fra i suoi grandi e affollati bazar si ergono ciclopici monumenti del XVI e XVII sec., come la Mecca Masjid: moschea tra le più grandi al mondo, è capace di contenere 10.000 fedeli. Nel cuore della città vecchia, cinta da antiche mura, sorge un arco trionfale del 1591 e il Salar Jang Museum, uno dei più ricchi dell’India che conserva collezioni di miniature e manoscritti, armi e armature Mughal.

Città dei maharaja. Qui l’aria è perennemente intrisa dai profumi dei pregiati legni usati per produrre bastoncini d’incenso. Una miriade di piccole imprese a conduzione familiare si occupa di quest’attività e i bastoncini profumati sono esportati in tutto il mondo.

Questa provincia fu governata dalla dinastia Hoysala dall’XI al XIV sec. i cui re tracciavano sia la fede induista sia jainista. Segni importanti di questa storia si trovano a Belur, antica capitale del regno, dove si visita il Tempio di Channekeshava e a Halebidu dove si trova il prezioso Tempio di Hoysaleswara. Entrambi sono esempi significativi dell’architettura hoysala riconoscibile dalla contemporanea presenza di divinità appartenenti alle due religioni.

 

Questa antica città sorge sulla riva sinistra del fiume Sabarmati: considerata tra il 1573 e il 1700 la più bella città dell’India Occidentale, è oggi nota per essere associata alla biografia del Mahatma Gandhi, per i suoi monumenti storici e per la sua avanguardia futuristica che coesiste con le tradizioni del passato. Da visitare l’Ashram di Sabarmati, il Museo Calico, la Moschea del Venerdì e la Moschea di Siddi Bashir.

Il nome è derivato dall’imperatore mughal Aurangzebche, che qui edificò un gran numero di monumenti tra cui spiccano il mausoleo e la moschea in memoria del suo maestro spirituale. Il figlio non fu da meno, facendo costruire in onore della madre una tomba calcante le fattezze del Taj Mahal di Agra. La città vecchia, protetta dalle mura mughal, è animata da un colorito bazar.

Mumbai, ufficialmente Bombay fino al 1995, è una città dell'India, capitale dello stato del Maharashtra.
Ritenuta da molti la più bella città dell’India, ha dimensioni impressionanti. E’ di origine coloniale: il piccolo villaggio di un tempo deve il proprio sviluppo agli stanziamenti portoghesi del XVI sec. e ai successivi insediamenti commerciali olandesi e inglesi. Nel 1674, sotto la Corona Britannica, divenne sede centrale della Compagnia delle Indie Orientali, determinandone il rapido sviluppo portuale. Oggi è il principale centro commerciale e industriale dell’India. I templi indù si alternano alle moschee, ai templi jainisti e sikh.

A dieci chilometri dalla costa di Bombay (Mumbay), Elephanta deve il proprio nome ai coloni portoghesi che sbarcati sull’isola si imbatterono in un grande elefante di pietra. Deve la propria fama al grande tempio in onore del dio Shiva ricavato dalla roccia: una lunga gradinata conduce alle grotte nelle quali, tra il 450 e il 750 d.C., vennero scolpiti i pannelli che rappresentano aspetti e attività divine.

Ospita una serie di monasteri buddisti, templi indù e jaina scavati in un arco di tempo che va dal 600 al 1000 d.C. Il capolavoro di Ellora è il tempio Kailasa: l’imponente struttura, creata scalpellando una massa di 200.000 tonnellate di roccia, deve il proprio nome al monte himalayano su cui dimora il dio Shiva. In questo desolato e inquietante scenario si offrono al visitatore 34 grotte, molte delle quali risalenti al VII sec.: le 12 dislocate a sud sono buddiste, le 17 del centro induiste, mentre le 5 a nord sono jainiste.

Nei pressi del monte Shatrunjaya si trova uno dei luoghi più sacri del jainismo: qui i 24 maestri avrebbero trovato l’illuminazione.
E’ uno scenario mistico e grandioso risalente a nove secoli fa, racchiuso da una gigantesca muraglia che custodisce il più grande complesso di edifici sacri di tutta l’India. Il percorso che conduce alla cittadella religiosa è praticabile percorrendo 3500 gradini e 3 km, oppure ricorrendo al dholi, la celeberrima portantina. Il tempio più importante è impreziosito d’oro e diamanti.

Cittadina universitaria ricca di cultura e armonia, è situata 100 km a Nord di Bhavnaga: meritano una visita il Museo Maharaja Fateh Singh ed il sontuoso palazzo in stile indo-saraceno Laxmi Vilas Palace, fastosamente edificato nel XVI sec.

l tempio del sole risalente al 1026 è uno dei più interessanti esempi di architettura indù, famoso per l’abbondante addobbo scultoreo che orna ogni centimetro quadrato della sua superficie con figure di divinità, animali e fiori.

La città di Maheshwarha trascorso un periodo di grande prosperità nel XVIII sec.: capitale del regno di re Kartivarjun, il quale fece edificare molti templi e ghat, è tuttora meta di pellegrinaggio. Il Forte ne domina il panorama e contiene al proprio interno diversi templi, noti per i balconi intarsiati e gli splendidi disegni prodotti sulle porte. Imperdibile una passeggiata lungo i ghat, le scalinate che scendono al fiume Narvada pullulanti di pellegrini e santoni in meditazione.

Considerata dai buddisti “la Cappella Sistina dell’Asia”, è caratterizzata da un insieme di grotte ricavate in un ripido costone di roccia; le grotte sono 29 e risalgono al periodo compreso tra II e IV sec. d.C. I motivi degli affreschi murali spaziano dalla vita del Buddha, alle leggende religiose, fino alle scene di vita quotidiana.

Dharamsala è una cittadina posta sui contrafforti himalayani. Poco distante da Dharamsala si trova la cittadella lamaista di Mc Leod Gany, dove dal 1959 vive in esilio il Dalai Lama. Qui sorgono il Namgyalma Stupa, con le ruote di preghiera in ottone lucidato dai fedeli che le fanno incessantemente girare per riscattarsi dai peccati; la colorata residenza del Dalai Lama; il Centro di Studi Tibetano e il Tibetan Medical Institute dove si pratica l’antica medicina tibetana.

Città santa dei Sikh, confessione religiosa fondata da Guru Nanak nel XVI sec. Fra i suoi monumenti vanta il Tempio d’Oro costruito nel 1579 e ricoperto di lastre d’oro. Il complesso comprende alcuni edifici sacri di grande valore storico.

È dedicata a Sri, dea della prosperità, questa città costruita sulle sponde del lago Dal: nelle sue acque si riflettono le verdi montagne del Kashmir infondendo tranquillità e armonia. Il tessuto urbano è caratterizzato da giardini a terrazza e case di legno, su canali attraversati da ponti finemente impreziositi da sculture e orpelli. Le pittoresche case galleggianti riportano al periodo coloniale. Luogo fondante del buddismo e terra natia di grandi filosofi indù, Srinagar fu islamizzata nel XIV sec. Qui si trovano le HouseBoat “Shikara”, le case galleggianti della fine del XIX sec. In seguito al divieto imposto dal Maharaja agli inglesi di possedere dimore nella valle, furono edificate le lussuose houseboat, che sopravvivono conservando un fascino "Old England".

Situata nell’Alta Valle dell’Indo, è il capoluogo del distretto del Ladakh: alle sue spalle un impressionante sfondo di montagne. Antico crocevia di carovane e centro di scambi frequentato dai mercanti provenienti da Lhasa, India, Cina e Turkmenistan, fin dal XIV sec. fu uno dei più grandi centri carovanieri dell’Asia Centrale.

Antica capitale dei Maharaja di Jaipur, resta uno splendido esempio di fortezza rajput. Edificata dal raja Man Singh nel 1592, sorge su una collina che sovrasta un lago artificiale in mezzo al quale i principi avevano fatto costruire dei padiglioni estivi.

Fondata nel Nord del Rajasthan da un discendente dei principi di Yodhpur, è circondata dal deserto. Delimitata da alte mura, fu un importante centro carovaniero celebre per i suoi cammelli. Ancor oggi è sede del Bikaner Camel Corps, il pluridecorato reggimento distintosi in tante guerre. Nel Lalgarh Palace, sede museale, vive la famiglia reale di Bikaner.

 

Come un miraggio, si staglia tra le dune del deserto del Thar a un centinaio di chilometri dal confine pakistano. Fondata nel 1156 dai rajput della dinastia della Luna, è la città che meglio ha conservato la propria fisionomia di avamposto nel deserto. La posizione strategica lungo le rotte carovaniere ne fece un fiorente centro di sosta e commerci per le carovane dirette ai lontani mercati dell’Asia centrale.

Seconda più grande città del Rajasthan dopo Jaipur, nel 1459 fu fondata al limitare del deserto del Thar da Rao Jodha, capo del clan dei Rathor. Il forte di Jodhpur si contraddistingue per imponenza e maestosità: i massicci bastioni sono lunghi più di 10 km e interrotti solo da sette porte.

Il complesso di edifici religiosi si contraddistingue per le volte a cupola sorrette da 1.400 colonne di marmo su cui sono scolpiti raffinati intarsi e bassorilievi riproducenti figure mitologiche.

La fortezza di Chittor, antica capitale del principato Mewar, è il simbolo dell’ideale eroico rajput avendo conquistato un posto nella storia indiana per il sacrificio dei propri abitanti. Lungo la salita che porta al forte si trovano i “chattri”, monumenti che ricordano gli eroi caduti nell’assedio; l’accesso all’interno della cittadella avviene attraverso sette porte.

Situata in una verde oasi sulle rive del lago Pichola, è uno dei posti più romantici dell’India e vanta un gran numero di palazzi, laghi, templi e giardini. Tra tutte le attrazioni spicca il Lake Palace, un hotel di lusso fatto di marmo bianco.

Irreale città di arenaria rossa fatta erigere dall’imperatore Akbar e abbandonata per mancanza d’acqua dopo 12 anni. In prossimità della nuova capitale l’imperatore fece pure costruire una delle più grandi moschee asiatiche: qui è racchiusa la tomba di un sant’uomo musulmano, Salim Chisti, il quale profetizzò all’imperatore la nascita di tre figli maschi. La speranza dei pellegrini è quella di ottenere una sorte simile a quella della paternità imperiale.

Appare dalle sabbie del deserto come un miraggio, e risale al XVIII sec., fondata da ricche famiglie di mercanti. Le dimore costruite lungo le piste carovaniere che conducevano al Pakistan non presentano all’esterno motivi di grande interesse; avendo gli architetti concentrato tutti i propri sforzi all’interno delle stesse.

In India possono essere integrati da un soggiorno-mare nelle isole Andamane e Nicobare (che si affacciano alla Birmania e alla Malesia), oppure a Goa sulla costa occidentale o ancora a Kovalam nell’India del sud.

La fortezza di Gwalior deve il proprio nome a Gwalipa, eremita che visse in questo luogo. La leggenda narra che il saggio curò un re dalla lebbra: il sovrano decise di fondare la capitale sul luogo della miracolosa guarigione. All’interno delle mura sorgono templi e palazzi, tra cui spicca Man Singh rifinito con deliziose decorazioni che virano tra il blu e l’oro.

L’antica capitale della dinastia Chandela comprende più di 30 templi costruiti tra il 950 e il 1050 circa, tutti riconducibili al culto induistico o giainico. Grandiosi esempi di architettura indoariana, sono celebri soprattutto per le decorazioni erotiche di cui sono ricoperti. Costruiti in arenaria, sono un esempio di armonia e proporzione. La statuaria erotica riflette l’influsso del tantrismo, corrente di pensiero e pratica religiosa che diede grande spazio all’interpretazione mistica della simbologia sessuale.

Antica capitale dello stato di Jhansi, la cui regina cadde combattendo contro gli inglesi, sorge in una verde oasi sul fiume Betwa. Circondata da fertili pianure fluviali, quest’incantevole città medioevale del XVI sec. è una felice sintesi tra architettura induista tradizionale, indosaracena e dei Mughal.

 

A 10 km da Varanasi, è un’importante meta di pellegrinaggio per i buddisti. Il suo nome deriva da Sagarnath, “Signore dei cervi”: sarebbe questo il “Parco dei cervi” dove il Buddha pronunciò il suo primo discorso. Nel III sec. l’imperatore Ashoka vi fece costruire uno stupa commemorativo del Buddha al quale si aggiunsero i monasteri che ricevettero la protezione delle varie dinastie indù e buddiste sino all’avvento degli invasori islamici nell’XI sec.

Chiamata Benares dagli inglesi e “Kashi” (la splendente) dagli indù, Varanasi è la città santa per eccellenza. Città di Shiva, luogo fisico e metafisico in cui raggiungere la fine di questa e di ogni altra vita, il luogo in cui s’incontra il dio ordinatore del Tempo, della Morte e della Rinascita. Meta di un pellegrinaggio perpetuo da tutta l’India, la città riserva uno spettacolo unico al mondo: un’immensa folla di pellegrini e devoti pulsa nei vicoli che portano ai “Ghat”, le gradinate sul fiume, scenario di riti millenari. Preghiere e invocazioni, abluzioni nelle sacre acque del Gange. Templi e palazzi, costruiti gli uni sopra i ruderi degli altri attraverso i secoli, formano uno straordinario palcoscenico sulla riva sinistra del fiume.

Narra la tradizione che ad Allahbad, in un punto preciso detto Triveni, si incontrino le acque dei tre fiumi sacri indiani: Gange, Yamuna e Sarasvati. Anche qui, come a Hardwar, ogni 12 anni ha luogo il Khumba Mela, spettacolo di straordinaria intensità religiosa.

Rishikesh è la città dei Rishi, asceti che popolano la zona tutto l’anno vivendo in eremi o caverne: è il luogo in cuiil fiume Gange scende dalla montagna e dai tempi antichi è considerato centro d’eccellenza per la meditazione, favorito da un clima mite e da un travolgente scenario naturale.

Gli inglesi fecero di questa cittadina una bella stazione turistica e a metà del secolo scorso introdussero la coltivazione del tè, che ancor oggi è considerata una delle migliori qualità esistenti al mondo. A un’altezza di 2134 m, ai piedi della possente montagna Kanchenjunga, Darjeeling si estende su vari livelli collegati tra loro da scale e gradinate. Il cuore della “città bassa” è il bazar dove le genti delle montagne s’incontrano per i loro commerci. Bellissimo lo spettacolo delle terrazze coltivate a tè che digradano verso il fondovalle.

 

Capitale del Sikkim posta a 1.550 m, affascina per la caratteristica geometria dei suoi palazzi, per la varietà etnica della sua popolazione e per l’atmosfera ancestrale che lo avvolge. Fra i luoghi più interessanti della città troviamo l’Istituto di Ricerche Tibetane, uno dei principali centri di studio mondiali della civiltà tibetana; la cappella reale di Tsuk La Khang e il monastero di Enchey che sovrasta la città offrendo una magnifica veduta sulla valle e sul Kanchenjunga.

Capitale dello stato dell’Assam.
Considerata la porta d’accesso alla regione nord-orientale del paese. È una delle città indiane che registra la maggiore crescita, con importanti attività commerciali e un polo univesitario.

Sorge ai piedi del monte Allahakbar, ed è la capitale della cultura e della letteratura, la città delle poesie, dove si trova la tomba di Hafez, uno dei poeti più amati del paese (in ogni casa iraniana esiste un suo libro e sulla sua tomba si declamano di continuo le sue poesie) e la tomba di Saadi, altro brillante poeta (una sua opera è scolpita sul portale dell’ONU).

Si trova a 60 km. da Shiraz e fu fondata nel 518 a.C. dal grande Dario, che la volle come sua residenza primaverile. Veniva utilizzata per festeggiare l’inizio dell’anno (coincidente con la primavera). Un maestoso palazzo si ergeva su un’alta spianata dalla quale si dominava tutto l’orizzonte. Da quello che rimane della grandiosità di questo edificio si può intuire l’importanza non solo politica, ma anche culturale ed artistica degli antichi persiani. Vicino a Persepolis  si possono visitare la necropoli di Naqsh-e-rostam dove si trova la tomba di Dario e di altri re achemenedi, un tempio del fuoco zoroastriano e i bassorilievi del periodo sassanide

Fu la prima capitale dell'impero achemenide, qui si trova la tomba di Ciro, l’imperatore persiano che fu uno dei protagonisti della storia dell’antichità

Yazd è situata a 1230 mt. di altitudine in un'oasi fra i deserti del Dasht-e Kavir e del Dasht-e Lut. Per il clima ostile, torrido d’estate e freddo d’inverno,  sui tetti delle case di Yazd si possono notare i tipici badgir, delle particolari torri di ventilazione non meno efficace dei moderni impianti di aria condizionata. In passato Yazd fu un importante centro religioso dello zoroastrismo preislamico e, ancora oggi, in città esiste una considerevole minoranza di seguaci di Zoroastro. Nota in Iran per l'artigianato di prima qualità, che produce soprattutto tessuti di seta,  attività già fiorente quando vi giunse Marco Polo verso la fine del XIII sec. La città tutta assume il colore dell’argilla, in quanto la maggior parte delle case costruite in mattoni di fango. Tra i templi zoroastriani l'Ateshkadè è forse il più importante: qui è custodita la fiamma sacra che, secondo la tradizione, arde ininterrottamente dal 470 a.C. circa. Intorno al tempio si estende il quartiere zoroastriano, l'unico esistente in una città dell'Iran. Nei dintorni di Yazd da vedere le  “torri del silenzio”dovevenivano esposti i morti degli zoroastrianilasciandoli in balia degli avvoltoi, evitando così che la terra si contaminasse.
La grande e magnifica moschea Masjed-e Jame'che risale al XIV secolo  è un'altra tappa irrinunciabile.

E' un piccolo centro a 90km da Esfahan conosciuto per il mercato agricolo (frutta e tabacco). Fiorente già in epoca preislamica (sussistono ancora resti di un tempio sassanide del fuoco), dell'epoca islamica conserva un notevolissimo complesso comprendente la bella moschea a quattro ivan, un santuario ottagonale cupolato, la tomba di 'Abdu's Samad al-Isfahani e un minareto a torre cilindrica, con tracce di decorazione in ceramica smaltata.

A 258 km da Teheran, la città di Kashan è un'affascinante oasi in mezzo al deserto. Il suo nome deriva dalla parola Kashi che significa piastrella, per la cui produzione la città è famosa ancora oggi. Da non perdere il giardino Bagh-è Tarikhi-ye Fin, probabilmente uno dei più belli rimasti in tutto l'Iran (dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco) e le "case storiche" (residenze private oggi diventate musei). Progettato per lo scià Abbas I, il giardino rispecchia la visione persiana del paradiso.

Ospita la più alta concentrazione di monumento islamici del Paese ed è forse la più bella città iraniana. Il clima è temperato per quasi tutto l'anno. Si trova al centro dell'altopiano. Un vecchio detto persiano dice “Isfahan è la metà del mondo” e numerosi viaggiatori hanno lasciato una descrizione entusiasta. Isfahan, già residenza reale sotto gli Achemenidi, vide la dominazione sassanide, araba e selgiuchida. Durante il periodo dello scià safavide Abbas il Grande, nel XVII sec. Isfahan divenne una delle più belle città del modo. 120 moschee, la grande piazza Meidan Emam con i preziosissimi monumenti circostanti, i giardini paradisiaci e molto altro fanno di questa città una meta irrinunciabile che da sola "vale un viaggio". Assolutamente da vedere: la moschea Masjed-e Emam, rivestita all’interno dalle piastrelle di maio-lica azzurra il cui colore assume tonalità diverse a seconda delle condizioni di luce; il Bazar e suoi antichi ponti, tra tutti il Si-o-se Pol (ponte delle 33 arcate), e il Pol-e Khaju. Benché non siano affatto unici, i Menar Jombun "minareti oscillanti" di Isfahan sono probabilmente i più famosi, quando si sale la stretta scala pare che oscillino.

Il Parco del Buddha, giardino tropicale popolato da un gran numero di immagini del Buddha; il Lago Nam Ngum, bacino artificiale calato in uno splendido scenario naturale, dove si possono affittare imbarcazioni per una rilassante gita; le Grotte di Vang Xang, i resti di un santuario Khmer dell’XI sec. il cui nome, “corte degli elefanti”, deriva dal ritrovamento in zona di un cimitero di elefanti.
Le province più accessibili e maggiormente battute dal turismo sono quelle centrali di Vientiane, Xieng Khouang, Luang Prabang e quella occidentale di Bokeo ai confini con la Thailandia.

Si possono visitare alcuni interessanti villaggi tra cui Ban Pha Nom, villaggio abitato dall’etnia Lu famoso per la produzione di tessuti di seta. Non lontane le Cascate Khuang Sye e le Grotte Pak Ou, dove il Nam Ou, secondo fiume del Paese confluisce nel Mekong. Queste grotte naturali scavate su una parete a strapiombo, sono state trasformate in luogo sacro.

Territorio compreso tra le province di Vientiane e Luang Prabang copre un’area prevalentemente montuosa interrotta solo dall’altipiano delle Giare che si estende alle pendici del monte Phu Bia (2819 m), il più alto del Paese. In passato quest’area rivestì una particolare importanza per la presenza della via carovaniera che conduceva verso oriente alla città vietnamita di Vinh. Il nuovo capoluogo di provincia è la città di Phonsavan, celebre per la vicinanza all’altopiano delle Giare con il suo mistero archeologico. Una piana disseminata di giare in pietra di varie dimensioni, molte delle quali con un un peso di 6 tonnellate, di cui non si conosce ancora l’età e la funzione. Alcune affascinanti rovine si trovano a Muang Khoune, a circa 30 km dal capoluogo. Meritano una visita le minoranze etniche che abitano i villaggi Ban T’ai Phuan e Ban H’mong, nei quali si svolgono dei pittoreschi mercati domenicali.

 

Attorno al Padang sorgono i più importanti edifici della tradizione coloniale britannica: Parliament House, Victoria Theatre, Cricket Club, Supreme Court e City Hall ed il favoloso Raffles Hotel, meta all’inizio del Novecento di aristocratici, divi del cinema, scrittori e poeti.

Il 78% della popolazione di Singapore è di origine cinese e discende dai primi gruppi di emigranti. I più significativi edifici di Chinatown sono: Chinaman Scholar’s Gallery, riproduzione di  un’antica abitazione cinese, Thian Hock Keng Temple. Oltre allo Sri Mariamman Temple , il più antico tempio indù dell’isola.

I primi emigranti indiani giunsero a Singapore nel 1825, fondando una fiorente comunità che oggi rappresenta il 7% della popolazione. Un angolo di India intorno alla vivace Serangoon Road con i tipici colori dei vestiti e le botteghe di sete, ghirlande di fiori, gioielli e suppellettili.

I mercanti arabi furono tra i primi a raggiungere l’Estremo Oriente, portando la propria religione e le proprie tradizioni. Oggi il 14% della popolazione di Singapore, soprattutto di etnia malese, è musulmano. Alle spalle della moschea le basse shop-house malesi si alternano ad abitazioni cinesi lungo Bussorah Street.

Antica capitale fondata nel IV sec. d.C. è sede di monasteri, stupe e resti di palazzi e antiche cisterne. E’ famosa per l’albero sacro Bo-Tree, nato da un ramo del Ficus Religiosa, importato da Bodh Gaya (India),  sotto il quale il Buddha raggiunse l’illuminazione.

Divenne capitale dell’isola quando, all’inizio del secolo XI sec. Anuradhapura soffrì una della più terribili tra le tante invasioni indiane. Oggi offre ai visitatori stupe, templi, reliquie e imponenti statue del Buddha, in particolare il Buddha Dormiente, nel tempio di roccia Gal Vihara.

La città che con le prime due completa questo triangolo culturale. Su una grande roccia isolata, alta 152 metri e circa 1.6 km larga intorno alla base, sorge il “tempio roccioso” più splendido dell’isola. La veduta dalla sommità di questa roccia è semplicemente emozionante. Una serie di grotte, tutte trasformate in piccoli templi, ospitano statue del Budda. La statua più imponente è il Budda sdraiato, di 14 metri incavata nella roccia.

Qui si trova la fortezza del Re Kassapa I ( VI sec. d.C.) che rappresenta un altro stile architettonico, con il ciclo di affreschi noti come “le fanciulle di Sigirya”. Dei 50 ritratti originari ne rimangono 19.  Il re fece costruire il palazzo su una roccia inaccessibile ispirato dalla mitica abitazione di Kivera, dio della ricchezza. Un sentiero protetto da un muro fortificato, detto “muro specchio” per quanto è lucido, grazie all’azione della luce, dell’acqua e del vento nei secoli, porta alla vetta da cui si dispiega una vista magnifica.

Capitale dell’isola nell’anno 1300, è, come la ben più nota Sigiriya, una roccia che si erge improvvisamente dalla zona circostante, con un’altezza di circa 91 metri. Yapahuwa è circondata da fossati e bastioni. Una scalinata molto decorativa rimane ancora oggi la più grande attrazione per i visitatori.

Nel centro dell’isola, a 500 metri di altezza, fondata nel XIV sec., è l’indiscussa capitale culturale, sede della più prestigiosa università del Paese, e anche di antichi e famosi templi, principalmente il Dalada Maligawa, dentro le cui mura di colore rosa è conservato il dente di Buddha, una delle reliquie più venerate dai fedeli di questa religione.

A 155 km da Bangkok, la sua origine appartiene al periodo Dvaravati che va dal VI al IX sec. d.C. e fu in seguito ammessa sotto l’impero Khmer che vi costruì splendidi monumenti. I maggiori sono il Phra Narai Ratchaniwet, il Palazzo del re Narai (XII sec.), il Wat Phra Si Ratana Mahathat, il più affascinante dei templi della città, il Wat sai Thong Thong (XVII sec.), e il San Phra Khan. A poca distanza dalla città vi è il palazzo Bang Pa In, antica residenza estiva dei primi re Chakri, con il meraviglioso tempio Wat Niwet Thamaprawat.

A 350 km da Bangkok. Antica capitale del regno di Sukhothai si trova sulle rive del fiume Ping. Il suo nome, “Fortezza di Diamante”, deriva dalla sua originale fortificazione, ancora oggi pressochè intatta. Qui si rifugiò l’ultimo re di Sukhothai prima della sottomissione al regno di Ayutthaya nel 1378. Fuori dalle mura, si possono visitare il Wat Chang Rob, il tempio degli elefanti che poggia su una piattaforma sostenuta da 68 pachidermi, e il Wat Phra Si Iriyabot, che contiene quattro statue del Buddha di notevoli dimensioni.

A 425 km da Bangkok. Antica capitale del regno di Sukhothai si trova a circa 12 km dalla città nuova. La maggior parte dei vecchi templi ha subito ristrutturazioni: il Wat Chedi Sung, l’imponente Wat Mahathat, del XIII sec. e arricchito da quattro cappelle di pietra e da quattro torri in stile Khmer, il Wat Phra Phai Luang, altro bell’esempio di arte Khmer, e il Wat Sra Sri, edificato su un’isola. Il Museo Rama Khamheng che espone importanti oggetti d’arte.

A 500 km da Bangkok.Fu fondata nel XIII sec. dal viceré di Sukhothai sulle rive del fiume Yom. Gli antichi edifici sono principalmente templi religiosi. I maggiori sono il Wat Chang lom, del 1285, il Wat Phra Si Ratana Mahathat, costruito su un’ansa del fiume, e il Wat Phra Borom That. Di notevole bellezza le rovine dell’antica città di Uttaradit che dista soli 34 km.

A 53 km a sud di Sukhothai, questa moderna città e attivo centro commerciale è la principale località della zona. Da visitare alcuni templi, il più famoso Wat Phra Sri Mahathat, con una immagine in bronzo del Buddha, del XV sec., di grandi dimensioni. A poca distanza dal centro il Wat Chulamani, costruito con forti influenze dello stile Khmer. Il Museo Thawi Buranaket raccoglie importanti collezioni di arte popolare.

Situata a 320 km da Bangkok. Importante il tempio Prasat Hin Phimai, del XII sec., uno dei massimi esempi di architettura religiosa Khmer fuori dalla Cambogia. 100 km a sudest di Nakhon Ratchasima vi è il bellissimo tempio di Prasat Phanom Rung, in stile Lop Buri dell’XI sec., fatto erigere da un re Khmer in cima a una collina, in omaggio a Vishnu. Dal capoluogo di provincia si raggiunge facilmente la città di Surin.

La città di Hué fu capitale del Vietnam dal 1802 al 1945, durante il regno dei 13 imperatori della dinastia Nguyen. Principali attrazioni sono, infatti, le tombe degli imperatori, le numerose pagode e i resti dell’antica Cittadella costruita nel 1687, dentro la quale si trova la Città Perpetua Proibita, antica residenza della famiglia imperiale. Disposta sulle rive del fiume dei Profumi, a soli 15 km dalla costa sul Mare Cinese Meridionale, è una delle principali attrattive turistiche del Paese.

A breve distanza da Da Nang, un tempo fu un fiorente porto commerciale e grande centro di scambi culturali tra oriente e occidente. Insieme armonioso di antichi templi, pagode, case di clan, negozi, conta numerosissimi punti d’interesse: il Ponte Giapponese Coperto, edificato nel XVII sec., in forma arcuata e con il tetto ondulato di tegole verdi e gialle; la Pagoda Chua Phuc Kien (1792), punto d’incontro di molte generazioni dello stesso clan, dedicata al culto della Signora Thien Hau; la Pagoda di Puhc Thanh (XV sec.), e le sue statue particolarmente belle; Nguyen Thai Hoc Street, la strada più caratteristica di Hoi An, una commistione degli stili cinese, giapponese e vietnamita.

Situata a 80 km in linea d’aria dalla costa, si estende sulla riva destra del fiume Saigon. La presenza dei francesi continua a farsi sentire nell’architettura coloniale, nei lunghi viali alberati. Da non perdere l’Ufficio Postale e la pagoda Thien hau, il mercato cinese.
Da visitare a Cu Chi, a 35 km a nord ovest di Saigon, una zona che svolse un ruolo di primo piano nelle guerre contro i francesi e gli americani grazie ai suoi 200 chilometri di gallerie, un vero e proprio villaggio sotterraneo, utilizzato dai guerriglieri vietcong.

Nuova capitale amministrativa e finanziaria della Malesia, è una città moderna e tecnologica, edificata per alleviare dalla congestione e dal sovraffollamento Kuala Lumpur.

La sua popolazione è un’affascinante mescolanza di razze Malese, Cinese, Indiana, e Portoghese. Nel XV secolo divenne famosa per essere il più grande porto dell’Asia e centro del commercio delle spezie. Successivamente venne colonizzata dai Portoghesi, dagli Olandesi ed infine dagli Inglesi, ciascuno dei quali lasciò tracce indelebili del proprio passaggio. I segni di questa vicenda si possono scoprire nella chiesa di S. Paolo, nella fortezza di Famosa (teatro dell’assedio delle milizie olandesi alla guarnigione portoghese), nella Christ Church e nella Stadthuys, eredità della dominazione olandese. Altre tradizioni si rivivono nel tempio di Cheng Hoon Teng, il più antico luogo di culto cinese in Malesia, e nel Baba Nyonya Heritage Museum, dove sono conservati numerosi reperti risalenti al XV sec.. Da non perdere il Cultural Museum, riproduzione del palazzo del Sultano, e una passeggiata alla ricerca di pezzi d’antiquariato lungo Jonker Street.

Seconda grande città della Malesia. Punti d’interesse sono le grotte di roccia calcarea di Perak Tong e di Sam Poh Tong con templi molto caratteristici al loro interno, il Museo Geologico, le rovine del Castello di Kellie, i Lake Gardens di Taiping, Bukit Larut Hill Resorts, il Museo Nazionale, la Moschea Ubudiah, il Santuario di Kuala Gula Bird e il Parco giungla di Kuala Woh.

La fertilissima isola di Giava costituisce un mondo a sé stante. L’isola più popolosa al mondo gode di fama mondiale per le danze e le tradizioni teatrali, le marionette Wayang, la musica gamelan e i tessuti batik, i templi antichi e gli eleganti palazzi ma soprattutto per la bellezza dei suoi paesaggi: dalle foreste tropicali di Ujung Kulon ai pascoli alpini del monte Gede Pangrango, dalle dune di sabbia scura di Parangritis fino alle lande lunari del monte Bromo.

Capitale della Repubblica, è situata sulla costa settentrionale di Giava occidentale. Tra i luoghi di particolare interesse ricordiamo la nuova Moschea Istiqlal, tra le più grandi del mondo, il Monumento Nazionale e a sud della città l’esposizione permanente della Taman Mini, i 340 ettari del gigantesco parco di Ancol, con ogni genere di svaghi, le golette Bugis,  Chinatown.

Situata su un altopiano a 670 m.  sul livello del mare nella regione di Giava occidentale, è un centro di studi e ricerca scientifica indonesiana. Le circostanti zone collinari ospitano le maggiori piantagioni di tè e di corteccia di china di Giava: una grandissima percentuale del chinino prodotto nel mondo proviene da queste lande. Qui la natura vulcanica si  svela in tutta la sua potenza attraverso i geyser ed il cratere fumante del Monte Tangkuban Prahu.

Assolutamente da non perdere i cimeli di inestimabile valore custoditi nel palazzo reale Mangkunegaran e i mercati delle pulci e dei giocattoli.

Familiarmente nota come Yogya, la città è la culla della cultura giavanese. Il monumento più rappresentativo è il Kraton, il Palazzo del Sultano eretto nel 1757. Disseminata di fiorenti industrie di batik, argenteria e cuoio, ha ottimi negozi di antiquariato. Altri centri d’interesse sono il Taman Sari (castello d’acqua), le tombe Imogiri, raggiungibili inerpicandosi lungo 345 gradini e i giardini botanici di Gembria. A due passi dalla Città si trovano i  templi di Prambanan (eretto nel X sec. in onore degli dei Shiva, Brahma e Vishnu, è il più alto tempio indù del paese) e Borobudur (il tempio buddista più grande al mondo, un gigantesco complesso architettonico, costruito intorno all’850 a.C ed abbandonato nel X sec d.C).

Graziosa cittadina, a 1308 m. s.l.m sulle rive del lago Beratan, un posto di villeggiatura per i locali, nota per il mercato dei fiori di Candi Kuning ed i vicini giardini botanici. Bello il tempio di Ulun Danu, erto su un piccolo promontorio sporto sul lago.

A 1000 m. di altitudine sui pendii del Monte Gunung Agung, vulcano sacro di Bali, si eleva il tempio madre di Bali. Il Pura Besakih  è un enorme complesso di oltre 30 templi e dal X sec. è lo scenario elettivo delle più fastose cerimonie celebrative.

Indaffarata capitale dell’isola, è il luogo ideale per lo shopping, per gustare la cucina indonesiana e per ripercorrere il passato storico di Bali. Da non perdere il nuovo Centro d’Arte Museum Bali.

Città coloniale della costa occidentale e luogo di accesso al  Pura Luhur Batukaru, è uno dei sei templi più importanti dell’isola. Costruito nel XIII sec., si trova ai piedi di un vulcano ed è circondato da una vegetazione fitta ericca.

Il tempio di Tanah Lot, sulla costa occidentale, a poca distanza da Kediri, rappresenta una delle più spettacolari vedute di Bali: posto su una roccia solitaria a breve distanza dalla costa.

Per decenni il villaggio ha attratto celebrità e artisti da tutto il mondo, alla ricerca di nuova vena creativa in questa parte di Bali. Oggi che la strada principale è costeggiata da negozi che vendono dipinti, sculture di legno, tessuti, chincaglierie e un’enorme quantità di piccoli oggetti, l’atmosfera non è affatto cambiata.

Una vera e propria attrazione  che vale la pena di visitare. Ognuno di essi ha la propria vocazione: a Celuk si lavora l’argento, Medangan è un villaggio di pittori, Mas è sede di botteghe artigianali di intagliatori del legno (maschere), Pengosekan è un’altro centro di pittori, Ubud è sede di pittori ed intagliatori del legno. Si possono fare degli ottimi acquisti di oggetti di artigianato trattando sul prezzo

La più celebrata attrattiva di Sulawesi, il Paese dei Re Celesti, si trova a circa 450 chilometri a nord di Ujung Pandang. I Toraja sono noti per le tipiche abitazioni riccamente decorate con i tetti rialzati alle due estremità, e per i loro riti ed usanze funebri. Qui i defunti vengono deposti in tombe rupestri e le loro effigi sistemate su piccoli balconi sottostanti.

Un tempo chiamata Makassar, è attualmente la capitale di Sulawesi meridionale: una città molto attiva e prospera. La zona centrale è dominata da Fort Rotterdam, affiancato da un gran numero di edifici antichi, templi cinesi, una vasta piazza ed un delizioso giardino di orchidee.

Principale città del Paese dei Toragia, si raggiunge dopo aver percorso un avventuroso itinerario di strette e tortuose strade di montagna. Si trovano bellissime testimonianze di case Toragia riccamente intagliate.

Questa ampia provincia occupa la metà occidentale della Nuova Guinea. Una catena di montagne ne percorre l’intera lunghezza culminando nel Puncak Jaya con i suoi 4.484 m. d’altezza. Gli irregolari altopiani sono le zone più abitate. A nord il fiume Memberano attraversa basse colline per poi dividersi e creare la vasta aerea di Meerlakte. Il fiume Baliem scorre verso sud lungo l’unica gola della catena montuosa centrale fino a sfociare in uno dei più grandi acquitrini del mondo. Nonostante la distesa di vegetazione, che è seconda solo a quella amazzonica, il suolo di Irian è sottile e soggetto a erosioni. Appartengono alle varietà vegetali del luogo piante mangiatrici di insetti, funghi fosforescenti e 2.700 specie di orchidee. Nelle zone montuose cresce una vegetazione alpina tropicale, formata per lo più da felci e strane piante che rendono il panorama di questi luoghi ancora inviolati misterioso e affascinante.

Nota come patria di due gruppi etnici, i Toraja sulle montagne, e i Bugi nelle zone lungo i fiumi e sulla costa, Sulawesi in realtà ospita una grande varietà di popolazioni ed offre panorami e meraviglie naturali in grande quantità. Le sue genti sono note soprattutto per gli affascinanti riti ancestrali volti ad assicurare l’ascesa delle anime dei defunti.

Seconda città del Tibet, a 3.900 m, ha un interessante quartiere tibetano e un coloratissimo mercato. Èla sede del Panchen Lama, la seconda autorità religiosa e civile del Tibet teocratico, abate del Monastero di Tashilumpo. Tra i monasteri imperdibili. Monastero di Tashilumpo (cin.Zashenlunbu): fondato nel 1447 da Gedun-trup della Setta dei Berretti Gialli, il monastero è molto vivo e l'attività vi ferve tutto il giorno. Interessante la visita della cappella del Buddha del futuro, Maitreya (con la più alta statua buddhista di bronzo del mondo, 26,7 m). Monastero Narthang (cin. Ladangsi): le sue rovine si trovano circa 15 km a ovest della città. Fondato nel 1153 da uno dei discepoli di Atisha, Narthang era uno dei quattro grandi monasteri della regione dello Tsang, con Shalu, Sakya e Tashilunpo. Monastero di Sakya:si trova a 155 km da Shigatse, non lontano dalla strada che porta al confine con il Nepal. Il significato di Sakya in tibetano è "terra grigiastra", per il colore del terreno intorno. Il Monastero di Sakya rappresentò il centro d’influenza della Setta Rossa Sakyapa, che dominò sul Tibet a più riprese intorno al XIII sec., una setta monastica particolarmente versata nella stregoneria e nelle pratiche magiche.

Posta a 3.950 m di altitudine, storicamente al centro delle strade carovaniere verso il Bhutan e il Sikkim. I monasteri più importanti sono:Il Monastero Palkhor Chode (cin. Baijusi), un monastero Gelupka risalente al 1365 che un tempo comprendeva un'intera cittadina all'interno delle mura. In uno dei due templi si possono ammirare le statue laccate di 84 santi e una superba collezione di 15 mandala murali. Il Kumbum, annesso al Monastero Palkhor Chode, è il chorten più grande del Tibet. Costruito nel 1427 da un principe di Gyantse, ospita una serie di 70 cappelle affrescate con 27.000 figure e 100 statue. Il Dzong, il Forte, che torreggia sopra Gyantse, offre una stupenda vista sulla valle.

Da Pokhara l’Himalaya appare in tutta la sua magnificenza e nelle giornate limpide, le acque calme del lago Phewa rispecchiano le vette, tra queste: l’Annapurnae il Machapuchre. I villaggi abbarbicati nelle alte valli himalayane distano lunghi giorni di cammino, ma la salita a piedi a Sarangkot, attraverso risaie a terrazza e piccoli borghi, permetterà di ammirare l’anfiteatro di alcune delle più alte vette della terra. Nelle valli laterali, con alcune ore di cammino, si possono raggiungere i tipici villaggi delle popolazioni Gurung.

A 5 km da Kathmandu, sorge il villaggio di Kirtipur, una magnifica eccezione nel panorama degli insediamenti Newar sull’altopiano. Fondata come avamposto militare di Patan nel XII sec.,divenne regno indipendente e fu l’ultima fortezza Malla. Città contadina e mercantile, conserva ancora begli esempi di decorazioni di legno intagliato e edifici in mattoni che si ergono su terrazze collegate da viuzze ripide.

Bhaktapur - Bhagdaon - Nepal
La leggenda vuole che Bhaktapur, “la città dei devoti”, sia stata costruita nel IX sec. modellandola secondo la forma a chiocciola della conchiglia di Visnu. Alla periferia meridionale della città scorre il fiume sacro Hanumante. Quest’ antica capitale ha conservato un’atmosfera tipicamente medioevale. Uno dei luoghi più suggestivi della città è il mercato dei vasi.

Patan, la “città dei mille tetti dorati”, è situata in Nepal su un altopiano che sovrasta il fiume Bagmati. Famoso centro artistico e artigianale, il sito è chiamato anche Lalitpur, ossia “la città bella”. Essenzialmente buddista, fu edificata in gran parte dai re Malla che regnarono dal 1380 al 1760. Patan è considerata la culla delle arti e dell’architettura nella Valle di Kathmandu, un vero e proprio museo all’aperto con più di 136 monasteri, 55 grandi templi, dimore e palazzi di un’eleganza straordinaria.

Fu l’antica capitale del Sultanato dove nacque l’Islam in Oman. Collocata nel mezzo di una grande oasi, Nizwa è lo snodo delle vie dei carovanieri provenienti dal Nord e dal Sud del paese. Le attrazioni principali sono il forte, costruito alla metà del ‘600 sulle rovine di un castello, la più grande costruzione di questo tipo nella penisola arabica, e il suk, uno dei più belli e ricchi del paese. Tutti i venerdì in questa città di svolge un importante mercato di bestiame. Da Nizwa partono molte escursioni verso le aree interne dell’Oman, come alla grotta di Al Hoota, lunga 5 km, facilmente visitabile anche a  bordo di un trenino, e il villaggio di Al Hamra, il più autentico di tutto l’Oman, con edifici che richiamano le famose case color ocra del vicino Yemen.

Sur è un pittoresco villaggio, famoso perché qui si costruivano i Dhow le classiche imbarcazioni dell’Oman. Nei pressi di Sur è imperdibile Ras al Hadd, l’estrema punta orientale dell’Oman. Qui le acque del golfo omanita si uniscono con quelle del Mar Arabico. Come a Ras al Jinz le tartarughe vengono a deporre le uova, tra settembre e novembre. Quando si schiudono le uova è uno spettacolo vedere i piccoli precipitarsi verso il mare. Questo accade la mattina presto o molto tardi perciò si raccomanda di trascorrere la notte sul posto.

Capoluogo dello "Sunshine State" Brisbane è oggi la metropoli prediletta dagli australiani. La città ha un clima mite tutto l’anno e a pochi passi dalla città si trovano i famosissimi e frequentatissimi luoghi di villeggiatura della Sunshine Coast (a nord) e della Gold Coast (a sud).

Al Ain è una città dell’emirato di Abu dhabi. Al Ain, 421.948 abitanti, è la quarta città del Paese, si trova al confine con l’Oman. Situata sulle montagne Hajjar, è una delle più antiche città degli Emirati Arabi Uniti. Alcune sue oasi e alcuni suoi siti archeologici sono stati inseriti  nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.  Per migliaia di anni l'oasi di Al Ain è stata una tappa importante per tutte le carovane, che percorrevano le antiche rotte commerciali attraverso l’Arabia Saudita. Qui si svolge il mercato dei cammelli, il più grande degli Emirati Arabi Uniti. Da vedere Al Ain Palace, trasformato oggi in museo e residenza in passato di Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan, fondatore degli EAU, il Forte Jahili, uno dei più grandi castelli di Al Ain e il miglior esempio di architettura militare islamica locale.

Fondata nel 3000 a.c. è la città più antica degli EAU ed è considerata la capitale culturale del paese,  conosciuta come la “Perla del Golfo ". I luoghi da visitare sono la Moschea Re Faisal, il Forte ristrutturato, ex residenza della famiglia reale, e il Museo Sharjah Heritage che custodisce la tradizione e la cultura degli Emirati. Da non perdere il colorato Souk Al Arsa.
Area di Tsedang e del fiume Yarlong Tsangpo
A 190 km da Lhasa, altitudine di 3.400 m, Tsedang e l'adiacente città di Nedong formano, dopo la costruzione attorno alle vecchie città tibetane di nuovi e grandi edifici cinesi, un unico agglomerato. Yumbu Lakang: secondo la tradizione rappresenta la più antica costruzione in pietra del Tibet. La leggenda ascrive la sua costruzione a Nyatri Gampo, il primo dei re celesti, che si crede sia disceso dal cielo intorno al 130 a.C.,Èinvece probabile che il castello sia stato costruito nel VI sec. Monastero di Samye: è una delle costruzioni più imponenti del Tibet. Per arrivarci bisogna prendere un traghetto che attraversa il fiume Yarlung. Samye fu fondato nel 779. Vi sono rappresentati stili architettonici differenti, cinese, tibetano e indiano. Monastero di Mindroling: uno dei monasteri più importanti della setta rossa, risalente al 1671.
ll Triangolo d’Oro: dove s’incontrano le frontiere di Thailandia, Laos e Birmania, associato alla coltivazione, lavorazione e contrabbando dell’oppio, trova il suo centro principale in un villaggio sulle rive del Mekong,  Vale la pena visitare il museo dell’oppio che racconta la storia del contrabbando di questa droga.
Villaggio ai confini con la Birmania funge da posto di frontiera, anche se è chiuso ai turisti. Come attrazione turistica vi è l’Wat Phra That Doi Wao, che sorge su una collina dalla quale si gode un meraviglioso panorama verso il territorio birmano. Tra l'altro vi è un mercato di pietre preziose che provengono dalla Birmania.
  Kanchanaburi si trova 130 chilometri a ovest di Bangkok, a solo due ore di auto. La provincia vanta cascate e grotte tra le più belle della Thailandia nei suoi parchi nazionali, così come il ponte storico che attraversa il fiume Kwai. Inoltre, è un luogo ideale per praticare sport ed esplorare la campagna thailandese senza allontanarsi troppo da Bangkok. Kanchanaburi ha molti aspetti caratteristici, uno di questi è rappresentato dalla possibilità di alloggiare nelle tipiche case-chiatte galleggianti sul fiume. Sono diversi i siti che meritano d’essere visitati: templi e siti storici sorgono tra le colline e le valli, i paesaggi lussureggianti sono ideali per la corsa in bicicletta, il trekking, le escursioni in barca o le gite a dorso d’elefante. Ma in cima alla classifica della popolarità troviamo il ponte e il museo della guerra che testimoniano la costruzione – durante la Seconda Guerra Mondiale - dell’infame “Ferrovia della Morte”. Fra i luoghi di maggior interesse vi suggeriamo una visita al Museo della guerra “JEATH”. La sigla si riferisce alle sei nazioni coinvolte nella costruzione della Ferrovia: Giappone, Inghilterra, America, Australia, Thailandia e Olanda. il Museo della Seconda Guerra Mondiale & Cimitero della Guerra di Kanchanaburi. Questo museo, posizionato a sud del ponte, contiene molti cimeli. Probabilmente ancora più toccanti del ponte e dei musei sono le tombe di pietra del cimitero: gli epitaffi danno informazioni dettagliate sui soldati mostrando che gran parte di loro era giovanissimo. Fra i luoghi imperdibili della provincia non possiamo tralasciare il Parco Nazionale di Erawan; la Thailandia ha più di 110 parchi nazionali e questo è uno dei più visitati. Acque color turchese torbido scendono nelle vasche naturali, formando così una scenografia spettacolare che per molti rappresenta il complesso di cascate più bello del Paese. A 35 km dalla città di Kanchanaburi sorge il Museo Nazionale di Ban Kao. Affacciato sul fiume Kwai Noi, il museo è costruito vicino ad un sito archeologico del Neolitico ed espone resti e altri manufatti risalenti a quell’epoca. Altro sito da non mancare è il Parco Nazionale Sai Yok: le grotte, le cascate e le foreste di teak fanno di questa area di 500 chilometri quadrati una destinazione ambita che offre alloggi confortevoli nelle chiatte sul fiume. Il Parco ospita al suo interno il sito archeologico più importante della zona: Prasat Mueang Sing. Costruito intorno alla fine del dodicesimo secolo, questo luogo fu l’avamposto più occidentale dell’impero Khmer, strategicamente situato sulle rive del fiume Kwai Noi. Miglior periodo per andare: Da Novembre ad Aprile
Habarana è una piccola città situata a nord dell'isola di Sri Lanka nel distretto di Anuradhapura. Si tratta di una destinazione turistica utilizzata come punto di partenza per i safari nella vicina giungla di Habarana, per la visita al santuario di Minneriya che è fortemente popolato da elefanti, per l'escursione all'antica fortezza rocciosa e al palazzo in rovina di Sigiriya ed è situato sulla strada principale da Colombo a Trincomalee, Polonnaruwa e Batticaloa.
Matale è un cittadina situata nella Provincia Centrale dello Sri Lanka dista 150 km circa da Colombo.
Nella regione di Sagada, situata nella Mountain Province, nella Regione Amministrativa Cordillera a nord di Manila, la popolazione degli Igorot per 2000 anni ha seguito la tradizione di creare bare di legno sospese per i propri morti, che venivano e vengono ancora collocate lungo una scogliera a picco sul mare. La pratica consente di proteggere i morti dalle inondazioni e dagli animali e secondo le credenze Igorot consente un più facile passaggio al cielo, verso l'aldilà. Tra gli Igorot della Echo Valley di Sagada la tradizione di sospendere le bare accanto alla scogliera è ancora presente. Gli abitanti anziani si preparano attivamente alla morte costruendo la propria bara, quando sono fisicamente in grado di farlo. Si tratta di un rituale probabilmente unico al mondo.
Situata in una profonda valle attraversata dal Chico, Bontoc registra temperature abbastanza elevate durante il giorno. Un'escursione fuori della città permette di osservare attentamente come vengono coltivate le terrazze di riso. In questa zona le terrazze si differenziano da qeulle più famose di Banawe per l'uso di muri di petra anzichè di fango. Gli abitanti di Bontoc sostengono che le loro terrazze sono più difficili da costruire e assai più pittoresche. 
Con una temperatura media di 18° C parchi puliti e graziosi giardini, strade serpeggianti sullo sfondo di catene montuose dal profilo irregolare, chiese e alberghi dalla categoria più lussuosa alla più economica, Baguio costituisce una piacevole cittadina. E' consigliabile ricorrere alle caratteristiche piccole e vecchie jeep addobbate in maniera appariscente che si trovano parcheggiate nelle strade e nei pressi del mercato per farsi portare in qualsiasi parte della città.
Datong è una delle 24 città storiche e culturali famose in Cina grazie alla sua storia che risale a circa 2.400 anni fa. Le grotte di Yungang ne sono un esempio, tra le più importanti della Cina, un gruppo di grotte traboccanti di oltre 51.000 sculture buddiste.
La montagna Heng è una delle cinque montagne più sacre della Cina, sulla quale si trova il monastero sospeso risalente al 1400. Altri luoghi famosi includono il Tempio di Shanhua, la Pagoda di legno a Yngxian ed  il Muro dei 9 Draghi.
Queenstown si trova sulle sponde del Lago Wakatipu, nell'Isola del Sud. La città è famosa per gli sport estremi come bungee jumping, sci e le gite in moto d'acqua. Le principali attrattive di questa regione sono la funivia Skyline sopra Queenstown, la catena montuosa Remarkables e fiumi Shotover e Dart.
Capitale della Nuova Zelanda,  Wellington è una città situata all'estremità meridionale dell'Isola del Nord, sullo stretto di Cook. La città è anche la sede della Symphony Orchestra e del Royal New Zealand Balett. Wellington comprende un lungomare, molte spiagge sabbiose la più famosa è Oriental Bay , un porto in attività e case di legno colorate sulle colline circostanti.
La città di Nelson si trova nella parte settentrionale dell'Isola Meridionale affacciata sullo stretto di Cook ed è considerata il centro artistico del paese, apprezzata quindi per le sue gallerie. Qui si trova la seconda chiesa più antica della Nuova Zelanda, ed è piacevole vagare per le strade di questa città. Si possono esplorare i bellissimi dintorni come il parco nazionale Nelson Lake, Queen's Gardens, Miyazu Gardens e Helibike Nelson, le spiagge sabbiose e tantissime altre attrazioni. 
 
A 30 km da Kathmandu, situata sulla cima di una montagna ritmata dai gradoni delle terra coltivate, Dhulikhel è il posto giusto dove mettere insieme relax, cultura e visite alla catena himalayana.  Infatti è punto di partenza per una serie di escursioni giornaliere o tappa durante tour itineranti.
Considerata da molti la "perla dell'Arabia Saudita", Diriyah è una città alle porte della capitale, rinomata per il sito di At-Turaif, patrimonio dell'UNESCO, fondato nel XV secolo. È la sede originale del potere della famiglia Al Saud dell'Arabia Saudita e contiene rovine di case di mattoni di fango collegate da stretti vicoli. La storia di Diriyah risale a migliaia di anni fa: un tempo era un'antica via commerciale e di pellegrinaggio e un punto di incontro per le persone che viaggiavano da o verso l'Asia, l'Africa o l'Europa.
Oggi è al centro di un programma di sviluppo per incoraggiare il turismo nella zona, che  comprenderà resort di lusso,  numerosi marchi alberghieri internazionali, oltre a ristoranti, negozi, musei sulla storia del paese e della famiglia reale, eventi internazionali  e altre attività di intrattenimento. 
E’ una città con oltre  450 mila abitanti, sorge a 2.200 metri di altitudine sulla riva sinistra del fiume Abha a circa 40 km di distanza dalle coste del Mar Rosso, in una conca cinta di bastioni rocciosi dominati da fortificazioni risalenti al periodo della dominazione turca nel cuore del Parco Nazionale dell'Asir (vedi sezione natura). Abha è la capitale culturalmente ricca della regione dell'Asir e un'ottima base per esplorare questa parte montuosa del regno. La città ha molti luoghi interessanti da esplorare, come lo Shada Palace dalle pareti di fango, ora un museo, con esposizione di attrezzi agricoli, armi, costumi, antichi manoscritti e monete. Ci sono vivaci mercati tradizionali ad Abha e nella città gemella Khamis Mushait, e quartieri storici come Al Nasb e Al Basta. Più in generale, questo è un luogo per immergersi nella cultura unica della regione dell'Asir, sia esplorando il villaggio artistico di Al Muftaha o imparando a conoscere i costumi delle tribù negli spettacolari villaggi vicini di Al Habala e Rijal Almaa.
E’ una città-oasi del Najd, nelle regioni nord-occidentali dell'Arabia Saudita. È il capoluogo dell'omonima provincia. La città ha 267.005 abitanti. Annidata tra il monte Shammer a nord e il monte Salma a sud, la città di Hail era un tempo la capitale di tutto il deserto arabo e sede di leggende come Hatim Al Tai, il poeta arabo il cui altruismo gli è valso un posto in una storia tra quelle di "Mille e una notte”. Oggi è la capitale della regione centro-settentrionale dell'Arabia Saudita che porta lo stesso nome e una tappa popolare durante il pellegrinaggio alla Mecca. La città di Hail è anche nota per ospitare eventi internazionali, tra cui un Festival del deserto che celebra la cultura della zona e l'Hail International Rally, dove auto da rally, quad e motociclette corrono attraverso il deserto di Nafud e attraverso Hail, Baqaa, Al Ghazalah e il villaggio di Umm Al Qulban. 
Ushaiqer è un piccolo villaggio vicino a Shagra in Arabia Saudita. Si trova a 200 km a nord-ovest di Riyadh. Ushaiqer è un insediamento tra i più antichi della regione saudita di Najd ed è stato un importante punto di sosta per i pellegrini provenienti dal Kuwait, dall'Iraq e dall'Iran e diretti alla Mecca. L'importanza storica del villaggio è che i suoi vecchi edifici di fango sono ancora intatti, rendendolo una dei luoghi più attraenti della regione.
Jubbah e le incisioni rupestri patrimonio Unesco
Jubbah è una città di 20.000 abitanti che si trova sulla vecchia strada carovaniera tra Najd e il Mar Mediterraneo orientale, a 90 chilometri a nord-ovest di Hail. Jubbah è circondata da grandi affioramenti di arenaria che sono pieni di antichi petroglifi e iscrizioni sulla parete rocciosa. Jabal Umm Sinman un sito che vanta alcune delle più importanti opere d'arte rupestre neolitica del Medio Oriente, Jabal Umm Sinman e Jabal Al Manjor e Jabal Raat a Shuwaymis, a circa 250 chilometri a sud di Hail e vicino alla città di Al Ha'it, sono riconosciuti insieme come patrimonio mondiale dell'UNESCO. 
Uno dei luoghi più abitati della penisola arabica, la regione di Al Jouf offre tonnellate di cultura e storia e una gustosa scena culinaria da esplorare. Nel nord dell'Arabia Saudita, al confine con la Giordania, Al Jouf (la città da cui prende il nome la regione, ora si chiama Sakaka), era un tempo un punto strategico sulla famosa Via dell'incenso. Qui sono custoditi tesori archeologici risalenti all'età della pietra, come le enigmatiche colonne Alrajajeel, la Stonehenge d'Arabia, 50 gruppi di monoliti in piedi scolpiti nell'arenaria ocra,  siti storici come la città di Dumat Al Jandal, che risale al X secolo a.C.,  il castello di Mared, una fortezza militare costruita nel I secolo d.C., e il forte di Zaabal che comprende strutture risalenti alla civiltà nabatea.
Nota per il terreno fertile e la facilità di coltivazione, l’area di Al Jouf si è anche guadagnata una reputazione e riconoscimenti per la sua coltivazione dell'olivo. Oggi, ospita la più grande azienda olivicola moderna del mondo, un titolo assegnato dal Guinness World Records al Al Jouf Agricultural Development Company, i cui oltre 5 milioni di ulivi producono circa 15.000 tonnellate di olio d'oliva all'anno. Da non perdere l'occasione per gustare piatti che incorporano le olive e l'olio d'oliva locali. 
La città, storicamente situata sulla via dell'incenso, in uno scenario  desertico tanto magnifico quanto misterioso, sorge a circa  325 km a nord di Medina, nel nord-ovest dell'Arabia Saudita. AlUla è ricca di tracce del passaggio di diverse civiltà, che in 7mila anni di storia, hanno contribuito alla magnificenza dell’area.
In questo angolo remoto, si trovano i primi siti dell’Arabia Saudita Patrimonio mondiale dell'UNESCO, 139 monumenti, affioramenti di arenaria, splendidi petroglifi e disegni rupestri, dimore e monumenti storici, sia naturali che di origine umana, che custodiscono 200.000 anni di storia umana in gran parte inesplorata. AlUla è un luogo di straordinaria bellezza che, oltre alle sue attrazioni naturali, nel corso della storia fu luogo di incontro tra Oriente e Occidente avendo ospitato diverse civiltà, dai Nabatei ai Romani e fu il sito dell’azione militare di Lawrence d'Arabia contro la Ferrovia Hijaz.
Per migliaia di anni l'Arabia Saudita nordoccidentale ha attratto molte persone venute a trarre vantaggio dalle abbondanti risorse offerte dalle sue fertili oasi. AlUla era una di queste e divenne un crocevia vitale lungo le famose rotte di scambio di incenso, mirra e altre preziose materie prime che andavano dall'Arabia meridionale a nord in Egitto e oltre. Offriva una pausa necessaria per i viaggiatori stanchi, diventando centro di scambi commerciali e culturali nonché luogo popolare per riposare e comunicare. Al ‐ Qura (la valle dei villaggi) è famosa e importante fin dai tempi antichi. La valle è incorniciata da montagne di arenaria, che hanno influenzato fondamentalmente migliaia di anni di storia umana e hanno fatto prosperare le civiltà.
Chiamata anche al-Ḥijr ("luogo roccioso"), è un'antica città situata a circa 22 km dalla città di AlUla. Nei tempi antichi la città era abitata da Thamudeni e Nabatei, ed era conosciuta con il nome di Hegra. Fu occupata da legionari romani durante l'espansione di Traiano nel Vicino Oriente, nel secondo secolo d.C.
Alcune delle iscrizioni rinvenute in questo luogo sono state datate al I millennio a.C. Tutti gli altri elementi architetturali risalgono invece al periodo dei Thamudeni e dei Nabatei, tra il II secolo a.C. ed i II secolo d.C. 

Gyeongju è una città di 270.000 abitanti, tra i luoghi più affascinanti della Corea del Sud.  Era la capitale del Regno Silla che riunificò il paese con l’aiuto dei Cinesi, garantendo un lungo periodo di stabilità. È considerata un museo a cielo aperto per i tanti siti storici d’interesse culturale.  Tra questi il Parco dei Tumuli, una vasta area collinare che comprendeva 23 tombe di diverse dimensioni dove al loro interno sono stati trovati oggetti preziosi. Oggi è rimasta visitabile una sola tomba.   Un’altra tappa da non perdere è l’Osservatorio Astronomico Cheomseongdae, uno dei più antichi di tutta la Corea, costruito nel 634 con 365 pietre (come il numero dei giorni) e 12 pietre rettangolari alla base (come i mesi dell’anno).  il Tempio Bulguk-sa, costruito durante il regno Silla è uno splendido esempio dell’architettura di quel periodo ed è uno dei più antichi monasteri buddisti della Corea.  Tutte le strutture in pietra sono originali e le parti in legno dipinte a mano, compresi i ponti. Il Tempio Sotterraneo di Seokguram è una delle principali mete di pellegrinaggio per i buddisti che vengono a venerare l’imponente statua del Budda, nella grotta appositamente costruita per custodirla.   Il Gyeongju National Museum raccoglie più di ottantamila reperti trovati nell’area circostante: oggetti in metallo, porcellane, oro, dipinti, sculture in bronzo e molto altro. Il museo ricostruisce la storia dei diversi regni che si sono susseguiti nei secoli. Merita una visita anche lo Yangdong Hanok Village, uno dei tanti villaggi tradizionali che si trovano in Corea, l’architettura di alcune case risale a 500. Una curiosità di carattere culinario: in un forno di Gyeongju venne inventata nel 1939 una prelibatezza a forma di fiore, il Hwangnam Ppang. Detto anche pane di Gyeongju, questo dolcetto dalla forma rotonda è ripieno di una  densa e dolce pasta di fagioli.

Situata in una valle circondata da basse montagne, Daegu (o Taegu) ha 2.500.000 abitanti ed è la quarta città più grande della Corea del Sud, dopo Seul, Busan e Incheon. Daegu è stata location di riprese di molte serie TV e film sudcoreani. In passato il buddhismo fiorì energicamente inesistenti questa città, e tuttora i moltissimi templi esistenti sono a testimoniarlo, anche nelle montagne circostanti. Da non perdere l’antico mercato delle erbe medicinali con origini nel XIV secolo. Oggi è ancora pullulante di coltivatori di erbe, collezionisti, venditori e compratori, e ospita un’infinità di negozi e cliniche erboristiche. Interessante l’annesso museo che racconta la storia di questo commercio e il suo impatto sulla vita e la salute del popolo coreano. 

Busan (Pusan) è la terza città della Corea del Sud, con tre milioni e mezzo di abitanti, e la più grande città portuale. Grattaceli sulla spiaggia, ponti avveniristici, quartieri più tradizionali e templi, è una destinazione affascinate con parchi naturali che si dispiegano sulla costa rocciosa. il Gamcheon Culture Village è una sorta di villaggio mediterraneo, vicoli e casette basse colorate. BIFF (Busan International Film Festival) street è invece un po' la Hollywood coreana, con le impronte dei più importanti attori e attrici, nata nel 1996 in occasione di un importante evento cinematografico, è il cuore culturale della città con i suoi cinema e i suoi teatri.   Lo street food in questo quartiere è eccellente e molto apprezzato anche dalle celebrities. La Busan Tower, costruita nel 1973, spicca con i suoi 120 m nel cuore della città, osservatorio ideale per una bellissima vista a 360° di Busan e del suo porto. Da non perdere una visita al Jagalchi Market un immenso mercato del pesce dove si può acquistare pesce fresco dentro a vasconi, essiccato o cucinato nei ristoranti del piano superiore. Spiagge cittadine a parte, con la tipica atmosfera delle località di mare, sono possibili anche passeggiate naturalistiche per ammirare i bei paesaggi costieri, come all’interno del Parco Igidae, provando l’emozione di passare lo “skywalk”.  un ponte di vetro a forma di ferro di cavallo che si affaccia sull'oceano. Il pavimento trasparente consente di guardare direttamente la scogliera di 35 metri su cui è appollaiato lo “skywalk”.

Questa piccola città (90.000 abitanti), è incastonata tra l’oceano e le pendici del Monte Seorak o Seoraksan. Una funivia la collega al Parco Nazionale di Seoraksan. Interessanti da visitare sono il locale mercato del pesce, il Villaggio di Abai, dove vivono i profughi nordcoreani, e il tempio di Nakson, costruito alla fine del VII sec., in un luogo suggestivo, tra il mare e le montagne di Seoraksan.
Andong è la culla del confucianesimo in Corea, qui si trova la Byeongsan Sewon Confucian Academy. Situata nella provincia del Nord Gyeongsang, questa città di 158.000 abitanti è il luogo che meglio rappresenta il fascino antico e le tradizioni di questo paese. Situato presso la città di Andong, Hahoe è un villaggio storico tradizionale della Corea del Sud, diventato nel 2010 Patrimonio dell’UNESCO, per la sua architettura che ha conservato i caratteri storici del periodo Joseon. Oggi rimangono ancora 162 abitazioni tradizionali col tetto di tegole (hanok) e 211 col tetto di paglia (choga). Gli hanok sono un’affascinante sistemazione per chi vuole sperimentare l’antico stile di vita in una casa della tradizione coreana. Il villaggio è anche famoso per la danza delle maschere più antica della Corea.
Marrakech, una delle Città imperiali del Marocco, insieme a Fes, Meknes e Rabat, è definita, la “città rossa”, per il colore delle sue antiche mura e degli edifici in arenaria dalle sfumature rossastre. È una città affascinante capace di ammaliare tutti i sensi, non solo la vista: il vento caldo, il profumo delle spezie e dei cibi cucinati all’aperto, le voci continue dei venditori, i clacson, le musiche nella piazza centrale, le piacevoli sensazioni tattili sulla pelle nell’hammam. Marrakech, come altre città marocchine ha un cuore interno più antico, la medina, una cittadella fortificata, circondata da quartieri più moderni. All’interno della medina, dichiarata patrimonio Unesco, si concentrano i luoghi più interessanti da vedere. Il centro pulsante, crocevia di attività e di vite, è Piazza Jemaa el Fna e il bazar che la circonda. La sua incredibile caratteristica è di cambiare natura a seconda del momento della giornata. Nelle ore diurne è affollata da venditori ambulanti, incantatori di serpenti, musicanti, donne che disegnano tatuaggi con l’hennè, la sera appaiono le bancarelle che cucinano pietanze tipiche. Godersi questo spettacolo al tramonto, da una delle terrazze dei caffè intorno alla piazza, è un appuntamento irrinunciabile. Proprio a lato della Piazza Jemaa El Fna, sorge il luogo forse simbolo di Marrakech per eccellenza, il suo grande e labirintico mercato. Vi si entra da una via principale, ma poi le diramazioni sono infinite, con diverse porte interne; e se il rischio di perdersi c’è, è anche facile ritrovare la strada principale. Marrakech possiede il souk (mercato tradizionale berbero) più grande del Marocco. Muovendosi per il centro della città, il minareto della maggiore moschea di Marrakech, la Moschea Koutoubia, è un costante punto di riferimento. Alto 69 metri, è il più antico e più grande degli ultimi tre minareti almoravidi (1100-1220 d.C.) rimasti al mondo.
La Medersa Ben Youssef, una scuola coranica di epoca successiva (XVI secolo), ha un’architettura ricercata, dettagliata, con un cortile scolpito in cedro, stucco e marmo. Generazioni di studenti si sono qui formati nel corso dei secoli; oggi è aperta al pubblico come luogo di interesse storico. Nel cuore della medina, vicino all’antico ghetto ebraico, si trova il Palazzo Bahia, costruito nel 1890 da un gran visir, considerato un capolavoro dell’architettura tradizionale marocchina. Sia gli interni, con moltissimi saloni e stanze, sia gli esterni con vari cortili, sono raffinati, decorati con minuzia e con materiali di pregio. Il Palazzo El Badi è invece parte del complesso del Palazzo Reale, non un vero edificio ma ciò che resta di una delle dimore più sfarzose al mondo, costruita dal re Saadiane Ahmad al-Mansur attorno al 1578. Oggi luogo di attrazione anche perché prediletto dalle cicogne, che qui vengono a nidificare. Le Tombe Sa’diane sono uno dei monumenti di maggior valore storico della città, riportate alla luce negli anni ’20 del ‘900. Si tratta di un complesso funerario le cui strutture furono fatte costruire dal Sultano Ahmad al-Mansūr intorno al 1557. Adiacenti ai resti del Palazzo Reale, si aprono i Giardini Agdal: tipici aranceti, piante di limone, fichi, albicocchi, melograni e ulivi compongono questo luogo incantevole. I Giardini Menara sono diversi spazi di tranquillità con alberi e fiori. Il complesso comprende una grande piscina, ai piedi di un padiglione costruito nel XVI secolo dalla dinastia Sa’diana. Agdal e Menara sono patrimonio Unesco dal 1985.
Tra i giardini, quello più noto per la sua storia e le sue particolarità è lo splendido giardino Majorelle con i suoi percorsi tra piante che arrivano da tutto il mondo e particolari decorativi in stile marocchino. Si trova fuori dalla città vecchia e può essere motivo di pausa dal caos del centro. Il giardino, costruito dall’artista francese Jacques Majorelle che si trasferì in Marocco a inizio ‘900, dopo la sua morte fu comprato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé. Al suo interno, tra cactus e palme di tutti i tipi, fiori colorati e vasche con i pesci, spicca la villa blu elettrico (il famoso blu majorelle) a metà fra stile moresco e Art Noveau, un tempo dimora e oggi sede del museo di arte berbera. Molto interessante l’annesso museo YSL ( una delle principali attrazioni).
Progettato da un paesaggista inglese, Le Jardin Secret di Marrakech è un'oasi di storia e piante profumate. Puro romanticismo, oasi di pace e ristorno nel cuore della Medina.
Fondata nel 789 dall’Imperatore Idris I,  Fes è la più antica tra le Città Imperiali ed è considerata la capitale culturale del Marocco per la ricchezza del suo patrimonio storico e artistico. Oggi Fes, con oltre 1.000.000 di abitanti, è la seconda città del paese dopo Casablanca.
La Medina di Fès, Patrimonio Unesco, è il cuore antico della città, e si snoda in un labirinto di vicoli tortuosi su cui si arrampicano carretti trascinati a mano o da asini. Balak! è il tipico grido che si ode spesso, un invito ai passanti a restare ben aderenti alle pareti, onde evitare di essere investiti. La Medina è accessibile attraverso porte monumentali, la più famosa delle quali è Bab Boujeloud, la Porta Blu. 
I luoghi da non perdere sono le Medersa Bou Inania, considerata la scuola coranica più bella di Fes, e la vicina Medersa Al-Attarine. Un altro monumento imperdibile è la Zawiya di Moulay Idris II, dedicata all’imperatore che fondò la città per la seconda volta nel 810. Cinque secoli dopo la sua morte, fu rinvenuto sul posto un corpo ancora intatto, e la popolazione ritenendo che fosse quello dell’imperatore, gli volle rendere omaggio. 
Fes è anche nota per le attività artigianali legate soprattutto alla ceramica e alle concerie.  Le due concerie più importanti nella Medina sono Chaouwara, e Sidi Mousa. La prima, oltre ad essere più grande è quella più impressionante per l’alto numero delle vasche e dei colori impiegati. In entrambe si usano ancora i metodi per la lavorazione della pelle in voga nel medioevo. 
Altri luoghi interessanti  da vedere a Fes sono la mellah,  il quartiere ebraico dove rimangono le sinagoghe, il cimitero e le case, anche se la comunità ebraica non vive più qui, e il Palazzo Reale Dar el-Makhzen, con immense porte d’ottone, non visitabile all’interno. Nella Medina, il Jardin Jnan Sbil, rappresenta un’oasi tranquilla per allontanarsi dal frastuono e passeggiare tra fontane, cespugli di rose, alberi di arance e altre piante.
Situata nella valle del Dades, a ridosso del Sahara marocchino, Ouazarzate (56.000 abitanti) è una città in una posizione strategica tra Marrakech e il deserto.  Si è espansa negli ’20, come presidio del colonialismo francese, ma la sua storia secolare è legata alla sua funzione di stazione di posta per le carovane dirette a Timbuctu. Nel 1983 furono creati gli Atlas Corporation Studios, un importante centro di produzione di cinematografica, dove sono stati girati (e continuano ad essere girati) diversi film distribuiti in tutto il mondo, come il Gladiatore di Ridley Scott. Per questa ragione la città è stata soprannominata Ouallywood. Vicino a Ouarzazate si trova la Kasbah (cittadella fortificata) di Taourirt, tra le meglio conservate del Marocco, costruita nell’Ottocento dalla ricca e potente famiglia el Glaoui.  Questo sito, per la sua importanza storica è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e per la sua forza suggestiva è stato usato anche come location  per il film Il Tè del Deserto. Quasi tutti i tour da Marrakech verso Ouarzazate o ancora più a sud verso il deserto includono anche una sosta a Aït Benhaddou, una magnifica kasbah a 30 km dalla città che sembra emergere dal nulla. 
Questa piccola città (35.000 abitanti), incorniciata a 600 mt di altezza tra le montagne del Rif, nella regione montuosa a Nord del Marocco, è definita la “città blu” per il colore prevalente delle sue case. Fondata nel 1471 da esiliati andalusi, il suo aspetto richiama le caratteristiche dei paesi della Spagna meridionale. Dichiarato Patrimonio Unesco nel 20 10, il suo centro storico è un piccolo gioiello architettonico, composto di vicoli lastricati, piccole piazze e giardini, scalinate, abitazioni con i portoni di legno decorati e cornici di maiolica. Tra le sue otto moschee, la più importante è la Grande Mosquè, del XV sec., con una particolare torre ottagonale. La sua medina è tra le più apprezzate del Marocco, con i caffè, i ristoranti e le tante botteghe artigianali. La piazza principale, Place Uta el-Hammam, è attorniata da rigogliosi gelsi, con al centro una fontana. Il cuore della città vecchia è la Kasbah, una fortezza del XV sec., con le mura merlate, che ospita il piccolo Museo Etnografico. Di interesse storico da segnalare anche il fondouk, antico caravanserraglio che continua ad accogliere i commercianti di passaggio nel suo spazioso cortile. Infine, merita raggiungere con una breve passeggiata il luogo che probabilmente ha dato origine al primo insediamento, la sorgente di Ras Maa, una scenografica cascata le cui acque continuano ad alimentare i mulini di Chefchaouen.
Situata lungo la costa atlantica, Casablanca (circa 3 milioni di abitanti ) è la capitale economica del Marocco dove vengono gestiti la maggior parte dei commerci esteri del Paese. Costruita nel 1906 dove prima sorgeva una città berbera del 7 sec., appare oggi agli occhi del visitatore come una città moderna, cosmopolita, moderna e frenetica. L’edificio più importante da visitare è la Moschea di Assan II, tra le due moschee di tutto il Marocco aperta ai non musulmani.  Dopo il tramonto, un laser dall’alto del minareto indica la direzione della Mecca. La parte vecchia della città, la ‘Medina’, è piena di strade strette e circondata dalle vecchie mura cittadine.  Al di fuori della Medina si trova la città costruita dai francesi in stile Art Decò, la Nouvelle Ville, caratterizzata da viali, centri commerciali, banche, grandi alberghi e negozi moderni. Affacciata sui  giardini del Parc de la Ligue Arabe spicca la bianca Cattedrale del Sacro Cuore, di culto cattolico, con le sue splendide vetrate decorate a mano, 
Gli amanti dello shopping apprezzeranno il Morocco Mall, un centro commerciale sull’oceano che detiene il primato di essere  il più grande mall del continente africano. Poco lontano è il suggestivo Santuario di Sidi Abderrahman, visibile a poca distanza dalle Corniche.  Situato su una roccia in mezzo al mare ed accessibile solo con la bassa marea, in questo luogo non è consentito l’ingresso ai non musulmani che non possono varcare la soglia del tempio. Si può esplorare però il piccolo quartiere che è sorto intorno ad esso. In questa zona, ideale per passeggiare e ammirare i tramonti, si trovano le spiagge cittadine, mentre la vita notturna è animata da diverse discoteche.
Nonostante si trovi in Africa, Casablanca gode di un clima mite, d’estate la temperatura media non supera i 26 gradi centigradi.
Tangeri (950.000 abitanti), situata  sulla punta più settentrionale del Marocco, sullo stretto di Gibilterra a soli 16 chilometri dalle coste spagnole,  è la città dell’anima dello scrittore Paul Bowles dal cui libro Il Tè nel Deserto è stato tratto il film  di Bernardo Bertolucci.
Per la sua posizione strategica, dove si incontrano il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, vanta una ricca storia che ha visto il dominio dei fenici, dei cartaginesi, dei romani e poi degli arabi, dei portoghesi, degli spagnoli e degli inglesi. Oggi è una città cosmopolita e vivace che si sviluppa ad anfiteatro intorno al porto.  La Medina di Tangeri è un labirinto di stradine che si intrecciano sulla collina che domina il porto dove si trova una Kasbah del 1600 che si staglia sulla sommità di una scogliera a picco sul mare, dove si trova il bellissimo Palazzo del Sultano oggi sede di un importante museo, ricco di bellissimi mosaici e statue di bronzo riportate alla luce da siti archeologici Romani ed ospita opere d’arte e preziosi manufatti, come tappeti berberi e gioielli, provenienti da diverse località del paese. Nell’angolo sud-occidentale della Medina, invece, si trova l’ex Delegazione americana, dal 1821 al 1961 sede diplomatica degli Stati Uniti, testimonianza degli anni in cui Tangeri venne dichiarata zona internazionale. Il palazzo oggi custodisce un’importante collezione di antiche carte geografiche e opere artistiche di Delacroix, Kokoschka e Saint-Laurent. Nelle vicinanze della piazza del Petit Socco si trova la Grande Moschea, trasformata in chiesa e poi di nuovo in moschea nel 1684, mentre nella vasta piazza del Grand Socco, si trova il centro pulsante di Tangeri, animata ogni giorno da una folla variopinta, dove si svolge un mercato ricchissimo anche di prodotti dell’artigianato marocchino.  La Ville Nouvelle di Tangeri è la meta ideale per una passeggiata e per lo shopping: Place de France è il cuore della città nuova ed è un luogo alla moda contornato da lussuosi hotel, caffè e ristoranti. Le spiagge sono un’altra grande attrazione turistica di Tangeri, soprattutto quelle di Asilah, Moulay Bousselham e Larache.
Rabat, capitale del Marocco, è situata sulla riva sinistra del fiume Bou Regreg, e si affaccia sull’Oceano Atlantico lungo la costa nord-occidentale del paese. Pur avendo l’aspetto di una città moderna e un’atmosfera cosmopolita ha saputo svilupparsi con i moderni quartieri ed edifici del XX sec.  conservando il prezioso patrimonio culturale preesistente, tanto da meritarsi nel 2012 il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Monumenti fenici, romani, della dinastia degli Almohadi e della dinastia berbera di Merinide raccontano la lunga storia di Rabat. 
Collocata tra il mare ed il fiume, la Medina di Rabat, il caratteristico quartiere murato molto comune in Africa settentrionale,  si erge di fronte alla Città Vecchia di Salè, costruita sulla riva opposta del fiume Bou Regreg. Piccola ma pittoresca, caratterizzata dai classici vicoli stretti e acciottolati, la Medina presenta dei bei edifici bianchi ed è ricca di caffè e negozi di artigianato marocchino e regala una splendida vista sull’oceano Atlantico. Sulla foce del fiume si trova una dei luoghi simbolo, la Kasba degli Oudaïa, costruita su un promontorio roccioso poco più a nord della Medina. Questa fortezza reale berbera, costruita intorno al XII secolo dagli Almoravidi, è circondata da giardini e si affaccia sull'oceano. 
Oltre la Medina, superato viale Hassan II, si stende la città nuova di Rabat. Qui si trovano altri luoghi di interesse storico, come L'iconica Torre Hassan, minareto del XII secolo che si erge sulle rovine di una moschea costruita a partire del 1195 e rimasta incompleta. La torre di mattoni rossi che si vede oggi, alta circa 44 mt, sarebbe dovuta diventare il minareto più alto del mondo. Non lontano si trova il Mausoleo di Mohammed V, un moderno edificio che accoglie le spoglie del sultano Mohammed Ben Youssef e dei suoi figli Moulay Abdellah e Hassan II, decorato nello stile classico marocchino, all’esterno con marmo bianco all’interno con tradizionali mosaici islamici.
Alla periferia di Rabat si trovano i resti della necropoli di Chellah, un importante sito archeologico utilizzato in epoca musulmana come luogo di sepoltura, ma con un’origine ancora più antica. Qui si trovano anche le rovine dell’antica città romana di Sala, risalente al 200 a. C., di cui sopravvivono un arco di trionfo e le terme. A rendere più suggestivo il luogo sono le numerose cicogne che hanno trovato un rifugio sicuro per i loro nidi.
Situata alle pendici dei monti del Medio Atlante, Meknès (600.000 abitanti) è una delle città imperiali del Marocco,  più piccola e meno famosa di Fes e Marrakech, ma non per questo meno affascinante. La città e i suoi dintorni sono infatti note come una delle più lussureggianti aree verdi della nazione. Il suo nome deriva da una tribù berbera, i Miknasa, e fu capitale sotto l’imperatore Mpulay Ismail ibn Sharif tra i secoli XVII e XVIII.
Place el-Hedim è l'incantevole ampia piazza centrale della città, che ricorda molto la Jaama el Fna di Marrakech. Giochi, spettacoli e attrazioni si svolgono a partire dalle ore del tramonto. Su questa piazza si affaccia anche il Mausoleo di Moulay Ismail, un edificio imponente, color ocra, visibile solo dall’esterno per i non musulmani. Nei dintorni si trova la magnifica porta d’accesso alla città, Bab el-Mansour, edificata nel secolo XVII. La più maestosa e meglio conservata delle porte imperiali del Marocco, è decorata con iscrizioni e colonne di marmo provenienti dal vicino sito archeologico di Volubilis.
Nel 1996 la medina di Meknes, risalente al secolo XI, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Sorse come cittadella fortificata e nel corso dei secoli fu circondata da alte mura protettive, costruite con diversi stili, caratteristici dell’architettura islamica del Maghreb e del sud della Spagna.
La Medina è un crocevia di gente, un luogo che esplode di colori profumi, suoni. Le tante fontane indicano i punti focali dove la gente si raduna e dove si svolgevano le principali attività.
Un importante edificio storico da visitare è la Medersa Bou Inania, ossia la scuola coranica di Meknes, consacrata nel 1350 da Abu Inan Faris, un superbo esempio di stile architettonico marocchino: bellissimi sono i soffitti in legno, le pareti decorate a mosaico e le porte istoriate.
A 27 km da Meknes si trova questo sito archeologico, tra i siti meglio conservati di tutto il Marocco, inserito nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Abitata fin dall'epoca neolitica, Volubilis era la più occidentale tra le città del Nord Africa.  Con il nome di Oualili, “oleandri rosa”, era una delle capitali della Mauritania che fu annessa all’Impero Romano nel 42 d. C. Oggi il sito testimonia le vestigia romane dell’antico centro urbano e tra le sue rovine è possibile riconoscere i resti di un impianto termale, di un antico foro e di un arco di trionfo. L’area archeologica è inoltre ricca di frammenti di mosaici con numerose scene tratte dalla mitologia greco-romana.
Zagora (34.000 abitanti) è una città situata nella valle del Draa. Come  avamposto del deserto, ai confini del Marocco, è servito da punto di partenza per numerose spedizioni dal XVI secolo fino ad oggi. Iconica è l’insegna raffigurata da un cammello e la scritta «Timbuktu, 52 giorni». Questa è la durata stimata della traversata del deserto, tra i più ostili al mondo, verso la città più vicina che si trova nel Mali. 
 
Béni Mellal  è una suggestiva città di circa 60.000 abitanti situata nel centro geografico del Marocco, in un territorio di grande bellezza. Sorge a 625 m s.l.m. in un'oasi ai piedi del Jbel Tassemit (2247 m), fra i rilievi del Medio Atlante e la pianura. La Kasba di Beni Mellal, cioè la cittadella più antica, risale proprio a quell’epoca e nel corso dei secoli la città si sviluppò attorno a essa, diventando un importante punto di sosta per le carovane che cercavano ristoro dalle sabbie del deserto.  Gran parte dello sviluppo moderno è invece dovuto alla costruzione della diga che ha formato il lago di Bin el Ouidane, riserva d'acqua importante per lo sviluppo agricolo della città. Appena fuori dal centro urbano si estende per chilometri e in tutte le direzioni la vera ricchezza di questa città, le sue coltivazioni di arance e ulivi, i cui prodotti vengono esportati in tutto il mediterraneo. 
Una delle attrazioni culturali più interessanti di Beni Mellal sono le sue scuole di musica e di danza, che attingono da una tradizione secolare fatta di compositori, musicisti e danzatori tradizionali resi celebri in tutto il Marocco dalle leggende dei berberi e dei beduini.  
La meta turistica più visitata della regione è a circa 120 chilometri da Beni Mellal: le cascate Ouzoud, che si gettano in basso con uno spettacolare salto di oltre 110 metri.  
Questa cittadina, circondata dalle montagne del Alto Atlante e del Medio Atlante è considerata una piccola Marrakech, per i bastioni di fango (7km e mezzo) che la difendevano e i suoi animati souq. Questa città mercato berbera si trovava sulle rotte delle carovane ed è un ottimo hub per andare alla scoperta delle coste atlantiche a sud di Agadir
As-Salt - Il luogo della tolleranza e dell'ospitalità urbana, recentemente diventata per questo motivo patrimonio dell'Unesco.
Costruita su tre colline ravvicinate nell'altopiano di Balqa della Giordania centro-occidentale, la città di As-Salt, era un importante collegamento commerciale tra il deserto orientale e l'ovest. Durante gli ultimi 60 anni del periodo ottomano, la regione prosperò grazie all'arrivo e all'insediamento di mercanti da Nablus, Siria e Libano che fecero fortuna nel commercio, nelle banche e nell'agricoltura. Questa prosperità attirò abili artigiani da diverse parti della regione che si adoperarono per trasformare il modesto insediamento rurale in un fiorente centro abitato con un caratteristico impianto e un'architettura caratterizzata da grandi edifici pubblici e residenze familiari costruite in pietra calcarea gialla locale. Il nucleo urbano del sito comprende circa 650 edifici storici significativi che esibiscono una miscela di stili Art Nouveau e neocoloniali europei combinati con le tradizioni locali. Lo sviluppo non segregato della città esprime tolleranza tra musulmani e cristiani che hanno sviluppato tradizioni di ospitalità evidenziate nei Madafas (pensioni, note come Dawaween) e nel sistema di assistenza sociale noto come Takaful Ijtimai'. Questi aspetti tangibili e intangibili sono emersi attraverso una fusione di tradizioni rurali e pratiche di mercanti e commercianti borghesi durante l'età d'oro dello sviluppo di As-Salt tra il 1860 e il 1920.
La capitale del Qatar, sorta ai margini del deserto sulla costa centro orientale del paese, è una città di 2.382.000 abitanti in continua trasformazione che offre ai visitatori diversi quartieri con stili contrastanti, dai rioni antichi e tradizionali ai distretti del lusso caratterizzati da altissimi grattacieli e architetture d'avanguardia. Vanta uno spettacolare skyline che cambia volto periodicamente, una futuristica distesa di grattacieli che svettano sul blu delle acque del Golfo Persico. L'edificio più alto di Doha, conosciuto anche come Aspire Tower, ora è un lussuoso hotel e un centro congressi chiamato The Torch Doha. La Corniche è un lungomare di 7 km, una magnifica passeggiata da percorrere ammirando lo skyline della città, in particolare i grattacieli del Financial District, e la West Bay, una delle aree più esclusive e più visitate della capitale, con i suoi bellissimi parchi urbani. Lungo il porto sono ormeggiate decine di antiche navi di legno, un tempo utilizzate per la pesca. Alla fine del lungomare, si trova una delle principali attrazioni di Doha, l’interessante Museo di Arte islamica. Il complesso di grande interesse architettonico sorge nel parco omonimo, conosciuto anche come MIA Park, proprio in riva al mare. Una visita al museo darà la possibilità di ammirare una delle migliori collezioni di arte islamica esistenti. Tra gli alti palazzi e i grandi centri commerciali di una città moderna, a sorprendere più di ogni altra cosa è sicuramente il bazar della capitale. Il Suq Waqif occupa 4 isolati vicino alla Corniche di Doha. La vicinanza al mare non è casuale: un tempo questo tipico mercato dalla tradizione centenaria era il luogo in cui i Beduini si dedicavano alla compravendita di cammelli e altre merci. Oggi si può spaziare tra ceramiche e tessuti, spezie, dolci arabi, saffron, frutta candita, tessuti e capi di abbigliamento tradizionale, oltre alla zona dedicata agli articoli in oro e ai gioielli. Nella piazza di fronte al suq si trova la moschea del Fanar, un grande edificio, con il minareto costruito a spirale, uguale da ogni lato in cui si guarda, illuminata di sera con uno splendido gioco di luci. La sua imponente struttura, in grado di ospitare un totale di 30.000 persone, si ispira alle tradizionali case qatariote, con pareti bianchissime e pavimenti ricoperti di tappeti. Con il suo imponente anfiteatro greco-romano e i numerosi festival e le rappresentazioni organizzati durante tutto l'anno, il Villaggio Culturale di Katara è un’altra tappa obbligatoria per scoprire l'arte e la cultura del posto. Il complesso è stato costruito vicino al lussuosissimo quartiere The Pearl-Qatar, una spettacolare isola artificiale a forma di ostrica, ed è stato progettato per richiamare alla mente l'architettura tradizionale del Paese. Il Katara Village è anche un luogo di intrattenimento con numerosi locali, ristoranti gourmet e con un’ampia spiaggia pubblica dove praticare sport acquatici. Tra i tanti centri commerciali che connotano Doha come il paradiso dello shopping, da segnalare il Villaggio Mall, una perfetta ricostruzione delle calli e dei canali veneziani, con tanto di gondole e gondolieri. Qui si trovano gli store di diversi brand di lusso ma non mancano anche negozi a buon mercato.
 
Per scoprire qualcosa di più sulla storia del Qatar, non non si può perdere la visita a questo sito archeologico Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, situato a oltre 100 km a nord di Doha. Mentre il forte, che si eleva al centro delle rovine, è stato costruito nel 1938, il villaggio costiero di Al Shamal risale agli anni '60 del XVIII secolo e rappresenta la tradizione mercantile e l'importanza del commercio delle perle per il Paese. Nelle vicinanze è possibile anche visitare il villaggio abbandonato di Al Zubarah.
Skoura è un affascinante villaggio situato nella regione del Drâa-Tafilalet, nel sud-est del Marocco. Conosciuto anche come "la palmeraie di Skoura", questo luogo incantevole è celebre per i suoi rigogliosi giardini di palme e le pittoresche kasbah, che donano al paesaggio un'atmosfera magica e unica. Queste sontuose residenze, che un tempo ospitavano le famiglie dei signori locali, sono oggi delle testimonianze storiche affascinanti e offrono una visione dell'architettura tradizionale del Marocco. Gli amanti dell'archeologia possono esplorare anche il sito di Ait Benhaddou, un'imponente kasbah dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Questa antica città fortificata, situata a pochi chilometri da Skoura, è stata utilizzata come sfondo per numerosi film hollywoodiani ed è un luogo imperdibile per gli appassionati di cinema e storia.
 
Chegaga è un deserto straordinario e affascinante situato nella regione del Sahara occidentale, nel sud del Marocco. Questa vasta distesa di dune di sabbia dorata è uno dei luoghi più suggestivi del paese e offre un'esperienza indimenticabile per gli amanti dell'avventura e della bellezza naturale. Le dune di Chegaga sono tra le più alte del Marocco, raggiungendo altezze impressionanti che offrono una vista mozzafiato sulla vastità del deserto. Il silenzio e la pace che si respirano qui sono incredibili, consentendo ai visitatori di staccare completamente dalla frenesia della vita quotidiana e immergersi nella tranquillità della natura.
Pondicherry, ex colonia della Francia (dal XVII secolo al 1956)  è una città che si affaccia sull'oceano indiano. Nel settembre 2006 il nome è stato ufficialmente modificato in Puducherry, che in lingua Tamil significa "nuovo villaggio". Per il suo sapore coloniale francese, che la distingue dal resto del subcontinente indiano, Pondicherry è stata soprannominata "la Costa Azzurra dell'Est". Tre secoli di colonizzazione francese hanno lasciato a Pondicherry sostanziali tracce nell'aspetto esteriore e nella cultura del territorio.  La città fu progettata basandosi sulla tradizionale pianta francese a griglia e presenta quindi isolati squadrati e strade perpendicolari: la città è divisa tra un quartiere francese (la Ville Blanche) e un quartiere indiano (la Ville Noire). Molte vie mantengono il loro nome originario francese e ville coloniali in stile francese sono un tratto specifico e ricorrente del paesaggio. 
 

Lunghe spiagge lambite da palmizi e lussureggianti foreste, chiese cattoliche e architetture coloniali dove le vie si chiamano “rua” e gli abitanti portano nomi portoghesi. Questa è Goa, singolare frutto generato dalla compenetrazione tra cultura latina e orientale, tra induismo e cristianesimo. Il posto ideale per un soggiorno balneare tranquillo e rilassante.

Koh Phangan è un'isola situata nell'estremità sud-occidentale del Golfo di Thailandia, a pochi chilometri a nord di Ko Samui. L'isola divenne una delle località preferite di villeggiatura per alcuni regnanti della Dinastia Chakri, in particolare del re Chulalongkorn che la visitò 14 volte, come testimoniano incisioni su pietra sparse sull'isola. Dopo aver vissuto per secoli di pesca e agricoltura, la popolazione isolana ha avuto un grande incremento demografico nel XX secolo per le miniere di stagno, di cui l'isola è ricca. A partire dai primi anni settanta il turismo ha avuto un grande sviluppo, diventando oggi il settore trainante dell'economia locale. Grande importanza assumono ancora la pesca e l'agricoltura, soprattutto il cocco.
Fa parte di un arcipelago di 80 isole. L’isola di Koh Samui, con i suoi 247 kmq è la terza isola della Thailandia e la maggiore di questo arcipelago. Il suo territorio è occupato da montagne, ricche di vegetazione. La costa è occupata da villaggi di pescatori, importanti villaggi turistici e da spiagge di sabbia finissima che si tuffano in un mare meraviglioso. Bellissime escursioni in barca portano a conoscere i selvaggi isolotti che compongono l’arcipelago.
Da Krabi si possono fare escursioni in barca e raggiungere baie isolate e tranquille, veri paradisi tropicali come la baia di Phang Nga famosa per la possibilità di arrampicate sportive sui faraglioni che si ergono dal mare e dalla terra ferma, un viaggio tra grotte, spiagge vulcaniche e pinnacoli avvolti dalla vegetazione
Pattaya è una città della Thailandia situata nella costa nord orientale del golfo di Thailandia, a circa 130 km a sud est di Bangkok. È una delle località turistiche più frequentate al mondo, con circa 5,4 milioni di visitatori nel 2005. La città si trova in una zona molto industrializzata della costa est, tuttavia le industrie sorgono al di fuori dei confini comunali ed è quindi esclusivamente un centro balneare; l'economia cittadina beneficia della relativa vicinanza con Bangkok.
Spettacolari isole di rara bellezza e protette in un parco nazionale, raggiungibili da Phuket in barca.
Phang Nga è una baia di 400 km2 nello Stretto del Malacca vicino all’isola di Phucket. Dal 1981, una sezione estesa della baia è protetta dal parco nazionale Ao Phang Nga. Scogliere calcaree con caverne, sistemi interni di cave e siti archeologici di trovano in quest’ara. Phang Nga è la traduzione moderna Tailandese della parola pangan, che letteralmente significa “pagano, primitivo”, o come nome, Pangan, che si riferisce ad una tribù generalizzata che tipicamente abita la giungla della penisola del Malay e le sue isole.

La più grande isola dalla Thailandia con i suoi 50 km di lunghezza fa parte di un arcipelago di 10 isole minori. Si trova sul mare delle Andamane, collegata alla terraferma da un ponte, è uno dei centri turistici più famosi del Paese. Accosta a spiagge bellissime, montagne e scogliere di granito che precipitano a picco nel mare formando baie di esaltante bellezza. La sua vegetazione è protetta dai parchi nazionali di Pa Pra Taew e Khao Phra Thaeo. Di notevole bellezza è il parco marino di Hat Nai Yang lungo la costa occidentale. Si può visitare inoltre un Centro Oceanografico con un grande acquario. Diverse sono le spiagge, segnaliamo Patong la principale e più movimentata e le più tranquille Karon a 5 minuti e Kata a 20 minuti di auto dal centro di Patong.

Un’isola che suscita i più svariati stati d’animo, una straordinaria atmosfera, un paesaggio caratterizzato da splendide risaie terrazzate, imponenti montagne, cascate e spiagge infinite. E sullo sfondo le sagome mistiche dei templi balinesi.
Le principali spiagge dell’isola sono Kuta, Sanur e Nusa Dua,  ognuna con caratteristiche differenti. La più movimentata e vitale è Kuta, Nusa Dua, isolata dal resto di Bali, ospita ottimi hotel ed è un’area tranquilla ideale per il relax. Sanur rappresenta una via di mezzo tra le altre due spiagge, adatta per chi vuole una vacanza comoda e rilassante ma con un pizzico di mondanità.
L’isola più vicina ad est di Bali è un’isola incontaminata il cui nome significa “peperoncino”. Qui si trova il Monte Rindjani che con i suoi 3.726 m. è una delle vette vulcaniche più elevate dell’Indonesia. In questa terra cattura il contrasto morfologico tra le varie regioni: la costa meridionale (Kuta) è rocciosa, la parte occidentale presenta scintillanti risaie disposte a terrazze, boschetti di banani, palme da cocco e pianure fertili. Il versante orientale è arido ed ha un aspetto desertico. Il nord, dominato dal monte Rindjani e ricoperto da fitte foreste, offre scorci indimenticabili. Non mancano stupende spiagge, caratterizzate da differenti tipologie di sabbia: bianca nelle isolette di Gili, nera ad Ampenan, bruna nella bella Senggigi.
Davao è una della città più importanti delle Filippine e si trova nel sud. È anche la città più grande dello stato in termini di superficie, occupando più di 2.400 km². Davao ha una popolazione di 1,3 milioni di abitanti. Negli ultimi anni, la metropoli urbana ha avuto una rapida espansione, è emersa come centro di commerci, investimenti e turismo per le Filippine del sud. La città infatti presenta allo stesso tempo spiagge molto attraenti (vicina ad affascinanti siti per le immersioni), così come luoghi di villeggiatura montani (vicino alla cima più alta del Paese, il Monte Apo).
Dipolog è una città circondata da colline sinuose a sud e dal mare di Sulu a nord. Secondo il censimento del 2015, ha una popolazione di 130.759 abitanti. Questa città è conosciuta per le sue orchidee selvatiche e per l’industria di sardine. Dipolog può essere raggiunta con aereo o battello da porto vicino di Pulauan nella città di Dapitan.

Conosciuta per la sua bellezza naturale e per le sue leggende. Le spiagge popolari dell’ isola sono Pantai, Cenange, Pantai e Langkawi che dai resort di lusso agli alberghi di medio costo offre una buona varietà di sistemazioni. Tra i posti da visitare: Padang Masirat (il campo del riso bruciato), Telaga Tujuh (i sette pozzi), Telaga Air Panas (sorgente termale), Gua Cherita (grotta delle storie) e Makam Mahsuri (il mausoleo di Mahsuri). A sud di Pulau Langkawi si trovano due belle isolette da visitare in giornata: Pulau Singa Besar, un santuario di uccelli ed animali; Pulau Dayang Bunting la cui attrazione è un lago affascinante e tranquillo. 

Al largo della cittadina costiera di Lumnut, è famosa per le acciughe e i calamari. Sua principale attrazione sono le spiagge della costa occidentale, Pantai Puteri Dewi, Teluk Belanga, Teluk Nipah e Pasir Bogak. L’isola di Pangkor Laut è un’isola privata, la cui baia color smeraldo ha una bellissima spiaggia di sabbia fine e bianca in mezzo ad un paesaggio puro ed intatto.

Designata parco marino, è la più grande tra un gruppo di isole al largo di Terenganu. Immersioni subacquee e nuoto sono le attività principali.

Isola vivace e movimentata con numerose spiagge incontaminate: è un luogo perfetto per chi ama il sole con intricate scogliere per le immersioni e acqua cristallina per nuoto e lo snorkeling.

Località nella provincia di Phu Kanh, nel sud del paese, località balneare turistica del Vietnam, grazie alle belle e lunghe spiagge contornate da scenari tropicali e all’arcipelago di 71 isole con barriera corallina dove è possibile fare escursioni giornaliere per praticare snorkelling e immersioni. Nelle vicinanze il vecchio Istituto Pasteur, l’Istituto Oceanografico, le sorgenti calde di Truong Xuan, la pagoda di Long Son e la torre Cham di Po Nagar.

Capoluogo di provincia è una vivace cittadina e la località di mare più vicina a Saigon (circa 3 ore di auto). Oltre ad alcuni resort è presente il migliore campo da Golf del Vietnam, l’Ocean Dunes Golf Club.
Khao Lak è composto da una serie di villaggi turistici nella parte sud della Tailandia. Il suo nome letteralmente vuol dire “Montagna di Lak”, che è una delle cime più alte della piccola regione collinare. È conosciuta per la sua atmosfera piacevole e come punto di partenza per immersioni alle isole Sililan. Khao Lak è a circa 60 km a nord di Phuket. Quello che rende questo luogo diverso rispetto a Phuket sono i calmi resort costieri, le spiagge non affollate, l’ambiente notturno adatto alle famiglie e le ordinanze provinciali che proibiscono la costruzione di strutture più alte di una palma da cocco, mantenendo così uno stile molto naturale.
Koh Lanta è un distretto nel sud della Thailandia, situtato a circa 70 km da Krabi. Si crede che quest’area fosse popolata da una delle più antiche comunità tailandesi, risalenti al periodo preistorico. Il distretto fu fondato nel 1901 ed è composto da 4 gruppi di isole: Mu Ko Lanta (170 km2), Mu Ko Klang (162 km2), Mu Ko Rok (3.5 km2) e Mu Ko Ngai (3.6 km2). Ci sono anche altre piccole isolette. L’origine del nome non è chiara, ma potrebbe derivare dalla parola Giavanese “lantas”, che si riferisce ad un tipo di cucina di pesce. 

La più importante città del sud ha un porto naturale famoso nei tempi passati. Qui si respira ancora un po’ d’aria della vecchia Olanda.

A due ore e mezza di auto da Colombo vi è la stazione climatica dove fiume e mare s’incontrano in un romantico abbraccio.

L’affascinante Trinco (come la chiamano i suoi abitanti) si è nuovamente aperta ai turisti con la sua ricca storia e le sue splendide insenature che vanno sotto il nome di Marble Bay.

Il Mar Morto, il punto più depresso della Terra, posto a 392mt. sotto il livello del mare; come il nome suggerisce privo di vita per l’altissima concentrazione di sale e minerali, ma sono proprio questi elementi a conferire i poteri terapeutici conosciuti ai tempi di Erode il Grande.

L’incantevole Green Island è circondata dalla Grande Barriera Corallina, che ospita oltre 120 specie diverse di piante, pesci e altre forme di vita marina. L’isola ospita un vero e proprio parco naturale e la barriera corallina è considerata una delle sette meraviglie del mondo.

L’isola è raggiungibile velocemente da Cairns in catamarano.

Aqaba è l’unico accesso della Giordania al mare ed ha il vantaggio di avere un clima caldo tutto l’anno. E’ lambita da un mare dalle acque limpidissime e dalla spettacolare fauna e flora marina con i coloratissimi pesci, coralli e piante marine esotiche.

Un posto di bellezze subacquee, come i famosi coral gardens. Escursioni in barca con il fondo di vetro sono consigliate.

Sulla costa occidentale del Myanmar, vicino alla città di Thandwe, il villaggio di Ngapali sorge su una bella spiaggia lunga poco più di un paio di chilometri. Oggi è il centro balneare più rinomato del Paese. La ricettività alberghiera è molto bassa, solo 4 hotel e qualche piccola guest house non permettono che la spiaggia sia mai affollata neanche nell’Alta Stagione. Un posto ideale dove rilassarsi, prendere il sole e nuotare nelle calme acque. Per arrivare a Ngpali è necessario volare su Thandwe da Yangon o Heho e da qui affrontare un piccolo trasferimento in auto.

Port Blair è il capoluogo delle Andamane e Nicobare

La più famosa delle isole sud-occidentali, a 2 ore e 30 minuti da Tokyo. Famosa per gli ibischi che fioriscono tutto l’anno e per le vicine isole di Kerama, molto apprezzate dai subacquei per i fondali e la barriera corallina. Le più belle spiagge si trovano sulla costa nord occidentale: Moon Beach, Okuma Beach, e Manza Beach. Per le immersioni e lo snorkelling molto apprezzate sono le spiagge bianche di Inbu e Seragaki, sulla costa ovest. Il capoluogo di Okinawa, Naha è stato fondato agli inizi del XV sec, di notevole interesse il Castello di Suhri.
Le sue attrazioni sono molte: spiagge stupende, splendide piante di cocco, con viste infinite sulla baia verde smeraldo di Phang Nga e paesaggi bellissimi della linea costiera di Phuket. L’isola di Naka si trova a soli 25 minuti dall’aeroporto internazionale di Phucket ed è accessibile solo con un breve trasferimento con motoscafo, che rende quest’isola un luogo molto privato e intimo.
Ko Yao Yai è l’isola più grande dell’archipelago Ko Yao. Il suo nome significa “isola grande e lunga”. L’area di tutto l’arcipelago è di 137.6 km2 e la popolazione di Ko Yao Yai è di circa 8.000 abitanti.
Questa cittadina non lontana da Bentota ha accolto la prima comunità di musulmani arrivati sull'isola nell'VIII sec. d.C. Qui è il punto d'inizio di un tratto costiero che si estende con lunghe spiagge sabbiose  per oltre 130 km.

E’ una zona da visitare per le acque cristalline di Bunker e le onde di Surfers Point, amatissime dai surfisti, nella lussureggiante regione di Margaret River. Sulla South Coast, si snodano grotte, anfratti, percorsi da seguire a piedi lungo la costa e tante forme di vita marina. Da giugno a ottobre è un must cercare di avvistare le balene dalle città di Augusta, Albany e Dunsborough. Da quest’ultima città si può esplorare il più grande relitto di nave accessibile nell’Emisfero Australe (Hmas Swan).

Nella zona Patrimonio dell’Umanità di Shark Bay, si può dare da mangiare ai delfini di Monkey Mia o nuotare con i pesci più grandi del mondo a Ningaloo Reef, gli squali balena (tra marzo e giugno).

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità, il mezzo migliore di trasporto per esplorare quest’isola è la bicicletta. Si trova a sole due ore di aereo da Sidney. Si possono fare snorkelling e immersioni in acque protette dalle temperature miti nella barriera corallina più a sud del mondo.

Questo paradiso new age è conosciuto per le sue incantevoli spiagge nelle quali praticare il surf, i suoi tradizionali fari, le lussureggianti foreste pluviali e il suo vivace mix di culture. È il luogo ideale dove fare yoga sulla spiaggia all’alba. Si può fare parapendio e avvistare megattere nell'idilliaca Byron Bay.

 L’isola di sabbia più grande del mondo dichiarata Patrimonio dell’Umanità è possibile attraversarla in fuoristrada lungo colorate scogliere, foreste pluviali e lagune d’acqua dolce.


Si può andare in barca, nuotare, fare snorkelling, immersioni o semplicemente rilassarsi presso le Withsundays – 74 isole incontaminate coperte di palme e situate all’interno della Grande barriera corallina e del Mar dei Coralli.

 Dichiarata Patrimonio dell’Umanità, si estende per oltre 2.000 km lungo la costa del Queensland, dalla città costiera di Port Douglas fino a Bundaberg (vd sezione “il mare consigliato”: Heron Island e Hamilton Island).



Port Douglas è una cittadina di mare molto pittoresca. Consigliabile lasciarsi viziare presso una stazione termale di Palm Cove, campeggiare, pescare e andare in fuoristrada tra la natura selvaggia e incontaminata della penisola di Cape York (Cape York Peninsula).

Da attraversare in fuoristrada la magica e primordiale foresta pluviale di Daintree. Qui si può percorrere in barca il fiume Daintree, ammirando uccelli, animali, coccodrilli, o raggiungere in traghetto la zona di Cape Tribulation.

La regione, a 250 chilometri a sud ovest della capitale, è conosciuta come "Krong Preah Sihanouk" e prende il nome dal re Norodom Sihanouk Padre che è cresciuto in questa città. Le sue spiagge sono una popolare destinazione turistica. La città è vicina all'Aeroporto Internazionale di Sihanoukville. I voli fra Sihanoukville e Siem Reap permettono l'arrivo di turisti diretti non solo ai templi di Angkor Wat (vicino a Siem Reap), ma anche alle spiagge a cui si può giungere più facilmente.

Situata a sud-est di Hong Kong, è un’isola tropicale con spiagge bianche e mare cristallino. Presenta un clima subtropicale, con una temperatura media di 24°. Si può andare tutto l’anno, ma il periodo migliore per soggiornare è aprile, oppure da ottobre a dicembre. In primavera e in estate sono possibili piogge o tifoni. Si raggiunge con volo da Pechino, Shanghai, Canton e Hong Kong (in quest’ultimo caso con doppio visto d’ingresso in Cina).

Ci sono diverse ragioni perché Hainan è chiamata l’Hawaii dell’Oriente, è il surf è proprio una di queste. Da ottobre ad aprile Hainan offre buone occasioni per praticarlo in tutta l'isola. Le baie di Yalong e Dadong sono buoni posti per i principianti mentre per i più esperti si consiglia Shimei. A Hainan è possibile praticare immersioni e snorkeling e sono presenti attrezzati diving con istruttori certificati (PADI). Diverse località permettono sia a principianti sia a esperte esperienze indimenticabili, come a Dadonghai, dove è possibile nuotare con i delfini e le tartarughe giganti. Infine l’isola sta diventano il paradiso dei golfisti con diversi e rinomati campi situati nelle varie zone dell’isola.

L’isola di Bohol, a circa un’ora e mezza di ferry a sud est di Cebu, fa parte dell'arcipelago delle Visayas, è un paradiso tropicale di bellezza naturale in un mare cristallino e trasparente, dal bellissimo fondale pieno di pesci colorati, coralli e conchiglie. La maestosa vegetazione fa da contorno ad una bianchissima e grande spiaggia corallina; alcuni dei siti per immersioni più belli del paese si trovano proprio in questa zona. Qui si trovano le famose montagne di cioccolato (vd. Natura), la minuscola scimmia “Tarsier”, le sue misure sono più piccole di quelle di una mano di un adulto.

Palawan è un autentico santuario naturale, con incredibili paesaggi tra i più suggestivi ed incantevoli delle Filippine con le sue insenature, la vegetazione lussureggiante e le foreste vergini, con flora e fauna marina ricchissime. L’arcipelago di Bacuit o parco marino di El Nido è straordinario con i suoi sconvolgenti panorami, le sue spiagge bianche di polvere corallina, acque ovunque cristalline e le torreggianti montagne perfettamente disegnate che si gettano nel mare, specchio verde smeraldo. In questo scenario, senz’altro unico al mondo, si trovano pochi prestigiosi resorts sapientemente inseriti nell’ambiente naturale.

A Nord di Palawan si stende l’arcipelago delle isole Cuyo, composto di 45 isole e isolotti, ancora poco toccate dal turismo. Tra queste la più interessante è l’isola privata di Pamalican, un'incantevole paradiso terrestre.

L'isola di Boracay fa parte dell'arcipelago delle Visayas. Acque terse come il cristallo, spiagge zuccherine, colline pittoresche, alte fino a 100 metri, che si affacciano sul mare, un delizioso porto turistico. Questa isoletta è lunga solo sette chilometri e larga uno nel punto più stretto. Sull'isola numerosi sono i villaggi collegati tra loro da un labirinto di sentieri nella giungla. Qui si trova una delle spiagge più belle del mondo, la White Beach. Le spiagge principali dell’isola ospitano numerosi centri per gli sport acquatici, in particolare sta diventando la località più famosa dell'Asia per le scuole di sub. Boracay è anche considerata l’isola del divertimento e della vita notturna.

L'isola di Cebu fa parte dell'arcipelato delle Visayas. Negli ultimi decenni Cebu si è sviluppata come una nuova destinazione turistica, traendo vantaggio dalla splendida collocazione naturalistica del posto che comprende sole, spiagge e montagne

Mindoro fa parte del gruppo di isole settentrionali chimate Luzon. Puerto galera è uno dei centri principali dell'isola montuosa di Mindoro dove si va soprattutto per fare immersioni ma ci sono anche belle spiagge. Nell'isola si possono fare escursioni, ci  sono comunque piccoli villaggi, si possono fare percorsi in mezzo ad una natura intatta, ponte sospeso, foreste cascate ecc..

Siquijor è una piccola isola e fa parte dell’arcipelago delle Visayas, raggiungibile in un’ora di traghetto da Dumaguete (a sud dell’isola di Negros), in 4 ore e mezza da Cebu. Per molti filippini quest’isola rappresenta anche una magica terra legata alla stregoneria e all'ignoto. Siquijor è infatti famosa per la sua montagna, dimora di guaritori che preparano tradizionali unguenti usati come medicinali. Ma , più che per le pratiche di guarigione, Siquijor è conosciuta per i cocktail e le sedie a sdraio sulle quali ci si può rilassare nelle meravigliose località balneari. Le attrazioni dell’isola includono immersioni, cascate, grotte e passeggiate nei boschi nell'interno collinare. Quasi ovunque in Siquijor si può praticare lo snorkelling .  Come in molte spiagge delle isole Visayas, il nuoto è possibile solo durante l'alta marea, ed è raccomandato indossare ciabatte infradito o scarpine di gomma come protezione contro i ricci di mare.

Con i suoi selvaggi paesaggi montani, le spiagge incontaminate, i giardini di corallo subacquei, l’isola di Negros e tra le più affascinanti delle isole Visayas Occidentali. Ciò è particolarmente vero per la sua costa meridionale, che si estende dall’isola di Danjugan fino a Bais, dove le immersioni sono diventate la principale attrazione. La base naturale per visitare Negros è Dumaguete, una città universitaria con una vivace vita sociale. Nel nord, Bacolod primeggia per le prelibatezze culinarie, nelle sue vicinanze Silay è un museo vivente di case storiche, mentre le località di montagna sul monte Kanlaon offrono una valida alternativa alla spiaggia.

Politicamente, Negros è divisa in due province che si trovano ai lati di una catena montuosa centrale. A ovest si trova Negros Occidentale, la cui capitale è Bacolod, e la cui lingua è lo Llonggo; mentre a est si trova Negros Orientale, la cui capitale è Dumaguete, qui la gente parla Cebuano.  Negros ha un’aeroporto e si raggiunge da Manila con un volo di circa un’ora.

L’isola di Panay fa parte dell’arcipelago delle Visayas, a nord ovest di Negros.  E’ la sesta isola per dimensioni delle Filippine. Nel nord-ovest,  la Provincia di Aklan  è conosciuta per ospitare  l'incredibile Ati-Atihan Festival, la più grande festa del paese, nella sua capitale Kalibo, ogni gennaio. A  nord-est, la provincia di Capiz è nota per i laghetti con i pesci che punteggiano la sua capitale, Roxas, e per le massicce statue religiose erette sulle colline circostanti. Antique, sulla costa occidentale, è la provincia meno sviluppata, qui l’ecoturismo sta sempre affermandosi grazie alle sue affascinanti montagne e ai fiumi. Iloilo è la provincia orientale, che vanta numerose isole costiere tutte meritevoli di una esplorazione.  L’isola di Panay vanta un’ottima infrastruttura stradale che consente di muoversi in macchina con estrema facilità. 

Le isole Batanes sono le più settentrionali delle Filippine e fanno parte del gruppo di isole settentrionali chiamate Luzon.  Praticamente tutti i visitatori passano per Batan, l’omonima isola principale,  centro  commerciale e sede del governo provinciale. Tra le altre isole la più affascinante è l’incontaminata Sabtang Island. Si raggiunge dal porto di Ivana nell’isola di Batan (45 minuti di barca). L'isola è ricca di attrazioni naturali che potranno  soddisfare gli amanti della natura più sofisticati. Spiagge di sabbia bianca si alternano a montagne ripide e canyon profondi.

L’isola di Ishigaki è una delle località di mare più apprezzate del Giappone, per la trasparenza dell’acqua e la bellezza delle spiagge. Fa parte dell’arcipelago delle Yaeyama Islands. Da qui si possono visitare anche le altre isole con escursioni giornaliere. Le spiagge più popolari sono:  Maezato, Fusaki, Sukuji, Sunset, Yonehara.  Quelle più appartate: Kuura, Uganzaki.  ll capoluogo omonimo dell’isola è una città di circa 50.000 abitanti. Collegamenti aerei da Tokyo, durata volo circa 3 ore e mezza.

Grande due volte l’isola di Hong Kong, Lantau ha una popolazione di appena 16.000 abitanti. Da non perdere la spiaggia di Cheung Sha, lunga 3,2 km, famosa per la sua sabbia bianca. Nei dintorni da visitare la valle di Tung Chung, una fertile zona agricola con piccoli templi buddisti. Per il tour dell’isola vedi escursione a Lantau.

Localitàbalneare più sviluppata dell’India, è formata da due insenature separate a nord da spiagge incontaminate e a sud da promontori rocciosi. La spiaggia di Kovalam deve la propria notorietà alle bellezze naturali, ai bagni di sole e alle sabbie fini e vellutate. Circondata dall’azzurro intenso del mare e dal verde dei palmizi, Kovalam è un’autentica oasi di pace per dedicarsi al relax o concedersi un autentico massaggio ayurvedico.

Situato di fronte alla Birmania e alla Malesia, l’Arcipelago delle Andamane e Nicobare rappresenta il territorio più orientale dell’India.
300 isole di media e piccola dimensione e un’infinità d’isolotti corallini emergono dall’oceano Indiano nelle calde acque del Golfo del Bengala. Baie, lagune e sterminate spiagge bianche come seta, lambite da acque trasparenti che offrono impensabili tonalità di blu: un mare cristallino e trasparente, fondali mozzafiato, reef interminabili, pareti e drop-off popolati da una biodiversità fuori dal comune, per immersioni sempre indimenticabili e uniche al mondo. La maggior parte delle isole è costituita da riserve, al loro interno vivono ancor oggi gruppi aborigeni isolati dal resto del mondo. Aperte al turismo solo recentemente, le Andamane rappresentano uno degli ultimi angoli di mondo incontaminato: qui la mattina si possono osservare placidi elefanti passeggiare e bagnarsi lungo le rive marine. Havelock Island rappresental’ultima frontiera inesplorata del diving, una meta stupefacente per i vagabondi dell’immersione.

L'isola di Kish, si trova nel golfo persico, copre una superficie di circa 90km quadrati. Lungo le coste ci sono numerose barriere coralline e molte altre piccole isole. Segnaliamo che vi sono dei limiti per quanto riguarda il vestirsi; ad esempio le donne devono essere coperte e le spiagge sono divise uomini e donne, questo perchè c'è l'influenza della repubblica islamica.

 

 

La vita più spettacolare la si trova sott’acqua dove pesci tropicali con colori arcobaleno e le barriere coralline multi colori con crostacei, tartarughe, conchiglie e piante marine fantastiche fanno di questo mondo una favola. Le Maldive sono uno degli ultimi ambienti marini ancora intatti. E’ uno dei posti migliori al mondo per le immersioni subacquee. Si possono trovare valli e cave che la natura ha creato insieme a giardini corallini con colori psichedelici che catturano l’attenzione dei visitatori. In questo ambiente sottomarino la visibilità raggiunge i 60 metri con una media di 30 metri.

Salvo rare eccezioni, su tutte le isole si trovano delle scuole subacquee. Si possono anche trovare sulle barche da safari che navigano attraverso gli atolli centrali. Le attrezzature disponibili sono controllate periodicamente, affinchè rispondano agli standard di sicurezza imposti dalla legge. Ogni scuola è condotta da un responsabile e si avvale d'istruttori qualificati. Molte scuole hanno più di un istruttore o assistente. Imparare ad andare sott’acqua: normalmente i principianti iniziano la scoperta della subacquea con dei corsi di introduzione effettuati in acque basse nelle lagune. Da qui il passo è veloce per poter ammirare la vita sottomarina. Si può ottenere un certificato PADI Open Water Diver riconosciuto internazionalmente, in una settimana, dopo aver fatto 9 immersioni e lezioni di teoria. Alcune scuole insegnano fino al livello di subacqueo professionista. Le scuole subacquee possono richiedere un certificato medico. I subacquei esperti devono portare con se il libretto di immersione e copie dei certificati o dei brevetti ottenuti. Equipaggiamento: tutte le scuole subacquee alle Maldive devono attenersi agli standard di sicurezza internazionali. Quindi, chi inizia un Corso Open Water ha bisogno di: pinne, maschere, boccaglio, bombola e valvola. GAV con dispositivo di gonfiaggio a bassa pressione, erogatore, fonte d’aria alternativa, indicatore di pressione, cintura con pesi e muta. Tutto questo può essere noleggiato nelle scuole subacquee.

Situata ad appena 7 chilometri dall’Aeroporto internazionale di Katunayak è immersa tra le piantagioni di noci di cocco. 

Un immediato sobborgo della Capitale, con una spiaggia, conosciuta fin dal tempo del colonialismo,  situata lungo un promontorio battuto dalle onde che si sporge nelle acque dell’Oceano Indiano. 

Situata sulla costa sud-occidentale è rinomata per le sue spiagge dorate e le lussureggianti piantagioni di cocco.

Seconda isola della Thailandia per grandezza, è situata sulla costa occidentale del Golfo del Siam a 330 km circa da Bangkok, si raggiunge con 30 minuti circa di barca da Trat. Cascate spettacolari, splendide spiagge e baie circondate da un mare cristallino, sono oggi protette in un parco nazionale, fra i più belli del Paese, che racchiude altre isole minori.

Sulla costa occidentale del Golfo del Siam a 300 km da Bangkok si raggiunge con 30 minuti di barca da Rayong. Protetta in un parco nazionale presenta splendide baie e spiagge di sabbia fine.

Situata nell’estremità sud della Thailandia vicino al confine con la Malaysia. Ci si arriva con volo da Bangkok per Hat Yai. Da qui ci vogliono circa due ore di macchina fino al molo per l’imbarco e circa due ore in barca per arrivare sull’isola. Vale il tragitto lungo per chi cerca piccoli paradisi incontaminati. Conosciuta come le "Maldive della Tailandia" e circondata da un’acqua cristallina, vi vivono molti coralli e numerosi tipi di pesci colorati. Questa provincia conta più di 80 bellissime isole, la più nota Tarutao, compresa negli ASEAN Heritage Parks. L’alta stagione va da novembre ad aprile. Traghetti giornalieri collegano Koh Lipe a Pakbara, Langkawi, Koh Lanta.

Situata a 70 km da Koh Samui, molto conosciuta per le immersioni sono presenti molto scuole sub in lingua inglese.

Isola situata nel golfo del siam è più piccola di Koh Chang dove è meno sviluppato il turismo, per questo motivo è una meta ideale per chi cerca un luogo più appartato.

 

Koh Kradan è un’isola che si trova nel sud della Thailandia, al  largo della costa della città di  Trang, a circa 860 km da Bangkok. La durata del trasferimento in barca dalla terraferma è di circa 40 minuti. Koh Kradan fa parte del Parco Nazionale di Hat Chao Mai, presenta spiagge di sabbia bianca, barriere coralline incontaminate, e vanta acque tra la più trasparenti che si possano trovare in Thailandia. La barriera corallina incontaminata offre un ambiente ideale per lo snorkelling, mentre per le immersioni si trova uno dei migliori siti del paese, nel punto dove sono affondate due navi da guerra giapponesi. Le due spiagge principali, Paradise Beach e Yang Long Beach, sono tra le più belle di  tutta la Thailandia meridionale. Il momento ideale per visitare Koh Kradan è tra novembre e aprile, quando l'isola non è sottoposta all’influenza del monsone sud-occidentale. Koh Kradan è famosa per i suoi "matrimoni sott'acqua". Ogni anno molte coppie vengono qui a San Valentino per sposarsi.

L’ isola di Koh Yao Noi si trova nella baia di Phang Nga circa a metà strada tra l'isola di Phuket e Krabi sulla terraferma. Questo è sicuramente il posto dove andare se volete rilassarvi e godere di una vacanza in totale pace. Se si desidera una fuga romantica o una vacanza in famiglia per rilassarsi, la piccola isola di  Koh Yao è la meta giusta. L'isola ha uno splendido scenario con grandi formazioni calcaree che si distinguono in netto contrasto con le spiagge bianche di sabbia soffice come seta. Il turismo a Koh Yao Noi è molto limitato, forse perché l'isola è completamente senza auto e senza strade reali. Tuttavia, vi è un piccolo nucleo di ristoranti e di hotel con un tocco locale ben definito. Il tempo passa lento tra  immersioni ed escursioni in mezzo alla natura tropicale e per visitare  i piccoli villaggi di pescatori.

 

L'isola di Koh Naka Yai si trova a Phuket, in Thailandia. E 'a soli 25 minuti dall'aeroporto internazionale di Phuket. La designazione dell 'isola "Naka Yai" significa grande serpente. Dal momento che la sua forma richiama quella di Naka, mitica Dea-serpente presente nel buddismo e induismo. Recentemente, l'isola si è convertita a  destinazione turistica eco-friendly. 

L’isola di Koh Mak fa parte dell’arcipelago di Koh Chang e si trova nel Golfo del Siam, a soli 12 km da Koh Samet. Ancora sconosciuta al turismo di massa, vanta 16km di spiagge, un mare cristallino ricco di pesci e coralli. In prevalenza pianeggiante con alcuni paesaggi collinari, si presta ad essere girata in bici. L’80% del suo territorio è coperto dalla foresta pluviale. Gli splendidi scenari naturali sono tutelati da un programma di sviluppo sostenibile.  Distante da Bangkok 280km, si può raggiungere via terra o volo sull’aeroporto di Trat, e poi con un trasferimento in barca.

Si trova nel Golfo del Siam ed è raggiungibile con volo da Saigon. Ha belle spiagge di sabbia bianca e si offre come meta tranquilla per un’estensione di mare a fine tour.

Il piccolo arcipelago di Con Dao è situato a sud est del Vietnam, raggiungibile in 45 minuti circa di volo da Ho Chi Min,  l'isola principale è Con Son e la capitale è So Muoi. Con Dao è parco nazionale, che include una parte dell'isola e del mare circostante. Con Son è una destinazione ideale per soggiorni mare, per subacquei e amanti della natura; il suo parco marino è rinomato per la sua ricca biodiversità ecologica, tra cui in via di estinzione tartarughe marine verdi e dugonghi, nonché la più alta raccolta di vongole giganti nel mondo. Le foreste dell'isola sono ugualmente degne di nota, tra cui quasi 300 tipi di alberi, di cui 44 si trovano in nessun altro luogo in Vietnam.

La Great Ocean Road, lunga 300 km, è un percorso spettacolare che segue la costa sud-occidentale del Victoria, passando per gli spettacolari Twelve Apostles (conformazioni rocciose familiarmente note come “12 apostoli”). La strada si snoda lungo cime rocciose, in alto su penisole mozzafiato, in basso verso il litorale, attraverso estuari e foreste pluviali verdi, offrendo viste panoramiche dopo ogni curva.

L’isola è un paradiso per la particolarissima fauna australiana nel suo ambiente naturale. Qui abbondano i canguri, wallaby, koala, echidna, opossum e oche di Cape Barren. Le sue coste battute dalle onde sono un rifugio per leoni marini, foche, aquile di mare e falchi. Il vento e l'acqua hanno modellato le strane forme delle rocce di Admiral's Arch e di Remarkable Rocks.

Ogni giorno al tramonto a Phillip Island si può assistere ai migliori spettacoli offerti da Madre Natura. Mentre il sole inizia a calare earriva la notte, Summerland Beach si anima di piccoli pinguini che tornano a casa dopo una lunga giornata a caccia di cibo nelle acque gelate dello Stretto di Bass.

Parco nazionale marino di Sipadan (Sabah)
Sipadan si trova al largo della costa nord est del Sabah, è una delle poche isole al mondo che permettono una vita marina e corallifera così variegata. Cinque metri di sabbia soffice e bianca che improvvisamente si tuffa in un precipizio subacqueo da esplorare. Lasciandosi trasportare dalla corrente si avvisteranno infinite varietà di pesci, come il pesce pappagallo dal corno, il pesce palla porcospino, il curioso pesce coccodrillo. Particolarità degna di nota è il diving nelle caverne: si può entrare nella macabra camera degli scheletri (delle tartarughe e dei delfini che si sono persi nei labirinti dei tunnel, e disorientati, sono morti annegati).
In tutti i punti d’ immersione si possono vedere larghi coralli neri, ventagli di gorgonie e spugne enormi,  giganti alberi di corallo, tartarughe verdi e squali dalle punte bianche.
Da segnalare che non è più possibile dormire sull’ isola, tuttavia è sempre possibile fare immersioni in giornata a Sipadan. Si soggiorna nelle isole di Mabul e Mataking

Damai è la spiaggia principale del Sarawak: circondata da foresta tropicale e caratterizzata da sabbia fine. Sullo sfondo domina l’imponente e leggendario monte Santubong.

Pulau Gaya è l’isola più grande del parco e la più vicina a Kota Kinabalu. Ricoperta da una foresta tropicale intatta, al suo interno si diramano sentieri tracciati per escursioni per circa 20 km. Nell’isola sono presenti anche alloggi e resort.

L’isola di Mabul si trova al largo della costa sud –orientale dello Stato del Sabah, nel Borneo Malese. E’ uno dei posti più conosciuti al mondo per il “muck diving” (immersioni sul fango), che appassionano i divers che vogliono osservare le creature marine che vivono in questi particolari fondali. L’isola ha belle spiagge e fondali adatti per ogni tipo di immersione.

L’isola di Pom Pom si trova a sud-est dello Stato del Sabah, si raggiunge a meno di un’ora di barca dalla costa. E’ una piccola isola che vanta una barriera corallina di 4 km, spiagge di sabbia bianca, e luoghi fantastici per le immersioni. Non ci sono centri abitati su quest’isola. 

L’isola di Mataking è ubicata a sud-est dello stato del Sabah, nel mare di Cebeles. Si compone di due isole, una più grande e un isolotto. In condizioni di bassa marea si crea una lingua di sabbia che le collega. L’isola non è abitata ma è presente un eco-resort. Come tutte le isole del Parco di Sapadan è un luogo ideale per le immersioni.

Con una dote di centinaia di chilometri di costa dorata, la Malesia offre una svariata selezione di spiagge e isole, ognuna con le sue peculiarità e il proprio fascino. La linea costiera è punteggiata da piccole isole che nei sottofondi marini ospitano un’affascinante varietà di coralli e pesci. L’acqua cristallina invita alle immersioni subacquee.

Quest'isola appartiene allo stato del Terengganu, che si estende sulla costa orientale lungo una linea costiera di 225 km. Le spiagge sono splendide: sabbia dorata e acqua cristallina ne fanno luoghi ideali per le immersioni e per una rilassante vita di mare. É anche uno dei rari rifugi che le tartarughe giganti scelgono per nidificare. Perhentian in lingua malese significa "sosta" (un tempo era infatti luogo di sosta per pescatori e pirati).

Situata vicino all'isola di Sulawesi Gangga Island è un paradiso per subacquei, emerge dal mare oltre l'estrema propaggine di Sulawesi. I suoi fondali si gettano nella fossa delle Marianne, l'abisso più profondo del pianeta. Qui anche gliamanti del mare e del relax troveranno di che deliziarsi: un’estesa e selvaggia spiaggia di candida sabbia, le acque limpide e cristalline dell’oceano, spettacolari tramonti.

Spiagge bianche, acqua cristallina, pesci colorati, fondali per escursioni di snorkeling rendono quest’isoletta un ottimo luogo per il relax balneare. Parte dell’arcipelago delle Gili (Gili Air, Gili Meno isole piu' tranquille raggiungibili con escursioni in barca) è il sito più sviluppato e movimentato: non mancano infatti ristoranti, locali tipici per la vita notturna, centri e scuole di diving e snorkeling. Qui i flussi turistici si sono espansi negli anni settanta e l’atmosfera conserva l’energia di quegli anni, con molti giovani che animano le serate dei celeberrimi “full moon party”.

E' l'isola più vicina a Lombok. Le sue spiagge di sabbia bianca sono forse tra le migliori delle isole Gili. Più tranquilla rispetto a Trawangan, non manca però un accenno di vita notturna. Lungo la  principale strada - una graziosa pista di sabbia - si succedono bungalow e piccoli ristoranti. Da qui ogni punto è adatto per fare snorkelling.

La più piccola delle tre Gili è quella che si avvicina di più alla fantasia di soggiornare in isola semideserta. Persino nei mesi di alta stagione rimane l'isola più appartata. La maggior parte delle strutture si trovano sulla costa Orientale, vicino alla spiaggia più pittoresca. Nell'entroterra si trovano piccole fattorie, piantagioni di cocco, un lago salato.

La regione di Muscat offre chilometri di belle spiagge sabbiose e ottime strutture alberghiere, adatte alla balneazione tutto l’anno . E’ una base ideale per le escursioni interne.  Lungo la costa si susseguono villaggi di pescatori con le tipiche abitazioni, chiamate barasti, costruite con il legno e le foglie di palma. A breve distanza dal centro della capitale, Querm è una delle spiagge più belle, molto animata anche di sera per la presenza di locali, come anche Quantab, apprezzata per la sua laguna e la sabbia punteggiata  da rocce multicolori. Poco lontane dalla città di Muscat si trovano le spiagge rinomate degli Hotel come lo Shangri La. Il mare è tranquillo è adatto per lo snorkelling e per le immersioni a qualunque livello. Si possono fare escursioni in barca per avvistare i delfini, e tutti gli sport acquatici.

Il piccolo paese di Al Sawadi a 25km da Muscat vanta spiagge con una sfumatura  rosa per la presenza di un mollusco la cui conchiglia ha questo nota di colore. Da qui partono escursioni in barca per raggiungere le tante isole deserte in questo tratto di costa. A nord, a 90 km dalla capitale, si trova il piccolo centro di baerka da dove partono i traghetti per le isole Dimaniyat, ricchissime di fauna marina. A sud, a meno di un paio di ore d’auto da Muscat si trova invece la splendida spiaggia deserta di Fins, bagnata da acque turchesi.

A Ras al Jinz le dune del deserto si tuffano nell’Oceano  creando un’ ambiente di indicibile fascino. Qui si trova il Centro Scientifico Ras Al Jinz Turtle Reserve, a poca distanza da Sur. Offre un percorso dedicato al ciclo di vita delle tartarughe verdi e delle altre specie di testuggini marine. Nel periodo in cui vengono a deporre le uova in questa spiaggia (tra settembre a novembre) è possibile ammirare questo spettacolo della natura che si ripete tutti gli anni. Se si capita nel momento propizio si può anche assistere alla nascita dei piccoli che si precipitano subito verso il mare. Siccome tutto ciò avviene nelle prime ore del mattino o la sera tardi si consiglia di pernottare sul posto.

La penisola di musanga è nota per la bellezza dei suoi fiordi che la connotano come la norvegia d’Arabia. Il mare è molto adatto a chi è amante delle pratiche sportive. La zona si presta per la pesca, le escursioni in Kayak, in barca e in modo particolare per il diving.

Questa bella spiaggia cittadina è stata insignita della prestigiosa  bandiera blu. Si divide in sezioni per famiglie e single (a pagamento), e spiaggia pubblica (gratuito). Presenti  barriere di protezione a 40mt dalla spiaggia e servizi di assistenza ai bagnanti.

E’ la spiaggia più popolare di Dubai, conosciuta anche come Russian beach per la massiccia presenza di turisti russi. Di sabbia bianca, dotata delle migliori attrezzature, dispone di piste ciclabili e corsie per lo jogging. 

E’ la terza isola per grandezza dell’arcipelago delle Calamian, poco più a nord di Palawan. Bagnata dal mar Cinese Meridionale, è un’area protetta in quanto considerata sacra dagli indigeni Tagbanwa. Un luogo dalla natura impressionante per la sua selvatica bellezza, definito dalla Lonely Planet come un set adeguato per il film King Kong, ha un mare amato dai sub anche per le immersioni nei siti dove affondarono navi giapponesi durante la guerra.
La piccola isola di Pamalican misura 5km di lunghezza e 500 mt di ampiezza. Situata a 288 km a sud di Manila, si raggiunge con un volo privato. L’isola, lambita dal tranquillo mare di Sulu, è circondata da una barriera corallina incontaminata di 7 km che garantisce agli appassionati di snorkelling ed immersioni, avvistamenti di pesci colorati, creature marine e fondali strepitosi. E’ presente un solo resort cosicchè soggiornare a Pamalican Island dà un senso di piacevole esclusività.
L'isola di Panglao si trova a sud est di Bohol, collegata da un ponte. Rinominata per le sue meravigliose barriere coralline, luoghi per immersioni e molteplici piccole spiagge. Sull'isola, grazie alla caratteristica geologica, si trova la Grotta di Hinagdanan, che ha una fonte di acqua sotterranea. 
Dumaguete è una città componente delle Filippine, capoluogo della Provincia di Negros Oriental, nella Regione di Negros Island Region.
Città a sud dell'Oman.
Questa piccola perla immersa tra la folta vegetazione e le acque cristalline di un parco marino, si trova a un'ora e mezza di motoscafo da Sandakan. Un posto incantevole per fare diving, snorkelling, rilassarsi e per chi ama la natura, alte sono le probabilità di vedere  schiudersi le uova delle tartarughe marine, e assistere allo spettacolo unico delle tartarughine appena nate correre verso il mare.
Situata sulla costa orientale dell'isola, Candidasa è praticamente al centro delle più importanti aree per snorkeling e diving di Bali. Inoltre a poca distanza dal centro si ritrova il villagio Tenganan, uno degli insediamenti più famosi dei Bali Aga, i primi ad aver abitato l'isola.
Circondata da una parte da spiagge dalla sabbia nera e dall'altra dalla giungla equatoriale, Lovina è una tranquilla località balneare. Le attrazioni sono molte e di diversa natura. La più importante sono l'avvistamento dei delfini e il diving in aree coralline. L'entroterra offre numerosi trekking, percorsi di canyoning e il più grande monastero buddista di Bali, le cui forme ricordano il Borobudur.
Ubicata a nord-est di Cebu, Malapascua è famosa per le sue spiagge bianchissime e per la natura verdeggiante e lussuriosa. Negli ultimi anni è diventata una delle mete preferiti per lo snorkeling ed il diving: qui infatti è possibile vedere con altissima probabilità lo squalo volpe.
Koh Rong è un'isola della Cambogiana. È famosa per le belle spiagge bianche e per la barriera corallina.
l'isola è molto verde e la fitta foresta è ricca di palme da cocco e cascate.
L'isola di Rote è l'isola più meridionale dell'arcipelago indonesiano, dista appena 500 km dalla costa australiana.  È un'isola di incontaminate spiagge di sabbia bianca, limpide acque calde di lagune e punti adatti al surf di livello mondiale, laghi interni, risaie, e foreste tropicali. 
È circondata da isole minori, per lo più disabitate. Con una popolazione di circa 100.000 abitanti, Rote è un piccolo paradiso in terra,  rilassante, silenzioso, con poco traffico che rende facili gli spostamenti.

Si raggiunge volando su Kupang, Timor Ovest e poi un breve volo di 35 minuti da Kupang (KOE) a Rote Island (RTI).

L'isola di Koh Russey si trova a circa 3 km dal Parco Nazionale di Ream e dalla spiaggia di Otres a SihanoukVille, in Cambogia.
E' un'isola tropicale lunga circa 2 km e larga 1 km.
Ricca di vegetazione e con spiaggia di sabbia rosa/rossa con mare digradante. 
Si raggiunge in barca da Sihanoukville. 
Nusa Lembongan, 8kmq e una popolazione di 5000 abitanti che vivono in tre villaggi, fa parte di un gruppo di tre isole a sud-est di Bali. Si raggiunge facilmente via mare a bordo di barche veloci, in circa 40 minuti. Molto tranquilla, circolano poche macchine e si può girare facilmente in scooter,  l’isola  è circondata dalla barriera corallina perciò si presta anche per lo snorkelling .
L'arcipelago protetto delle Farasan Island si trova nel Mar Rosso a circa 50 km al largo di Jizan, la parte sud-occidentale dell'Arabia Saudita.  Un vero e proprio santuario marino con oltre 231 differenti specie di pesci e un paradiso per gli uccelli. Si fanno escursioni in giornata per nuotare nel mare cristallino e godere le spiagge dorate, fare immersioni, osservare gli uccelli e le tartarughe marine. 
Questa piccola provincia si estende per 200 km lungo la punta della costa saudita del Mar Rosso e racchiude una ricchezza di natura, cultura e avventura, con un paesaggio che spazia da spiagge di alabastro e mari azzurri, a foreste verdi e cime scoscese. La omonima città portuale, conosciuta come punto di partenza per le incontaminate Isole Farasan, un arcipelago protetto di isole e isolotti corallini, e affascinante, con un antico forte dal tetto di palma, con le antiche case dei mercanti e i suggestivi edifici in pietra del villaggio di Al Qassar.
Jeju, soprannominata Isola degli Dei, è un’isola vulcanica, con 360 piccoli vulcani spenti (l'ultima eruzione registrata è avvenuta 800 anni fa), situata a 130 km a sud della costa coreana. I suoi paesaggi e la sua natura selvaggia la rendono un piccolo paradiso affacciato sul Mar Giallo. Qui si trova Hallasan, la più alta montagna sud-coreana e vulcano estinto che si eleva 1950 metri sul livello del mare, diventato un parco nazionale, con una biosfera così unica da essere stata dichiarata Patrimonio Unesco. Foreste, laghi, cascate, scogliere, tutti gli elementi naturali in questa isola sono davvero incantevoli.  Jeju è scientificamente importante per i suoi tunnel di lava (che in coreano si chiamano Oreum). Questi condotti naturali attraverso cui fluiva il magma sono ad oggi delle grotte vuote, tra le più grandi del mondo, come la caverna di Manjang coi suoi 8 km. L’isola di Jeju è anche frequentata per le sue spiagge, tra le più belle ci sono Emerald Bay, Gwakji, Hamdoek e Shinyang.
Essaouira, antica città costiera fondata da mercanti fenici, si trova su una penisola di fronte all’Atlantico, a circa tre ore di macchina da Marrakech. Conosciuta come la città bianca per il colore tipico degli edifici della sua medina, ha avuto nella sua storia un ruolo importante come polo commerciale, partendo dallo scambio di sale e tintura a base di porpora, ricavata dalla pesca dei murici. Nel 1764 il sultano Muhammad III del Marocco la trasformò in una base navale fortificata su progetto dall’architetto francese Thèodore Cornut. Per anni rimase l’unico porto aperto al commercio estero e godette di grande prosperità anche grazie alla numerosa comunità ebraica  che divenne intermediaria tra il sultano e le potenze straniere. Il suo declino iniziò con il protettorato francese, a vantaggio di altri porti come Casablanca e Tangeri. 
Oggi la città è rifiorita grazie al turismo e alla sua vocazione culturale e musicale. I suoi fiori all’occhiello sono il porto, dove il pesce fresco appena pescato viene scaricato dai pescherecci e esposto su bancarelle per essere venduto, la Kasbah con le mura fortificate ancora difese dai cannoni, e la Medina, dichiarata patrimonio dell’Unesco, con le sue casette bianche e le imposte blu, la piazzetta di Moulay Hassan con i suoi caffè, gli stretti vicoli che si aprono poi in piccole piazze dove sono allestiti mercati e bazar.
il Museo Sidi Mohamed Ben Abdallah raccoglie il meglio dell’arte e dell’artigianato locale: collezioni di strumenti musicali, gioielli, tappeti e costumi, armi e pitture su legno.  Essaouira vanta anche  una bella spiaggia di sabbia che nel tardo pomeriggio scompare per lasciare posto alla marea che la lambisce quasi completamente.
 

 
Taghazout è un villaggio del sud-ovest del Marocco che affaccia sull'Oceano Atlantico e dista 16 km a nord di Agadir. E’ diventato di fatto un’enclave eco-friendly che attira visitatori da tutto il mondo, per fare surf e per godersi il clima temperato tutto l'anno.

Situata sulla costa occidentale del Sahara, a soli 400km dalla Mauritania questa città nel sud del Marocco è un'oasi di pace e tranquillità  dove risplende sempre il sole anche d’inverno. Dakhla è rinomata per le sue dune di sabbia dorata che raggiungono l’oceano Atlantico, offrendo un'esperienza indimenticabile per chi ama il deserto. Gli amanti del kitesurf e del windsurf troveranno qui il loro paradiso, grazie alle condizioni perfette offerte dalle acque ventose della magnifica laguna.

 

L’isola di Penang è un pot-pourri di culture Malese, Cinese, Indiana e Nyonya. La capitale Georgetown è il centro commerciale ed amministrativo dello Stato: le sue attrazioni includono il Museo Nazionale e la Galleria d’Arte, il Forte di Cornwallis, Wat Chayamangkalaran, la Moschea Nazionale, la Moschea di Kapitan Kling e i Templi di Khoo Kongsi e Kuan Yin Teng. Penang è famosa anche per le sue spiagge, ideali per qualsiasi tipo di sport acquatico. Altri posti di interesse sono il Tempio dei Serpenti, Penang Hill, il Tempio di Kek Kik Si, l’allevamento di farfalle, il Tempio di Mariamman, il Giardino Botanico e un Parco Avicolo a Seberang Jaya.

Il simbolo per eccellenza dell'Australia è Uluru (Ayers Rock). Questo misterioso Monolito di sabbia, situato a 500 km a sud-ovest di Alice Springs, è alto 350 m e largo 7.5 km. Non è una roccia, ma la punta di un conglomerato di sassolini, fondo di ciò che fu un lago interno circa 600 milioni di anni fa. Per gli aborigeni, la Roccia è il "Luogo Sacro dei Sogni", e tutt’intorno si trovano pitture rupestri. E' interessante osservare come la Roccia cambia colore secondo la luce e del tempo, uno spettacolo unico è offerto al tramonto dove la roccia assume colorazioni e sfumature diverse. Ai confini del Parco di Uluru si trovano Kata Tjuta (Monti Olgas), spettacolari formazioni rocciose sedimentarie dalla strana e caratteristica forma.

Parco Naturale di Fuji-Hakone-Izu
Nell’area del parco si trovano: Hakone, una delle più famose e frequentate località termali del Giappone, ad un’ora e mezza di treno da Tokyo, che sorge sulle rive del lago Ashi che costituisce una delle maggiori attrazioni per la sua bellezza;il monte Fuji (3376m, la vetta più alta del Giappone è il simbolo più noto del paese;. la penisola di Izu a sud di Hakone, una meta molto apprezzata per le sue stazioni termali.
Un armonioso ambiente fatto di risaie, radure costellate di salici piangenti e capanne lignee. A nord, tra le lontane montagne boscose, risplende il Chomolhari con le sue cinque vette. Un luogo strategico, situato lungo le due più importanti rotte commerciali che collegavano il Bhutan al Tibet, ancor oggi testimoniato dalla fortezza che domina l’intera vallata.

Attuale capitale della provincia del Sichuan, Chengdu ha un’origine antica (400 a.C.). Famosa per il broccato, durante la dinastia degli Han orientali (25-220 d.C.), nel periodo delle Cinque Dinastie fu capitale della Cina e lungo le mura della città fu piantato l’ibisco. Oggi alberi e fiori ornano le strade e i parchi. Marco Polo ne parla nel Milione. Malgrado si stia trasformando rapidamente Chengdu ha custodito tutto il suo fascino antico. Da Chengdu si possono organizzare diverse escursioni: la Riserva di studio del Panda a Ya An; a Emmeshein, una delle 5 montagne sacre della Cina; a Dazu uno dei centri archeologici più importanti della Cina con circa 40 templi rupestri che contengono 50.000 sculture di natura religiosa e di vita quotidiana risalenti al IX al XIII sec. (da non perdere le grotte di Beishan e Baoding); a Leshan per visitare la statua di Buddha alta 70 m completata 713 d.C.

Lungo questa costa si ammirano il paesaggio lunare del deserto dei Pinnacoli, le gole, le scogliere, il sinuoso fiume e le bianche spiagge del Kalbarri National Park, le catene montuose di pietra calcarea, le profonde gole e le incontaminate spiagge del Cape Range National Park.

Un mondo fatto di vasti orizzonti, antiche gole, insolite formazioni rocciose, accoglienti piscine naturali e spiagge dalle sabbie dorate. Da non perdere: Broome, città produttrice di perle, dove si potranno acquistare anche i rari diamanti rosa, le spiagge bianche di Cable Beach in dorso a un cammello, osservare le impronte di dinosauri. Sperimentare avventure a quattro ruote sulla Savannah Way tra Broome e Darwin via Kununurra e guidare lungo la Gibb River Road lunga 660 km attraversando gole e fiumi turbolenti, o seguire la strada rossa da Broome fino alla remota penisola di Dampier (Dampier Peninsula) con possibilità di pernottare al campeggio Koolijaman gestito dagli aborigeni e di passeggiate lungo le scogliere guidati da una famiglia aborigena locale. Derby, a est di Broome, è un'ottima base per esplorare l'arcipelago di Buccaneer, un migliaio d’isolette sparse nel Mar di Timor. A Kununurra, o "grande acqua" nella lingua aborigena locale, a 1.000 km da Broome, si possono ammirare e scalare le misteriose formazioni rocciose ad alveare di colore arancione e nero di Bungle Bungles Ranges nel Purnululu National Park. Le aspre gole del Mitchell Plateau e delle Horizontal Falls e la straordinaria arte rupestre aborigena di Gwion (Bradshaw), tra le più antiche della terra. Attraversare in barca l’immenso lago Argylee ammirando i coccodrilli d’acqua dolce, i wallaby, gli uccelli e le maestose scogliere.

Partendo da Tongsa e proseguendo in direzione est si giunge in quest’ampia valle disseminata di piccoli villaggi e antichissimi monasteri. Al centro della valle, su un’ardita cresta, si innalza il Jaker Dzong cinto da un impressionante muro di un chilometro e mezzo circa di circonferenza. Il Kurje Lhakhang e il Jampa Lhakhang conserverebbero secondo tradizione impronte del corpo di Padma Sambhava impresse nella roccia.

Situato a 3140 metri offre una splendida vista sull’Himalaya orientale. In una foresta lussureggiante in cui spiccano rododendri, ontani, cipressi, cicute, abeti e dafne, migliaia di colorati drappi sacri (tangka) circondano 108 Chorten (nome tibetano per stupa) costruiti in commemorazione delle battaglie svoltesi ai confini con l’Assam.

Mistico, magico, pittoresco. Queste e molte altre parole sono usate nel tentativo di descrivere l’incantato paesaggio del lago Inle e degli incredibili Intha che popolano le sue sponde e la sua superficie. Questa piccola tribù si è perfettamente adattata all’ambiente lacustre: case di legno costruite su palafitte e unite l’un l’altra da lunghe passerelle formano una sorta di villaggio acquatico; orti galleggianti vengono coltivati sulla superficie del lago; i pescatori remano con i piedi per avere le mani libere, con una tecnica che li ha resi famosi nel mondo.

Il più grande lago d'acqua dolce nel Sud Est Asiatico, luogo di grande importanza sotto il profilo ecologico, designato come una biosfera dall'UNESCO nel 1997. Il Tonle Sap è insolito per due motivi: il flusso delle acque cambia direzione due volte l'anno, e la parte che forma il lago si espande e si restringe drammaticamente secondo le stagioni. Il lago e le province circostanti sono parte della Riserva della Biosfera Tonle Sap. Toal Preak, un vero e proprio santuario per uccelli, è conosciuto per essere la patria di grandi colonie di pellicani e cicogne.

Poche città in Cina vantano i superbi scorci panoramici di Guilin, il suo nome tradotto letteralmente significa “foresta di cassie”, un albero che fiorisce a novembre. Picchi calcarei maestosi, erosi dagli agenti atmosferici che li hanno modellati in forme ripide e dentate, entrano nella città, dove scorre anche il tortuoso Li Jiang, un tempo placido corso d’acqua lungo il quale sorgevano tranquilli villaggi dediti alla pesca con il cormorano e che ora è diventato un’autostrada sull’acqua percorsa da un inarrestabile flusso di navi da crociera. In alternativa alla crociera, ci si può arrampicare sulle montagne, perlustrare le numerose caverne, partecipare a gite organizzate oppure passeggiare o girare in bicicletta esplorando le incredibili bellezze dei dintorni.

Gli “alberi” di questa foresta di quasi 26.000 ettari consistono di lunghi aghi di roccia di altezza variabile fra 5 e 30 m.

Queste risaie terrazzate furono ritagliate all’interno della Cordigliera centrale più di 2000 anni fa e funzionano ancora come sistema di irrigazione dei ripidi declivi della zona (a quota 1524 m. s.l.m). Accedervi è difficile ma il disagio viene ricompensato dalla splendida vista che si apre dall’alto. Banaue è il punto di partenza ideale per visitare i villaggi Ifugao, in cui risiedono le popolazioni locali.

Uno dei panorami più belli dell’Asia è quello del vulcano Taal. Basta uscire da Manila e dirigersi verso sud. Il Taal annoverato tra i vulcani più piccoli e più bassi del mondo, non solo è pieno d’acqua, ma sorge anch’esso in mezzo ad un lago.

Si tratta delle cascate più famose nelle Filippine, situate nella provincia di Laguna, a soli 70 km da Manila. La bellezza tropicale della regione e l'avventuroso viaggio da e per le cascate rendono questo luogo un'attrazione magnetica per i viaggiatori.

Si trovano nell’isola di Bohol, si tratta di 1268 colline perfettamente coniche di origine corallina che cambiano colore con l'avvicendarsi delle stagioni, fino a divenire marrone scuro d'estate, facendo as-sumere al paesaggio una colorazione cioccolato.

Un viaggio a Wadi Rum è un viaggio verso un altro mondo. Massicci montuosi dalla forma unica salgono verticalmente fuori dalla sabbia del deserto rosa dando luogo ad uno scenario magnifico.

Riserva ornitologica e parco naturale che circonda l’omonimo distretto. Sulle sue rive, al tramonto e all’alba si abbeverano elefanti, bisonti selvaggi e le simpatiche lontre. Qui dimorano anche tigri e leopardi, avvistabili con un po’ di fortuna. Al centro del lago sorge il palazzo d’estate dei maharaja di Travancore, ora trasformato in hotel.

I canali interni del Kerala. Importante centro dell’industria della fibra di cocco, è collegata da una fitta rete di canali a Kottayam e Quilon. La navigazione offre impareggiabili scorci dominati da verdi sterminati palmeti, canali circondati da una vegetazione lussureggiante che si allargano generando laghi e lagune, minuscole lingue di terra dove sorgono villaggi di pescatori. Tipiche le canoe a vela ricavate dai tronchi e le caratteristiche reti da pesca cinesi stese al sole.

 

Questo magico spazio di 200 ettari di natura incontaminata, posto in una magnifica posizione a 650 m, si affaccia sulla valle della Narmada che scorre verso occidente e sulla pianura del Deccan, che si estende verso sud a perdita d’occhio. Ospita un complesso architettonico di grande interesse culturale.

È un distretto molto vasto, una piatta distesa di terreno arido e salino che durante i monsoni si copre d’acqua fino ad una profondità di due metri. Nel periodo più caldo dell’anno assume un aspetto surreale, con i scintillanti cristalli di sale che brillano sulla superficie della terra bruciata dal sole. Nel piccolo Rann vivono l’asino selvatico asiatico, la volpe, il cinghiale e numerosissime specie di uccelli.

 

Lungo 150 km e largo al massimo 4, è incastonato tra altissime vette, a 4.400 m, in un territorio che per via della grande altezza non rende possibili le coltivazioni: è questo il motivo fondante del carattere nomadico delle sue popolazioni.

 

Porta naturale tra la valle di Kulu e la regione di Lahaul e Spiti, è una terra di pastori isolata per sei mesi all’anno dal resto del mondo. La popolazione, buddista e mongolide, fino a pochi anni fa conservava costumi ancestrali quali la poliandria (più fratelli condividono la medesima moglie). Nelle valli, solcate da torrenti impetuosi e sormontate da immensi ghiacciai, sorgono in prossimità dei pascoli alpini case fortezza e monasteri, testimoni della continuità culturale con il limitrofo Tibet.

Situato nel Rajasthan meridionale, su un altopiano di 1.200 m , è l’unico luogo di villeggiatura montano della regione. La principale attrazione resta il complesso dei templi, raffinati esempi di architettura jaina. In alcuni punti la perforazione dei marmi è talmente sottile da formare una sorta di filigrana trasparente.

 

Uno dei migliori punti per l’avvistamento delle tigri indiane dista circa 130 km da Jaipur. Prima zona di caccia del Maharaja di Jaipur, dal 1980 fu assoggettato al Project Tiger, missione con lo scopo di proteggere le tigri che copre un'area a vegetazione semi-desertica di 392 km.
Oltre alle tigri potrete avvistare numerose altre specie di animali.

Il Deserto del Thar lambisce ben quattro Stati dell’India, anche se la maggior parte di esso si estende nel Rajasthan occidentale. Il deserto è per gran parte una regione bruciata dal sole e battuta da venti fortissimi: il paesaggio è dominato da dune di sabbia, pietre e poca vegetazione erbosa e cespugliosa.
Le aree abitate sono limitate a un mosaico di oasi e molto spesso caratterizzate da una straordinaria bellezza come nel caso della magnifica Jaisalmer.

Il parco zoologico Himalayano Padmaja Naidu è l’unico zoo dell’Asia sud-orientale, dove si possono trovare i rari esemplari del leopardo delle nevi. Questa è la più bella specie di leopardo, che vive nell’Himalaya e sulle montagne dell’Asia centrale al limite delle nevi perenni. Nel parco si possono anche ammirare l’orso nero dell’Himalaya, la tigre siberiana, lo yak selvatico, il lupo e numerose varietà di uccelli himalayani.

 

Situata a nord di Guwahati è la più grande riserva di rinoceronti indiani una specie a rischio d’estinzione. Oltre a questi animali, il parco ospita numerosi branchi di cervi, elefanti, orsi, scimmie e svariate specie d’uccelli.

Situato nel mezzo del Plateau iraniano, in una conca a sud-est dei Monti Elburz, è un grande deserto di sale largo  circa 390 km (il 23°deserto del mondo). Il deserto si distingue per la crosta di sale, causata dal clima quasi senza pioggia e dalla evaporazione in superficie molto intensa.  Gli insediamenti umani si trovano solo nelle catene montuose circostanti. Le temperature possono raggiungere i 50 °C in estate e la temperatura media in Gennaio è di 22 °C, la differenza di temperatura tra giorno e notte durante l'anno può variare fino a 70 °C!
Fa parte dei 4.000 km² di zona ecologica protetta, il  Kavir National Park (vd. Novità)

 

Questo parco si trova nella provincia di Semnan , a sud-est di Shahrud. Con una dimensione di 1,4 milioni di ettari è la seconda più grande riserva naturalistica in Iran. Kahr Turan è la patria di una delle più grandi popolazioni del ghepardo asiatico, specie a rischio di estinzione. In quest’area vivono molte tribù nomadi.

 

 

A circa 3 ore a est di Darwin. Qui, nel più grande parco nazionale australiano, si offrono alla vista desolate scarpate, foreste pluviali e gallerie naturali di arte rupestre aborigena risalente a 50.000 anni fa. Si può imparare a conoscere la cultura aborigena dalla popolazione autoctona che ha da sempre vissuto qui, i Bininj/Mungguy. E osservare i grandi stormi di uccelli migratori che volano sulle zone umide, ole delicate ninfee,i preistorici coccodrilli, le scroscianti cascate e le scintillanti piscine naturali.

Le regioni settentrionali sono le più montuose e impervie benché non raggiungano altitudini notevoli. L’intera area è caratterizzata da rilievi generalmente arrotondati e coperti da fitta vegetazione tropicale, un ambiente particolarmente selvaggio.

Questa provincia montuosa deve la propria importanza alla sua posizione di frontiera con Thailandia e Birmania. Parte del comprensorio del “Triangolo d’Oro”, lungo il confine occidentale è segnata dal corso del Mekong, importante via di comunicazione fra questi Paesi e la capitale. Celebre per le sue miniere di pietre preziose, conta più di 30 minoranze etniche, sparse in villaggi di montagna e lungo il corso del Mekong. Ban Houai Xay è il suo capoluogo,  importante centro di commerci con Thailandia e Cina. La città è dominata dall’antico tempio Wat Chom Khao Manirat, posto sulla sommità di una collina.

 

 

Simbolo del Laos, il fiume Mekong attraversa il paese in tutta la sua lunghezza. È all’estremo meridione del Paese, al confine con i territori thailandese e cambogiano nella provincia del Champassak,  che il corso d’acqua diviene più interessante: la zona, denominata “le 4000 isole”, è caratterizzata dalla straordinaria larghezza del Mekong che qui raggiunge gli 11 km e lungo il suo corso crea numerose isole e cascate. La città capoluogo è Paksè, con un’architettura che ricorda il passato coloniale francese. La città di Champassak che è stata per secoli la capitale dell’omonimo reame, oggi è un borgo spopolato con gli antichi edifici in rovina. Nei dintorni si possono visitare il Wat Phu, un complesso sacro, chiaro esempio di architettura Khmer, le spettacolari cascate di Khone, di Tat Dane e di Se Set, o visitare i numerosi villaggi agricoli. Primi fra questi Ban Saphay, famoso per i tessuti adoperati nella confezione dei “sin”, le tradizionali gonne laotiane, e Lao Theung, villaggio di tessitori con una popolazione tra le più antiche del Paese.

L’arcipelago delle Maldive è formato da una cintura di 26 atolli corallini che comprendono all'interno dei loro anelli quasi 2000 piccole isole ricoperte da sabbia bianca e da una fitta vegetazione tropicale.
La vita più spettacolare la si trova sott’acqua. Le Maldive sono uno degli ultimi ambienti marini ancora intatti. E’ uno dei posti migliori al mondo per le immersioni subacquee. Si possono trovare valli e cave, popolate di pesci varipinti, che la natura ha creato insieme a giardini corallini con colori psichedelici che catturano l’attenzione dei visitatori. In questo ambiente sottomarino la visibilità raggiunge i 60 metri con una media di 30 metri.

L'atollo di Malè Nord ha una lunghezza di 67 Km e una larghezza di 41 Km, al suo interno contiene 29 isole.Nella parte meridionale dell'atollo si trovano dei punti di immersione di grande richiamo da cui è possibile ammirare i coralli, mentre nella zona orientale ci sono zone adatte ai surfisti

 

L'atollo di Malè racchiude una vastissima laguna che comprende anche le isole di Dhigufinolhu, Veligandu Huraa e Bushi. Queste piccole isole sono collegate tra loro tramite un sistema di pontili, costruzioni tipiche delle isole Maldive.

 

L'atollo di Ari è lungo 90 Km e largo 30 e si estende parallelamente agli atolli di Malè Nord e Sud. Al suo interno racchiude 105 isole di cui solo 15 sono abitate da circa 8.500 persone. Ari è ideale per effettuare delle bellissime immersioni per ammirare la fauna che popola i fondali delle isole Maldive. Maaya Thila è uno dei punti di immersione più noti dove è possibile avvistare facilmente anche gli squali.

L’isola parco dei divertimenti è collegata a Singapore da un servizio di traghetti e da una funivia. Un trenino su monorotaia porta alla scoperta di Sentosa: il villaggio ASEAN, un mosaico di tradizioni, prodotti artigianali, piatti caratteristici, danze e rappresentazioni tipiche dell’area asiatica, Underwater World il più grande acquario tropicale dell’Asia. Molti sentieri si snodano tra i giardini all’europea e le spiagge tropicali. L’isola offre inoltre campi da golf e la possibilità di praticare  diversi sport acquatici.

Oltre 54 ettari di superficie tra il rigoglioso verde della giungla tropicale, giardini e serre curatissimi: oltre 500.000 specie vegetali anche rarissime. Particolarmente suggestivo è il padiglione in stile vittoriano con 2.000 varietà di orchidee compresa Vanda Miss Joaquim, fiore nazionale di Singapore.

Il più vasto parco avifauna dell’Asia che ospita 450 specie diverse di uccelli nei rispettivi habitat originali abilmente ricostruiti.

Riserva naturale che copre le pendici di Bukit Timah Hill, il rilievo più alto dell’isola con i suoi 162,5 m Attraversato da agevoli sentieri, il parco ospita numerose specie di farfalle, scoiattoli, scimmie e rari esemplari di uccelli.

Gli elefanti abbondano nei parchi, tra i più famosi il Gal Oya National Park, Wilpattu National Wildlife Park, e lo Yala National Park. Quest’ultimo, situato nella parte sud orientale dell’isola, si affaccia per 50 km sull’oceano. Per estensione (800 Kmq) è il secondo dello Sri Lanka, ma è senza dubbio il più interessante ed attrezzato. Il Parco Nazionale ha al suo interno la più alta densità di leopardi del mondo ed e’ uno dei migliori parchi per osservarli e fotografarli. Nel sud la foresta di Sinharaja merita una visita. E’ stata designata riserva biosferica e patrimonio dell’umanità per le sue foreste pluviali che ospitano specie animali e rari uccelli. Mesi di punta : febbraio-marzo.
Considerazioni per il mese di agosto:
- Pioggia e chiusura temporanea dei blocchi: Agosto cade durante il monsone di Yala (sud-est) e il blocco 1, l'area più popolare e ricca di leopardi, è spesso chiuso dal 1° settembre a metà ottobre per manutenzione e conservazione.
- Accessibilità ridotta: Le strade possono essere fangose o intasate d'acqua, rendendo alcune aree più difficili da raggiungere.
- Animali selvatici meno prevedibili: A causa della disponibilità di acqua, gli animali possono essere più dispersi e più difficili da individuare.
- Gli avvistamenti della fauna selvatica sono ancora possibili: Leopardi, elefanti, bradipi e altri animali possono ancora essere avvistati, soprattutto al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
In conclusione, Yala in agosto può ancora offrire un'avventura memorabile e tranquilla. Nonostante le variabili stagionali, il Parco Nazionale di Yala rimane una destinazione notevole tutto l'anno: la sua biodiversità, la sua bellezza naturale e l'emozione di avvistare la fauna selvatica lo rendono sempre degno di essere visitato.

Molti turisti amano fare sosta all’orfanotrofio degli elefanti che ospita i piccoli che non riuscirebbero a sopravvivere da soli nella foresta.

Vicino a Kandy si trovano tre importanti giardini botanici, il più lussureggiante è Peradeniya. Le spezie sono abbondanti nello Sri Lanka (cannella, ginger, vaniglia), i tour ai giardini di spezie stanno diventando popolari specialmente nell’area tra Dambulla e Kandy.

Circondata dalle piantagioni di te, è appollaiata su una conca boscosa a 1.884 mt. di altezza, ai piedi del monte Pidurutalagala, la vetta più alta di Sri Lanka.  La località riporta all’era della colonizzazione britannica, con le sue case vittoriane e in stile Tudor. Si possono organizzare tour alle fattorie di Lipton e Dilman. Da qui partono le escursioni  sugli Horton Plains, un altopiano posto a più di 2.000 mt. di altezza, a due ore di auto da Nuwara Eliya. Un’ oasi naturalistica tra le più belle e selvagge di Sri Lanka.

Area protetta coperta da foreste pluviali e abitata da una ricca fauna. All’interno del parco vi sono numerose cascate raggiungibili lungo una serie di facili sentieri. Fu uno dei primi parchi nazionali dello Stato, ed è il secondo della Thailandia per dimensione, (2168 km), incluse foreste di piante sempreverdi e praterie. La sua altitudine varia dai 400 ai 1000 m. s.l.m. Il parco ospita 3000 specie di piante, 320 di uccelli e 67 di mammiferi. Le sue cascate comprendono quella di Haew Naro alta 80 metri. Nel 1984, il parco fu incluso tra i parchi protetti dall'ASEAN, mentre il 14 luglio 2005, insieme con altri parchi situati sui monti Dong Phayayen, venne inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità.

Un viaggio nel Vietnam del Nord non può considerarsi completo senza una visita alla Provincia di Quang Ninh: confinante a nord con la Cina, ospita quella che non solo i vietnamiti considerano l’ottava meraviglia del mondo, la baia di Halong, forse il punto più spettacolare di tutto il paese. Con i suoi 3.880 kmq punteggiati da un migliaio d’isole e isolotti di origine calcarea, questa baia è famosa anche per le singolari sculture ricavate nella roccia dagli agenti atmosferici.

Città più moderna del Delta del Mekong è l'unica a ospitare un’Università. Importante centro commerciale e porto fluviale è situato sulle rive del fiume Hau, l'affluente più meridionale del Mekong. Ottimo punto di partenza per visitare il Delta.

Capoluogo della provincia di Nghe An è una delle province più popolate del Paese. Punto di attracco per le escursioni al Delta del Mekong.

 

Vecchia stazione montana sorta nel 1922 sulle pendici del monte Phan Si Pan, che con i suoi 3143 m è la montagna più alta del Vietnam. Questo centro sorge a 1600 m di quota in uno spettacolare paesaggio montano coperto da una verde e fitta vegetazione. Nella zona si trovano diverse minoranze etniche dai coloratissimi abiti tradizionali: vivono coltivando riso, alberi da frutto, erbe medicinali e commerciando le stoffe tessute a mano. Da Sapa, distante circa 300 km da Hanoi, si possono compiere numerose escursioni a piedi nei dintorni, lungo i sentieri che corrono tra le risaie terrazzate. È il paradiso dei fotografi appassionati di paesaggio e di primi piani.

Proprio alle spalle della maestosa città di Melbourne si estende la Yarra Valley, un mondo che ricorda le regioni vinicolefrancesi e italiane. Un posto dalla bellezza pura e intatta, dalle acque cristalline etrasparenti e dall’atmosfera ospitale. Dove55 aziende vinicole si raccolgono dietro a colline ondulate ricoperte di vigne e dove ottimi ristoranti invitano ad assaggiare la loro cucina.

Patria di alcuni vigneti Shiraz tra i più antichi del mondo e di acclamati Riesling, la Barossa Valley è una delle regioni vinicole australiane più famose.

Molti di essi fanno parte di quelle incontaminate zone naturali parte del Patrimonio dell’Umanità che coprono il 20% dell’isola. Hazard Ranges e Wineglass Bay nel Freycinet National Park. Il lago Dove e la Overland Track nel Cradle-Mountain-Lake St Clair National Park. La foresta pluviale del Gondwana e il giardino francese del XVIII sec. di Recherche Bay nel South West National Park. Le cascate Russel, gli altissimi eucalipti e le piste da sci del Mount Field National Park. Il fiume Gordon e le rapide lungo il Franklin nel Franklin-Gordon Wild Rivers National Park.

Nello Stato del Sabah, copre un’area di 754 kmq. Il Monte Kinabalu (4.101m), è una delle montagne più alte del sud-est Asiatico e la sua scalata può essere un’entusiasmante esperienza. La ricchezza di flora e fauna è insuperabile e raggiungere la sua cima è un’impresa ricca di soddisfazione.

Dislocato nella parte settentrionale di Sarawak, è un’incredibile area compatta ricca di affascinanti montagne di roccia calcarea, tutto in 544 kmq! Nel parco si trovano la Deer Cave, la grotta più larga conosciuta all’uomo, larga 100 e alta 120 m; la Clearwater Cave lunga 51 km e considerata la grotta più lunga del Sud est Asiatico e il Sarawak Chamber, la sala naturale più larga del mondo lunga 600, larga 450 e alta 100 m A 900 m di altezza, sui lati di Gunung Api, si trovano i pittoreschi pinnacoli calcarei che sono stati scolpiti e solcati dalle piogge per più di 5 milioni di anni.

Nel Sarawak, copre più di 3.103 ettari di foresta e roccia calcarea. La sua maggiore attrazione sono le grotte di Niah che coprono un’area di 11 ettari.
Sul soffitto delle grotte si trovano i nidi delle rondini, un piatto considerato prelibato dagli orientali, che vengono raccolti usando dei pali di bamboo sui quali salgono raccoglitori abilissimi (questa pratica sta creando rischi di sopravvivenza per questa specie di uccello). Le grotte sono anche ricche di interesse archeologico con ritrovamenti di oggetti che dimostrano la presenza dell’uomo nelle grotte 40.000 anni fa.

Copre 2.742 ettari di foresta primaria alla foce del fiume Bako nel Sarawak. Nel parco esistono circa sette tipi di vegetazione che variano dalla foresta nel bassopiano agli arbusti (tipo deserto) nelle parti alte.
I visitatori possono attraversare il parco lungo sentieri ben marcati nella vegetazione ed osservare la flora e la fauna unica in questa parte del mondo, come i macachi dalla coda lunga, le lucertole monitor e le scimmie con la proboscide.

La Riserva Naturale di Tabin è un'area protetta del Sabah (Malaysia orientale), nell'isola del Borneo. Fu istituita nel 1984 a tutela di tre specie di grandi mammiferi: l'elefante asiatico, il rinoceronte di Sumatra e il banteng. Estesa su un'area rettangolare di 1205 kmq, la riserva è quasi totalmente coperta da foreste tagliate, mentre il cuore è formato da poche isole di foresta incontaminata.  A Tabin si trovano tre vulcani di fango, il più grande a Lipad, raggiungibile con un sentiero di 2 km. Il percorso è abbastanza agevole. Tabin riveste un interesse particolare per i ricercatori perché è abbastanza esteso da sostenere una densità elevata di popolazioni animali ed è particolarmente  importante in termini di biodiversità.

 

Questo Parco Nazionale è la foresta tropicale più antica del mondo e ospita migliaia di specie di flora e fauna immutata da più di 100 milioni di anni. Vi dimorano rigogliose e abbondante specie botaniche ed è un luogo particolarmente indicato per l’osservazione e lo studio degli animali. In questa vasta area si trova anche Gunung Tahan, cima più alta della penisola (2.187 m) ed entusiasmante vetta da conquistare per gli appassionati di montagna (3 giorni di marcia per raggiungere la cima).
Con una superficie di 4.343 Km quadrati, lambisce i confini degli Stati di Kelantan, Terenganu e Pahang. I visitatori possono praticare trekking, risalire i fiumi in canoa o cimentarsi nell’emozionante discesa delle rapide.

A 1.829 m s.l.m., nello Stato di Pahang, uno dei punti più alti delle Penisola. Tre sono le principali località: Ringlet, Tanah Rata e Brinchang, tutte assai popolari tra i turisti. Il clima fresco che varia dai 10° ai 21° e un terreno ricco la rendono il luogo ideale per la coltivazione del tè e un’ampia varietà di ortaggi e frutta. Le attrazioni locali comprendono la piazza del mercato a Brinchang (negozi di artigianato), il Tempio Buddista Chin Swee, la visita alle coltivazioni di frutta e verdura e alle piantagioni di te. Da vedere le vecchie case in stile coloniale. Per gli amanti del green da segnalare un bel campo da golf di 18 buche.

Progettati nel 1827 coprono un’area di 250 ettari. Vi dimorano oltre 10.000 specie di alberi, 3.000  diverse tipologie di orchidea (una delle più vaste collezioni del mondo), un erbario, un museo e un’ottima biblioteca.

A 2.130 m.  s.l.m, si trova questo altopiano caratterizzato da fenomeni geotermici che ancora una volta pongono in risalto la genesi vulcanica dell’arcipelago indonesiano. Un ambiente particolare, costellato di coni vulcanici, sorgenti sulfuree, geyser, laghi variopinti, fertili campi ben coltivati ad ortaggi, vestigia di templi indù e buddisti.

Giava è famosa per il suo tè; estese piantagioni  si estendono nelle più fresche regioni collinose come il Passo Puncak, nei pressi di Bogor e intorno a Subang, a Pengalengan, a poca distanza da Bandung.

Fermarsi sull’orlo di un fumante vulcano sulfureo pensando alle immense forze in esso racchiuse: a Giava vivere quest’esperienza è possibile, sebbene solo pochi dei suoi 15 vulcani attivi siano accessibili. Meritano menzione il Tangkuban Prahu a Bandung (facilmente raggiungibile in auto), il Monte Bromo, il Merapi nei pressi di Yogyakarta.

Consapevole della necessità di proteggere la sua eccezionale fauna, il governo indonesiano ha istituito numerose riserve e santuari di uccelli, tutti visitabili. In Giava occidentale i parchi sono situati a Cikepuh, Ujungkulon e Palau Dula (uccelli): in Giava orientale a Maelang  e a Baluran. Quest’ultima ospita grandi mandrie di benteng, maiali selvatici, cervi, innumerevoli specie di uccelli esotici.

Percorsa una tortuosa strada da Bedugul, si rimane estasiati dalla fredda e scintillante bellezza del lago attorniato di conifere, panorama inaspettato in un’isola tropicale.

Questa ricca riserva di vegetazione, piantonata da uno spettrale tempio, è abitata da simpatiche dispettose scimmie a caccia di elargizioni di noccioline.

Una delle mete preferite dell’isola, con il vulcano attivo del monte Batur e il bel lago circostante. Sei antichi villaggi immersi in una lussureggiante vegetazione si stagliano attorno al cratere: le popolazioni che vi abitano conservano una specifica cultura, riflessa nelle abitazioni e negli stili di vita.

Meraviglie naturali di origine vulcanica, non mancano mai di affascinare i visitatori. Sulawesi ne conta numerosissime: le più famose e in piena attività si trovano a Makule nella provincia del sud, a Karumengan, Lahendong, Kinilow e Leilem nella provincia del nord.

L’incomparabile bellezza naturale e il clima costantemente fresco le rendono altamente attrattive. Nella provincia centrale si trovano i laghi Lindu e Poso, nel Sulawesi settentrionale numerose sono le località lacustri come Kakas, Passo ed Eris, situate intorno al Lago Tondano. Altri laghi che meritano di essere visitati sono il Lago Limau, Limboto, Illo lei e, probabilmente il più famoso di tutti, il Lago Sondaken a Minahasa.

Nella parte occidentale dell’arcipelago della Sonda si trova Flores: un tempo nota ai giavanesi come Isola dei Serpenti, deve il suo nome attuale ai Portoghesi. Principale attrazione sono i Keli Mutu, tre laghi vulcanici situati a un paio d’ore a nordest della capitale Ende che hanno la particolarità di presentare tre colorazioni diverse. Il 90% dei suoi abitanti professa la religione cattolica, sopravvivono comunque numerose credenze e riti pagani, molte delle quali sono vive e forti e contribuiscono ad aumentare il fascino dell’isola.

Yamdrok Lake, o Yamzho Yumco, è uno dei tre laghi sacri del Tibet, lungo circa 72 km è circondato da montagne innevate. Si trova tra Lhasa e Gyantse e secondo la mitologia è la trasformazione di una dea ed è meta di pellegrinaggi.

Nella parte Nepal è il Parco Nazionale Sagarmatha, nella parte tibetana è la riserva naturale Qoomolangma. La vetta più alta del mondo ha due campi base, uno a sud in Nepal, raggiungibile solo con trekking e uno a nord in Tibet, raggiungibile con strada sterrata in auto. La valle che si apre con il panorama dell’Everest dalla parte tibetana è punteggiata da tende delle spedizioni alpinistiche che tenteranno la vetta e offre una vista spettacolare di questa grande montagna. La montagna e i dintorni fanno parte della Riserva naturale di 27.000 kmq.

L'Himalaya è una catena montuosa dell'Asia, che separa il subcontinente indiano dalla Cina. È lunga circa 2.400 km. Fanno parte di questa incredibile catena le più alte vette del mondo, come il Monte Everest (8848 m), il K2 (8611 m) ed il Kanchenjunga (8589 m). In sanscrito, Himalaya significa la Dimora delle Nevi Eterne.

Parco Royal Chitwan - Nepal
Chitwan, il cui nome significa in nepalese “Cuore della giungla”, è situato nella regione centrale del Terai. È stato il primo parco nazionale dichiarato nel 1973. Popolato da centinaia di specie di uccelli e di animali selvatici, era un tempo la riserva reale di caccia dei governanti nepalesi. Nel parco vivono animali in via di estinzione come la splendida tigre del Bengala, il rinoceronte, il ghanal, una rara specie di coccodrillo.

Al centro del paese si estende l’ampio deserto di Wahiba Sands, facilmente accessibile da Muscat, una grande distesa sabbiosa con dune che raggiungono l’altezza di 100 mt e si succedono per chilometri. Il nome di Wahiba origina dall'omonima tribù di beduini che vive in quest’area. Si possono organizzare escursioni in giornata ma si consiglia di compiere la traversata di 170 km fino al mare arabico, vivendo l’avventura dei campi tendati, potendo ammirare così l’alba e il tramonto, eccezionali per i colori stupefacenti. Oltre ad entrare in contatto con la cultura  e l’ospitalità beduina che si fondano su antiche abitudini, diverse sono le attività che si possono fare nel deserto: passeggiare a dorso di un cammello, cavalcare le dune a bordo di un fuoristrada, contemplare le stelle attorno ad un fuoco.

Questo deserto è uno dei più grandi al mondo e una parte di esso cade nel territorio omanita. Più lontano da raggiungere partendo da Muscat, non si presta ad escursioni ma richiede pernottamenti nei campi tendati fissi o mobili. Durante gli spostamenti in questo deserto roccioso si potranno vedere alcuni campi petroliferi che danno la principale ricchezza al paese. Fra la flora che caratterizza questa regione s’incontra il boswellia, l’albero dell’incenso che cresce presso il confine con lo Yemen, da cui si ricava anche un prezioso olio con proprietà curative. 

E’ la principale catena montuosa del paese situata tra l’estremo nord e il Sur. Le attrazioni principali sono la “montagna verde”, con la sua cima di 3.020 mt, da cui si ammirano splendidi paesaggi. In quest’area si trovano pittoreschi villaggi, piantagioni di alberi da frutta e roseti. Aprile è il mese di massima fioritura e raccolta dei petali di rosa. Il clima qui è normalmente più fresco e si possono fare diverse attività: trekking, canyoning e scalate. L’altra principale attrazione, sul versante opposto, è la “montagna del sole”, Jabal Shams, il punto più alto dell’Oman (3.070 mt). Da qui partono sentieri di trekking lungo magnifici scenari ed è il punto di vista migliore per godere della vista dall’alto del Wadi an Nahkar, detto il “Grand Canyon d’Arabia”. Sulle montagne omanite c’è la possibilità di pernottare nei campi tendati. 

Wadi è una parola araba che può voler dire sia “corso d’acqua” che “valle”. I wadi perciò sono i letti dei fiumi che in alcuni periodi possono essere in secca. In alcuni punti formano delle riserve d’acqua che sono piscine naturali cristalline nelle quali è piacevole nuotare. Si trovano ai piedi delle montagne dell’Hajar e le sue acque sono sfruttate per l’agricoltura con il sistema degli aflaj, canali d’irrigazione tipici dell’Oman, annoverati dall’Unesco tra i siti che sono parte del patrimonio dell’umanità. Wadi Shab, Wadi Tiwi, Wadi bani Khalid, sono i più suggestivi dalla parte orientale del massiccio dell’Hajar, mentre sul versante settentrionale il più scenografico è il Wadi bani Awf.

Questa propaggine di territorio è una enclave omanita negli Emirati Arabi Uniti. Se viene raggiunta via terra occorre anche il visto degli EAU quando si passa la frontiera. La zona è soprannominata “i fiordi d’Arabia” ed è molto apprezzata per la bellezza dei paesaggi con le falesie che scendono a picco sul mare. Possibilità di esplorazioni a piedi, in barca o in kayak, presenza di magnifici siti per immersioni. Da Khasab, capitale della penisola, parte una bella strada panoramica da percorrere in auto. 

La riserva occupa 225 mq di territorio e presenta il tipico ecosistema dei deserti interni: oltre 57 specie vegetali, 120 specie di uccelli, 43 di mammiferi e rettili. In questi anni si sono moltiplicati gli sforzi per creare un ambiente protetto per la flora e la fauna desertica.

 

Alto 1240 mt. è la vetta più alta degli EAU. Dalla sua cima domina Al Ain e il confine con l’Oman. Si può salire fino alla vetta a piedi oppure in auto percorrendo una strada di 14 km.

Irrigata con il sistema dei canali tradizionali “falaj”, presenti anche nel vicino Oman, si estende per 1200 ettari e ospita più di 47.000 piante da dattero. Diversi sono i percorsi tracciati al suo interno che si possono fare comodamente a piedi. 

Situato ai piedi dell’Himalaya orientale, il parco copre un’area di 200 kmq e ospita numerose specie animali: la tigre, il leopardo, il cane selvatico indiano e gli elefanti.
Città più moderna del Delta del Mekong è l'unica a ospitare un’Università. Importante centro commerciale e porto fluviale è situato sulle rive del fiume Hau, l'affluente più meridionale del Mekong. Ottimo punto di partenza per visitare il Delta.
L'Annapurna è un massiccio montuoso situato nel Nepal centrale (Himalaya). Lungo circa 55 km, è il decimo monte più alto della Terra, con la sua cima più alta, l'Annapurna I, che raggiunge gli 8.091 mt.  La vetta fu conquistata nel 1950 da una spedizione francese.
A più di 2000 metri sul livello del mare, è uno dei luoghi più scenici di tutto il paese. A causa della sua posizione e della sua spettacolare vista sull'Himalaya è una delle mete più ricercate, nonché punto di arrivo e di partenza di numerosi trekking. Uno dei momenti migliori per godersi il panorama è poco prima dell'aurora, quando tutte le montagne sono illuminate ma le valli sono ancora in ombra.
Raggiungibile anche con i fuoristrada, il Campo Base dell'Everest del versante Tibetano è diviso in due parti: la parte superiore, più in alto, è accessibile solo per escursionisti e alpinisti; quella inferiore, più in basso, aperta anche ai turisti. Qui si trovano una ventina di tende e strutture, tra cui anche dei ristoranti, per permettere ai visitatori di acclimatarsi e guardare gli alpinisti che iniziano i primissimi preparativi.
Il territorio del distretto di Rasuwa varia da 600 metri fino a 7200 metri sul livello del mare. Grazie ai dirupi scoscesi, ai laghi, tra cui spicca quello di Gosaikunda, e alle variazioni di vegetazione e climi, quest'area è una famosa meta per gli escursionisti. Qui si trovano anche alcune delle poche fonti geotermali del Nepal.
La provincia di Ninh Binh, una delle parti più belle del Vietnam con i suoi paesaggi drammatici e templi storici. Le risaie qui sono bellissime e le montagne hanno guadagnato il soprannome di "Dry Halong Bay", dovuto alle colline calcaree carsiche che dominano il paesaggio: il Trang An Landscape Complex, patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Sito della prima capitale del Vietnam Hoa Lu, con i templi dedicati all'imperatore Dinh Tien Hoang della dinastia Dinh (968-980) e all'imperatore Le Dai Hanh della dinastia Le (980-1009). L'antica cittadella di Hoa Lu, in gran parte distrutta, copriva una superficie di tre chilometri quadrati.
In posizione dominante la Pagoda di Bich Dong sul vicino monte Ngu Nhac, che risale al 1428, è composta da tre strutture: Ha, Trung e Thuong Pagodas, in ordine ascendente. Un giro in sampan  è il modo migliore di ammirare il paesaggio tra  grotte, montagne e canali.
 
Rotorua è situata sulle sponde dell'omonimo lago nell'Isola del Nord.La città è famosa per le attività legate alla geotermia e la cultura maori. Da non perdere: la Valle Whakarewarewa del Te Puia e i suoi pozzi di fango caldo e il geyser Pohutu e Wai-o-tapu, un vasto parco geotermico situato a 25 minuti da Rotorua; il vulcano White Island e la Champagne Pool, una piscina di 65 m di diametro, larga quanto profonda.

 

E’ una delle regioni vinicole più famose al mondo, comodamente raggiungibile da Nelson. La valle del fiume Wairau tra belle montagne ha un clima e un suolo particolari, che favoriscono la produzione di ottimi vini, in particolare del Savignon Blanc.
Il ghiacciaio Franz Josef (Ka Roimata o Hinehukatere in lingua māori) è un ghiacciaio lungo 12 chilometri collocato nel Westland National Park sul lato occidentale dell'Isola del Sud, in Nuova Zelanda. Insieme al ghiacciaio Fox 20 chilometri più a sud, è l'unico che scende dalle Alpi meridionali fino a meno di 300 m s.l.m., in mezzo alla vegetazione della foresta pluviale temperata. Il fiume che esce dal ghiacciaio Franz Josef è conosciuto col nome di fiume Waiho.
Monte Cook è la montagna più alta della Nuova Zelanda. Fa parte della catena montuosa delle Alpi meridionali, che corre lungo la costa occidentale dell'Isola del Sud.Il 40% dell'area, il cui nome deriva dalla montagna più alta della Nuova Zelanda, è ricoperta da ghiacciai.
Kaikoura è una città nell'Isola del Sud. La città è nota anche per la sua fauna e la sua popolazione di capodoglio. A sud della città si espande una penisola omonima, che  realizza un gioco di correnti marine che richiama una moltitudine di forme di vita acquatiche. In questa vicenda risiede anche l'origine della città: essa venne fondata da cacciatori di balene.
Questa città è la capitale della omonima regione nord-occidentale del Regno dell'Arabia Saudita, che si estende fino a raggiungere la costa del Mar Rosso. La sua ricca cultura può essere percepita nel Souq Twaheen, famoso per la vendita di tappeti a motivi geometrici e coperture per tende in pelo di capra. I visitatori accorrono a Tabuk per esplorare antichi siti archeologici e l'ambientazione della storia del profeta Mosè, che visse a est della città per un decennio. Segnando l'inizio della costa saudita, le affascinanti città costiere di Tabuk, come Haql e Sharma, offrono mari limpidi e spiagge incontaminate. Ma ci sono altri terreni da esplorare: prendi in considerazione le tombe scolpite di Maghaer Shuaib nel deserto o le Moses Springs vicino a Maqna, dove le sorgenti naturali scorrono sotto le palme da dattero. O la splendida Tayeb Al Ism, una valle di ripide pietre di granito separata dal Golfo di Aqaba bordato di turchese solo dalla strada.
 
Una delle 13 province del regno, la regione di Qassim è nota per il suo grano, che esporta massicciamente, e per i suoi datteri, che sono popolari in tutto il paese. Forse è per questo che Qassim è anche chiamato il "paniere alimentare" del paese. La zona è in realtà relativamente ricca di acqua e ha un terreno e un clima adatti alla coltivazione della maggior parte delle colture, tra cui uva, arance, limoni, pompelmi, mandarini, melograni e molte verdure. 
 
Solo raggiungere Taif è un'emozione. Dall'incavo della Mecca, una bella strada tortuosa si snoda attraverso le montagne fino all'altopiano dove si trova Taif, passando per mercati di frutta, fattorie di rose e profonde valli. Taif viene spesso definita la città delle rose, per i famosi fiori profumati che crescono negli uadi e nelle montagne circostanti. È anche conosciuta come la capitale estiva non ufficiale dell'Arabia Saudita. A causa della sua altitudine, Taif è una fresca fuga dalla calura estiva, specialmente nelle bellissime montagne vicine di Al Shafa, dove i babbuini si scatenano davanti a valli immerse. Mentre le rose fioriscono ad aprile, la città sboccia davvero ad agosto, quando il festival culturale Souq Okaz e il Festival del cammello del principe ereditario sono solo alcune delle attrazioni della città. Il mercato centrale di Taif è un labirinto di vicoli stretti attraverso edifici color sabbia fino a piazze tranquille. Disposte in aree a tema, ci sono sezioni colorate e profumate dedicate al ricco miele locale, ai profumi (soprattutto acqua di rose e olio), abiti islamici e gioielli. Gioiellieri di strada con fiaccole lavorano su anelli d'argento intarsiati con agata yemini, mentre i negozi vicini vendono elaborati pezzi del corpo fatti di oro estratto vicino a Medina. 
 
In alto sopra la valle che corre verso la Mecca, Al Hada è un luogo di babbuini, campi di rose e vasti paesaggi naturali. Una strada curva scorre elegantemente lungo il fianco della montagna, così come gli antichi sentieri a zig-zag dei cammelli. Mentre il sole tramonta e la gente del posto si riunisce nei punti panoramici, le file di montagne all'orizzonte sono proiettate in un'ombra grigiastra. La funivia più lunga dell'Arabia Saudita corre tra la cima della montagna e il fondo del wadi, dove si trova un parco acquatico.
L'ecoregione dell’Asir, accessibile dalla città di Abha,  si sviluppa lungo il bordo sud-occidentale della penisola arabica e interessa le aree al di sopra del 2000 m di altitudine dai monti dell'Asir a nord agli altopiani occidentali dello Yemen a sud. Questo territorio, il primo parco nazionale istituito nel Regno, viene considerato dagli arabi un dono della natura, per tutte le stagioni, con una varietà di paesaggi che spaziano dalle alte vette, ripide scogliere, profonde vallate e fitte foreste.  Da non perdere, il villaggio sospeso di Al Habala,  una serie di case in arenaria arroccate sulla sporgenza di una parete a strapiombo. Costruito quasi 400 anni fa dalla tribù Qahtan, il villaggio veniva raggiunto con una scala di corda (il nome deriva da "habal", termine arabo per corda). Oggi invece è raggiungibile anche in funivia da maggio a ottobre e i visitatori sono accolti in cima dai Qahtani che indossano le tradizionali ghirlande di fiori.
All'incrocio di tre valli a sud di Tabuk, le colonne di arenaria scolpite dal vento di Wadi Al Disah (Valle delle Palme) sembrano un mix tra il Grand Canyon e la Monument Valley in America. Mentre gran parte del paesaggio è deserto, ci sono oasi di piscine naturali, erbe alte e palme che attraversano i canyon, creando situazioni per scatti fotografici ad ogni angolo, specialmente durante i tramonti luminosi. È possibile fare escursioni attraverso gran parte della valle o visitarla tramite un veicolo a quattro ruote motrici.
 
Con una larghezza di 4 km e una profondità di 250 metri, il tentacolare cratere Al Wahba è una delle meraviglie naturali più drammatiche dell'Arabia Saudita: una vasta cavità con un lago opaco al centro. Scavato nel bordo occidentale dell'altopiano basaltico di Hafer Kishb, si trova a due ore di auto a nord di Taif, o circa quattro ore di auto da Jeddah. Il paesaggio lunare offre un'esperienza quasi ultraterrena per coloro che vengono a scalarlo, completo di splendide viste sul deserto dal bordo del cratere. Un tempo si pensava che il cratere fosse stato formato da un meteorite che si schiantò sulla terra, ma la ricerca dei geologi negli anni '60 ha rivelato che Al Wahbah era un cratere di maar. Queste cavità poco profonde sono causate da eruzioni vulcaniche che si verificano quando l'acqua sotterranea entra in contatto con la lava calda. La gente del posto, tuttavia, ha la propria leggenda sulla creazione di Al Wahbah. Secondo il racconto, l'area un tempo conteneva due montagne: Tamia e Cotton. Una notte, dopo che un lampo illuminò la bellezza di Cotton, Tamia si innamorò di lui e giurò di sradicarsi per essere più vicina alla sua amata. Ma prima che potesse raggiungerlo, il suo cugino di montagna Shelman divenne geloso e le sparò con una freccia, facendola schiantare a terra. Il cratere è stato formato dalla sua caduta.
Nefud Al-Kebir è un grande deserto di dune di sabbia nella parte settentrionale della penisola arabica. In arabo il suo nome significa "Il grande deserto delle dune di sabbia" ed è anche conosciuto semplicemente come il deserto di Al-Nefud. Si estende per oltre 290 chilometri dall'antica città di Tayma 'a ovest fino alla città di Hail a est ed è ampio 225 chilometri tra Hail e Dumat Al-Jandal a nord. Copre un'area di 103.600 chilometri quadrati nelle province di Hail, Al-Jawf e Tabuk. Dalla sua punta orientale, il Nefud Al-Kebir è collegato al Dahna, uno stretto corridoio di dune di sabbia che si estende per oltre 1 300 chilometri e raggiunge il più grande deserto di dune di sabbia del mondo, il Rub 'Al-Khali. La sabbia dorata incontaminata si estende per 90 chilometri dal villaggio di Jubbah alla città di Sakaka e si estende da Al-Zulfi per una distanza di 300 chilometri fino a raggiungere i confini di Hail. 
C'è molto di più in Arabia Saudita che vasti deserti ocra. Con oltre 2,5 milioni di palme da dattero che ricoprono una distesa verdeggiante appena nell'entroterra della costa del Golfo dell'Arabia Saudita, Al Ahsa è l'archetipo di una lussureggiante oasi nel deserto. E la regione riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO che  ha recentemente aggiunto un nuovo fiore all'occhiello: il Guinness dei primati ha dichiarato Al Ahsa la più grande oasi indipendente del mondo. Dalle sorgenti calde e fredde alle moschee storiche alle ampie vedute panoramiche, diversi sono gli spunti per esplorare questa oasi di 6.000 anni, che è stata a lungo una porta d'accesso alla penisola arabica per i viaggiatori dall'est. 
Il confine con la Corea del Nord, al famigerato 38° parallelo non è molto lontano da Seoul. Una visita al Imjingak Park, nella zona demilitarizzata (DMZ), lunga 250 chilometri e larga circa 4 chilometri, è un’opportunità per conoscere la travagliata storia contemporanea della Corea che fu divisa in due parti dopo una feroce guerra negli anni ’50, e ancora attende la riunificazione. Qui si possono visitare alcuni siti emblematici come il Ponte della Libertà, il museo DMZ, il Terzo Tunnel di infiltrazione, il Dora Observatory (da dove si scorge un villaggio della Corea del Nord), la Dora station e si attraversa il Villaggio dell’Unificazione. Passato il Ponte della Riunificazione si arriva a camp bonifas dove, in caso di autorizzazione del comando ONU (da verificare di volta in volta) si può proseguire il tour nella  JSA (Joint Security Area) (JSA) di Panmunjom, dove le forze armate delle due Coree si trovano faccia a faccia.
Quest’area naturalistica dista a meno di un’ora dal centro di Seoul. Bukhansan significa “montagne a nord del fiume Han“. Il parco ospita aree boschive e templi, oltre alla Fortezza Bukhansanseong, costruita nel lontano 132 d.C. per proteggere Seoul da invasioni straniere. Qui, si possono trovare diversi sentieri di trekking con diversi livelli di difficoltà, tra questi il famoso Bukhansanseong, che conduce al Baegundae, uno dei tre picchi del monte Bukhan, il più alto della Corea del Sud. 
Il Monte Seorak o Seoraksan è la più alta cima dei Monti Taebaek nella Penisola coreana. Sulle sue pendici si trova il tempio Shinheungsa, a volte scritto Shinheungsa, appartenente all’Ordine Jogye del buddismo coreano, e le rovine della fortezza medievale Gwongeumseong.
Questo parco è un arboreto situato ad est di Seoul, nel distretto di Gapyeong. La vasta area di 300.000 m² ospita 5.000 specie di piante, alcune rare o in via di estinzione. E’ uno dei giardini più belli della Corea, ideale per gli amanti della natura e gli appassionati di giardini botanici. Ispirato al soprannome della Corea "La terra della calma mattutina", il giardino si concentra sulla bellezza naturale del paese e mette in mostra composizioni floreali e giardini paesaggistici costruiti in armonia con l'ambiente circostante.
Marrakech è il miglior punto di partenza per esplorare la principale catena montuosa del Maghreb. Più precisamente la sezione montuosa più accessibile da questa città del Marocco è quella dell’Alto Atlante, dove si trova  il Jbel Toubkal, la montagna più alta del Nord Africa. 
Ammantati di neve nei mesi invernali e pullulanti di fiori selvatici nei mesi più caldi, gli altipiani rocciosi e le lussureggianti valli delle montagne dell'Atlante offrono paesaggi suggestivi, resi più affascinanti dalla presenza delle tribù berbere del Marocco. 
Nella parte orientale dell’Alto Atlante, in un punto remoto confinante con la catena montuosa del Jebel Sarhro, si trovano le Gole di Todra, uno dei canyon più spettacolari del mondo: elevate pareti (raggiungono anche i 300 mt!) di roccia dalle sfumature rosa e grigio scavate dall’acqua.  
Uno dei luoghi più scenografici del Marocco,  per le numerose oasi, i palmeti e le bellissime Kasbah, è la Valle del Dadès, un canyon non lontano dalle gole di Todra, a 110 chilometri da Ouarzazate, nel cuore della valle delle rose. Questa valle formatasi nei secoli  attraverso le pareti delle montagne dell’Alto Atlante grazie al fiume Dades,   da tempi lontani è la via principale tra il deserto  le antiche oasi commerciali del Tafilalet.
Ll valico di Tizi-n-Tichka ( 2.260 mt)  è il passo più alto del paese e si trova sulla strada panoramica da Marrakech porta a Ouarzazate attraversando le montagne dell’Alto Atlante, fino ai confini dell’arido deserto. Da questo valico, con un detour di 25 ckm si può raggiungere la  Kasbah di Telouet costruita nel 1900, una delle residenze dell’ultimo pascià di Marrakech
Facilmente raggiungibile da Marrakech sono le Cascate di Ouzoud, le cascate più alte del nord Africa, imponenti masse d’acqua che si gettano in una gola di roccia rossastra ai piedi delle montagne, che offrono uno spettacolo naturale mozzafiato.
 
Una delle esperienze da non perdere quando si visita Marrakech, è un’esplorazione nel deserto. Lo spettacolare paesaggio desertico che regala emozioni uniche, può essere goduto  sul dorso di un cammello o su moderne 4X4 dotate di aria condizionata. Le due zone più importanti del Deserto del Sahara Marrocchino sono Merzouga e Zagora. 
Il Deserto di Merzouga, il più lontano da Marrakech (a circa 550 km), corrisponde a quello che si immagina pensando al Deserto del Sahara: le dune  di Erg Chebbi, raggiungono i150 metri d’altezza, le più alte del Marocco, e non hanno nulla da invidiare a quelle dei deserti algerini e libici. Il Deserto di Zagora è più arido e con un numero inferiore di dune rispetto a quello di Merzouga. Il vantaggio principale di Zagora è che si trova più vicino a Marrakech (360 km), rispetto a Merzouga. Zagora è un luogo affasciante circondato da un palmeto e sovrastato da un massiccio roccioso. Per raggiungerlo, durante il viaggio ci si può fermare ad ammirare i siti storici, come la magnifica Kasbah Aït Benhaddou.
Situata nel Marocco meridionale, questa vallata è attraversata dal fiume più grande del paese, il Draa. che rimane in secca per quasi tutto l’anno. È soprannominata “la valle dalle mille Kasbah” per la presenza di numerose città-fortezza, costruite per difendersi dagli attacchi ma sfruttate dai mercanti e dalle carovane, provenienti da Timbuctù, e dalla faticosa traversata del deserto, in quanto luoghi freschi e ospitali. Il paesaggio in quest’area è molto variegato, e comprende pianure lussureggianti, palmeti, montagne innevate, dune di sabbia. 

Questa valle affascinante, con i suoi villaggi di tufo arroccati sui fianchi della montagna e i campi coltivati a scacchiera, si trova a meno di un’ora di macchina da Marrakech.  In inverno e in primavera è possibile anche vedere le cime innevate dell'Atlante, mentre in estate, i pioppi e i salici piangenti sulle rive del fiume Ourika offrono una frescura molto gradita.   

Il deserto di Agafay è in assoluto il più accessibile, distante solo  30 km dalla città. E’ comunque un gioiello di natura con sorprendenti dune rocciose e piccole rilassanti oasi. 
Foresta di Mangrovie di Al Thakhira
Quando il caldo di Doha si fa particolarmente intenso, si può cercare refrigerio in questa meravigliosa "giungla mediorientale”, da esplorare preferibilmente in kayak. Tra un colpo di pagaia e l’altro, si possono scorgere tanti esemplari della fauna locale, come gli aironi e le sterne. Al Thakhira è una località molto famosa anche per la pesca. 
Deserto e “mare interno”
La città di Doha è circondata da aree desertiche meravigliose, che si possono esplorare in un tour giornaliero. Il deserto vicino a Mesaieed, nella zona meridionale, è famoso per le alte dune, divertentissime da solcare su un quad o un fuoristrada 4x4. Proseguendo più a sud, si può raggiungere  il mare interno di Khor Al Adaid, per non perdere lo spettacolo più unico che raro delle acque del Golfo che incontrano il deserto.
Merzouga è un luogo incantevole e affascinante situato nel sud-est del Marocco, nel cuore del deserto del Sahara, rinomato per le sue incredibili dune di sabbia, che offrono un'esperienza indimenticabile e un'immersione totale nella bellezza del deserto. La caratteristica principale di Merzouga è infatti la sua vasta distesa di dune di sabbia, tra le più alte e maestose del Marocco. Le dune di Merzouga raggiungono altezze impressionanti, permettendo ai visitatori di ammirare panorami spettacolari e tramonti mozzafiato.
La cittadina di Erfoud si trova a sud est, non lontano dal confine con l’Algeria, a 280 chilometri da Ouarzazate e 320 a sud di Meknes, ai piedi dell’Alto Atlante, sulla strada delle mille Kasbah. Il festival dei datteri e l’industria di marmo, nota per i fossili marini risalenti 360 milioni di anni fa,sono le attrazioni della città ma Erfoud è anche un ottimo campo base per andare alla scoperta del deserto e dei suoi paesaggi straordinari e infiniti. Le cave di marmo sono molte e belle e a soli 15 chilometri dalla città. Qui viene estratto un marmo nero meraviglioso. Non lontano dalla città si trova Borj Est, un’altura che domina la vallata e offre un’incredibile vista sulle oasi, il palmeto di Tizini e le dune del deserto che si tingono di rosa al tramonto.
Ait Benhaddou è uno dei 9 siti del Marocco che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Questa bellissima città o Ksar fortificata, si trova lungo la strada del commercio che le carovane percorrevano attraverso il deserto del Sahara dal Sudan fino a Marrakech e oltre che essere un esempio lampante dell’antica architettura del Marocco meridionale è una meta da inserire assolutamente nel vostro itinerario in Marocco. La Ksar è un concetto abitativo tribale, tradizionale del Marocco pre-sahariano, composto da un gruppo di edifici costruiti nel 1600 con materiali organici, tra cui un ricco fango rosso, e racchiuso all’interno di alte mura dove ancora oggi alcune famiglie vivono. Ait Benhaddou è stata costruita su una collina, in modo da dominare la vallata, lungo le sponde del fiume Ounila, ai piedi delle montagne dell’Atlante, a 30 chilometri da Ouarzazate. Caratteristici del Ksar le torri angolari e i vicoli stretti che si arrampicano tra le abitazioni, le Kasbah di ricchi mercanti. Sulla sommità della collina svetta un grande granaio fortificato chiamato agadir. Questo straordinario complesso comprende anche una moschea, una piazza e il santuario del Santo Sidi Ali. In confronto ad altri ksour della Regione, il Ksar di Ait-Ben-Haddou ha preservato la sua autenticità architettonica per quanto riguarda la configurazione e i materiali e, nella parte bassa del paese, si possono osservare alcuni elementi decorativi. 
Zhangjiajie è spesso considerata come l'ispirazione per il famoso film Avatar di James Cameron, grazie alla sua scenografia mozzafiato che sembra provenire da un mondo fantastico.
Oltre al Parco Nazionale di Zhangjiajie, la città offre anche altre attrazioni come il Grand Canyon di Zhangjiajie e la Gola di Tianmen. Il Ponte di Vetro del Gran Canyon, uno dei ponti di vetro più lunghi al mondo, offre ai visitatori un'esperienza emozionante camminando sopra un canyon spettacolare. Zhangjiajie è anche una destinazione ideale per gli amanti del trekking e dell'escursionismo, con percorsi che permettono di esplorare la bellezza naturale della regione. La cultura locale, con le sue tradizioni e la cucina tipica, rende l'esperienza a Zhangjiajie ancora più affascinante e memorabile per i visitatori.

In quest’occasione viene srotolata la più grande tangka (drappo sacro) del mondo. Si commemorano le azioni del Guru Rimpoche, con danze in maschera. I monaci celebrano il Signore della Morte con una serie di spettacolari cham (danze mascherate) propiziatori.

Il festival di Thimpu ha caratteristiche molto formali e un’importanza speciale poiche' lo Dzong, insieme a quello di Punakha, riveste il ruolo di guida spirituale del Paese. Ogni cerimonia e rituale è solenne e formale, le maschere e i costumi sontuosi.

Si svolge verso la fine della stagione calda e secca e inaugura l'Anno Nuovo del Myanmar. La festa dura tre o cinque giorni. In piedi sui palchi di bambù eretti lungo le strade, la gente si diverte a spruzzare acqua sui passanti Questo giorno viene celebrato attraverso il rilascio di pesci e uccelli in cattività.

Si celebra alla fine della Quaresima. Case ed edifici pubblici in Myanmar si illuminano con lanterne, candele o lampadine elettriche. I giovani mostrano il loro rispetto per gli anziani portando loro cibo in dono. Questa festa ricorda l'evento in cui il Buddha scese sulla terra dopo la fine della Quaresima. Al festival, ci sono concerti e Zat (teatro Myanmar tradizionale) in ogni città.

18 giorni di festival dal 14 al 31 Ottobre. Quattro immagini del Buddha sono trasportate in senso orario intorno al lago su barche a remi.

In lingua Khmer, è il nome della festa che celebra l'Anno Nuovo. Dura tre giorni a partire dal Capodanno cambogiano, che di solito cade in aprile, in corrispondenza della fine della stagione della raccolta, quando i contadini godono i frutti del loro lavoro prima dell'inizio della stagione delle piogge.

Sia Phnom Penh che Siem Reap ospitano regate, parate, e cerimonie rituali, per celebrare l'inversione del fiume Tonle Sap da monte a valle, fornendo al fiume Mekong grandi quantità di pesci d'acqua dolce e garantendo la fertilità della terra.

La Festa delle lanterne è anche la prima sera di luna piena dell’anno nuovo. Per l’occasione si possono vedere lanterne multicolori e di ogni forma in ogni parte della Cina. Vengono organizzati appositamente eventi d’intrattenimento.

La data del Capodanno cinese non è fissa (cade tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio). La festa dura 15 giorni a partire dal primo giorno del nuovo anno fino al Festival delle Lanterne.

Jinhong è famosa per la "Festa degli Spruzzi d’Acqua", che ricorre ogni anno in coincidenza del capodanno Dai, nel mese di aprile: tutta la popolazione allora si riversa lungo il fiume e si spruzza di acqua per commemorare una leggenda del posto. Le acque del Lancang, durante la festa, si riempiono di barche Drago, per la gara sportiva annuale.

Una delle ricorrenze più popolari, di origine antichissima. Cade per tradizione il quindicesimo giorno dell’ottavo mese lunare. Particolarmente suggestiva la processione delle lanterne ornamentali portate dai bambini dei villaggi.

Una festa popolare in onore di San Nino che si tiene ad Arkan ogni terza settimana di gennaio, una sorta di carnevale in cui ci si cosparge il volto di fuliggine e diventati Negritos si fa festa e si balla per le strade al ritmo della musica etnica dei suonatori ambulanti

La fioritura dei ciliegi offre effetti indimenticabili soprattutto a Kyoto. Hanami (che significa fiore) indica la tradizione, tipicamente giapponese, di provare gioia nell'osservare i boccioli e gli alberi in fiore. Durante queste giornate è facile assistere ad esibizioni spontanee di balli e canti tradizionali.

Festa legata alla religione buddhista; in questa occasione si accendono lanterne che vengono lasciate a galleggiare nei fiumi, nei laghi e in mare per simboleggiare il ritorno dei defunti all'aldilà. A Kyoto sui cinque colli di Kyoto si accendono grandi fuochi a forma di ideogramma.

La città si tinge dei vivaci colori delle “barche serpente” impegnate nelle regate lungo i canali. Si festeggia in memoria dell'età dell'oro del re Maveli il cui spirito, secondo la leggenda, ancor oggi visita il Kerala nel periodo della festività. Per gli indiani del Kerala questo è periodo di raccolto, tempo di festeggiamento gioia per la vita.

 

Ogni anno a Mysore si tiene la splendida festa di Dashera. Il maharaja guida una delle processioni più festose di tutta l’India tra dense nuvole d’incenso, cavalli ed elefanti riccamente addobbati: marciano al ritmo delle bande musicali accompagnando le statue delle divinità ricoperte di fiori.

Festival che si svolge nel piccolo e quieto villaggio di Tarnetar, regione dei Panchal, casta predominante nel Gujarat. Vivacissimo e ricco di rituali, è famoso anche per le danze e le competizioni sportive (su tutte, la gara delle carrozze).

 

Si svolge annualmente, ed è celebrato in onore del dio Sheva con musiche e canzoni del deserto.

Si tiene ogni anno all’inizio dell’estate nel monastero di Hemis e costituisce uno dei grandi avvenimenti del lamaismo tibetano.

Il monastero di Phyang ospita uno dei più importanti festival di danze cerimoniali del Ladakh. Con cadenza triennale, nel corso del festival, viene dispiegato un enorme thangka e i 50 monaci che vi risiedono celebrano la divinità con danze sacre, indossando maschere e costumi variopinti al ritmo di musiche tradizionali.

Festa dell’acqua che si tiene in occasione di Dol Purnima (luna piena) per celebrare l’inizio della primavera, popolare sopratutto al nord. Le genti festeggiano la primavera di "Holi" lanciandosi contro fiori, palle di polvere colorate e acqua colorata.

Elephant Festival è un gigantesco evento popolare che combina gli elefanti con la primavera di Holi, generando un divertimento unico. Il festival si apre con una processione di pachidermi che culmina nella premiazione dell’animale più artisticamente decorato.

Festa di dieci giorni che celebra la vittoria sui demoni, in particolare quella di Rama su Ravana narrate nel Ramayana, e quella di Druga su Mahishasura dalla testa di bufalo le celebrazioni comprendono rappresentazioni del Ram Lila (la vita di Rama). Le più importanti si tengono a Mysore (Karnataka), Ahmedabad (Gujarat), Kullu (Himachal Pradesh). Spettacolare la Durga Puja a Calcutta (Kolkata).

È la più grande fiera di cammelli dell'India, con migliaia di animali venduti e acquistati. Parallelamente vengono organizzati diversi eventi quali gare di bellezza dei cammelli, prove di forza tra uomini e cammelli ed eventi culturali collaterali. La fiera ha un’intrinseca valenza religiosa legata all'induismo.

In concomitanza con il nostro Carnevale, Goa è l’unico luogo dell’India ove nell’arco di tre giorni, tra colori, musica e festeggiamenti si celebra la festività.

Sacro pellegrinaggio degli indù, si tiene a febbraio ad Allahabad, Ujjain, Haridwar, e Nasik, in cicli alternati ogni 12 anni in modo da effettuare i festeggiamenti con cadenza triennale. Al termine di ogni ciclo di dodici anni si svolge anche il Maha Kumbha Mela, considerata una “summa” sacrale e frequentato da milioni di pellegrini.

Una delle più antiche e importanti feste celebrate in tutta l'India, conosciuta anche come "festa delle Luci". In questo giorno viene ricordato il ritorno di Rama (incarnazione di Vishnu) durante il Treta Yuga nella sua capitale Ayodhya, dopo 14 anni di esilio.

Losar è l’anno nuovo dei tibetani. Si celebra comprando nuovi vestiti e mangiando il “Momo”. Le danze sono una delle maggiori attrazioni del festival.

 

Questa festa è tra le più importanti per i buddisti che vivono in queste zone. È l’anniversario della nascita del Buddha. In quest’ occasione i monasteri organizzano una processione guidata dia Lama (i monaci tibetani).

 

È il più importante festival per I Nepalesi. Inizia con l’arrivo della luna piena e si protrae per 15 giorni. “Shrada” ovvero l’omaggio agli antenati defunti è il principale nucleo del festival.

Si festeggia fin dai tempi antichi (prima del 559 a.c.); ancora oggi l'anno nuovo iraniano (capodanno = noruz) si festeggia con il primo giorno della natura cioè con l’inizio della primavera quando si risveglia la natura. Attualmente i festeggiamenti durano più di 13 giorni e sono molto sentiti dal popolo iraniano.
 

Un’ antica festa iraniana che risale all'epoca precedente a Zoroastro e viene festeggiato la notte più lunga dell'anno: il solstizio d'inverno. In questa occasione, per interrompere il rigore dell'inverno e le lunghe notti, si consuma la frutta di colore rosso conservata dal periodo estivo unicamente per questa festa come melograni ed angurie perchè portatori di allegria.

Si celebra la vigilia dell’ultimo mercoledì dell'anno ed è la festa del fuoco. Durante la notte del Chahârshanbe Sûrî è tradizione uscire nelle strade e appiccare piccoli e grandi falò, sui quali i giovani uomini saltano cantando versi tradizionali

 

Nel mese di aprile si festeggia il Nuovo anno Lao detto Pi Mai; è una festa di durata variabile, la cerimonia più bella è quella di Louangphrabang caratterizzata da processioni coloratissime in abiti tradizionali accompagnate da canti e danze della tradizione popolare.

Questo giorno segna la fine della Quaresima buddista: la sera i templi si illuminano di candele e lanterne e la cerimonia del Lai Hua Fai vede protagoniste piccole "imbarcazioni" di legno di banano, decorate con fiori e candele accese, che navigando lungo il fiume libereranno le genti dalla malasorte.

 

Si svolge presso uno dei monasteri più importanti di Vientiane: centinaia di monaci provenienti da tutto il paese si riuniscono per ricevere l'elemosina e le offerte votive floreali. Processioni, giochi, concerti ed altri eventi arricchiscono il programma.

Usualmente nel mese di febbraio, questa festa pulsa soprattutto in Chinatown culminando nei giorni precedenti la luna piena, quando grandi folle si aggirano per i negozi appositamente decorati per il capodanno. La coloratissima parata di Chingay, lungo  Orchard Road, ne chiude le celebrazioni.

Il quinto giorno della quinta luna piena dell’anno viene celebrata questa festa che commemora un popolare eroe cinese. Spesso si tengono sul fiume Singapore gare di Dragon Boat (canoe a 20 posti).

Vengono preparate lanterne decorative soprattutto nel Jurong Garden, è tradizione preparare e mangiare dolci tipici, le “torte della luna”.

Celebrata tra ottobre e novembre, il suo nome originale è Diwali che qui si tramuta in Deepavali. Il quartiere di Little India si addobba con speciali e coloratissime decorazioni per l’occasione.

Una processione che si tiene a Kandy in Agosto nei giorni di luna piena. E’ la più spettacolare festa dell’isola. I pellegrini rendono omaggio alla reliquia del dente del Buddha, trasportata su elefanti sacri. Nei periodi di luna piena da dicembre ad aprile

Questo pellegrinaggio alla montagna considerata sacra da più religioni, attrae Cristiani, Musulmani, Hindu, e Buddisti.

 

Festeggia la fioritura con esposizioni floreali e zattere di fiori, conosciuto anche con il nome di Carnevale dei fiori. Il Festival dura tre giorni e comprende mostre di composizioni floreali, una sfilata di carri decorati con fiori, musiche tradizionali, spettacoli culturali.

 

Si tratta di un famoso raduno di elefanti, che passeggiano per la città con i costumi tradizionali, insieme con gli abitanti, che s’intrattengono con canzoni e danze thailandesi.

Ideale per giovani, si festeggia in spiaggia con musica e danze per tutta la notte.

Têt è il Capodanno vietnamita, celebrato nello stesso giorno del Capodanno cinese di cui condivide molte usanze. Cade intorno alla fine di gennaio o ai primi di febbraio: fra le tradizioni vi sono quella di preparare piatti speciali e di pulire la casa, visitare i parenti e i templi. Altre usanze sono i fuochi d'artificio, e le danze del drago e del leone per scacciare gli spiriti cattivi e propiziarsi la fortuna. La festività è divenuta famosa a causa dell'offensiva del Têt avvenuta nel 1968 nel corso della Guerra del Vietnam.

 

Festa che celebra i motivi fondanti della popolazione Tay: un buon raccolto, la salute, la famiglia numerosa. Le cerimonie si basano su antichi rituali come la solenne processione dedicata all’Acqua e le preghiere per propiziarsi le divinità che proteggono i villaggi.

 

In queste giornate gli abitanti dei villaggi, indossando I loro migliori abiti, festeggiano con balli, canti e preghiere l’arrivo della stagione primaverile.

La festa del raccolto è la più grande festa celebrata in Sabah come  ringraziamento dedicato alle divinità del riso. Tra gli eventi fiere agricole, mostre, programmi culturali, gare di bufali e altri giochi tradizionali.

 

Celebrato sia nelle città che nei villaggi rurali del Sarawak, dura diversi giorni e vede protagoniste  le popolazioni indigene Gawai Dayak, il popolo che nel passato era tristemente noto come  cacciatori di teste. Le case Dayak sono aperte durante la festa, consentendo ai visitatori uno scorcio di vita quotidiana. I turisti sono invitati a indossare costumi colorati per le foto, partecipare alle danze tradizionali, e assaporare deliziosi dolci e leccornie.

Festa  indù della Luce, celebra il trionfo del bene sul male, della luce sulle tenebre: prevede visite a templi e preghiere agli altari domestici. Caratteristica unica di questa celebrazione è il concetto di casa aperta, che prevede l’invito a partecipare alla festa ad amici provenienti da comunità diverse.

Puasa, è preceduto dal mese di Ramadhan che è il mese più sacro del calendario islamico in tutto il mondo in cui i musulmani osservano il digiuno o Puasa.
La celebrazione dura per un mese ma la per la maggior parte è concentrata nei primi tre giorni.

Festa consacrata alle divinità indù Murugan. Si svolge a  Kuala Lumpur, dura  tre giorni e  culmina nella processione che inizia al Tempio Sri Mahamariaman in Chinatown e termina a Batu Caves.

Una delle più importanti feste buddiste in Asia, commemora tre importanti eventi nella vita di Gautama Buddha - la sua nascita, l'illuminazione (Nirvana) e morte (Parinirvana). Durante la festività  le statue del Buddha nei templi vengono addobbate con  collane di fiori profumati

Celebra, con cadenza semestrale, la lotta del bene contro il male. La commemorazione, che si protrae per 10 giorni, e’ la piu’ importante nella vita balinese, generando numerosissime cerimonie nei templi e coloratissime processioni nelle strade limitrofe.

Si celebra solitamente nel mese di marzo: è il giorno del Capodanno Lunare Balinese, durante il quale nessuno puo’ circolare per le strade. I turisti devono rimanere in Hotel tutta la giornata seguendo le normali attivita’ della struttura. La sera precedente per le strade di Bali sfilano “Ogoh Ogoh” enormi pupazzi di cartapesta raffiguranti spiriti che hanno lo scopo di creare un clima festoso che richiami sull’isola il maggior numero di entità maligne e benigne. Il giorno successivo esse si sorprenderanno nel trovare un territorio completamente inanimato, e gli spiriti del male, delusi nel risvegliarsi in un posto spento, se ne andranno lasciando padroni incontrastati gli spiriti del bene, amanti di pace e tranquillità.

La festa del teatro, una competizione di danze e di teatro al Norbulingka. È uno dei più popolari festival in Tibet, che si svolge alla fine del periodo di meditazione dei monaci.

Durante questa festa si svolgono competizioni di tiro con l'arco e corse di cavalli, spettacoli dell’opera tibetana, gare di lotta. Le persone si recano a Gyantse per assistere alle gare e fare acquisti al mercato ricco di prodotti locali.

La festa della nascita, illuminazione e morte del Buddha storico, in cui sì dà origine a una grande processione verso Lhasa; Le persone la celebrano recandosi nei templi e accendendo molte lampade a base di burro.

La grande festa del Nepal induista, paragonabile al nostro Natale, il "Basai" e "Thar", la "festa delle luci" si svolgono per ben oltre tre settimane. Nelle montagne del Nepal, il Mani Rimdu" con le danze Cham in vari monasteri si svolge assieme al "Haribodhini Ekadasi", la festa di Vishnu.

"Bisket Jartra" è la grande e famosa festa dei Newaricoincidente con l'anno nuovo ufficiale del Nepal, il Bikram Sambat. In tutto il Nepal le comunità buddhiste festeggiano il "Buddha Jayanti", l'anniversario della nascita, illuminazione e morte del Buddha.

Holi", la festa dell'anno nuovo Induista e la festa dei colori si festeggiano con particolare gioia in tutto il subcontinente.

E’ la tradizionale settimana di feste a chiusura del mese del Ramadan. Dipendendo dalle fasi lunari non corrisponde ad una data fissa ma può variare. In genere può cadere da settembre a novembre inoltrato.Paragonabile alle festività natalizie per i paesi occidentali in occasione dell’Eïd la comunità si riunisce per festeggiare con piatt tipici, canti e danze folkloristiche. 

Si svolge a cavallo dei mesi di gennaio e febbraio. I parchi della capitale diventano le sedi di questo evento tutto dedicato al canto, alla danza, all’artigianato dei paesi arabi.

Ogni anno il 2 dicembre gli EAU celebrano la data dell’indipendenza ottenuta nel 1971. Il programma dei festeggiamenti è molto vario: spettacoli pirotecnici di grande impatto visivo, concerti, sfilate, e tanti altri eventi.

Le festività delle Filippine sono essenzialmente legate alla sfera religiosa cristiana. Questa proces-sione si tiene il 9 gennaio, durante la quale una statua in legno nero a grandezza reale di Gesù at-traversa le strade di Quiapo, nella città di Manila
Dura tre settimane e mezzo e mette in programma spettacoli di danza musica e teatro tenuti all’aperto in sedi storiche come il foro e il teatro meridionale.
Le ricorrenze religiose sono prevalentemente islamiche. La più importante è il Ramadan, il mese in cui tutti digiunano dall'alba al tramonto in conformità al quarto pilastro dell'Islam.
La Festa di Mezzo Autunno (festa della luna) ha origini antichissime. Dedicata alla contemplazione della luna in queste giornate si svolgono riti e usanze antiche.
Una delle ricorrenze più importanti si celebra la luna con una serie di riti e usanze antiche.
Una festa tradizionale cinese che si tiene il quinto giorno del quinto mese del calendario cinese. Si celebra con le regate e le gare di dragon boat, la tipica canoa a 20 posti.
Una delle più importanti e maggiormente sentite festività tradizionali cinesi che celebra l'inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese.

Il primo dzong costruito nel 1629 da Shabdrung Ngawang Namgyal, abate proveniente da Ralung in Tibet che pose le basi della struttura religiosa e politica del Bhutan. Situato a 2250 m di altitudine e a pochi km di distanza da Thimpu, ospita 300 bassorilievi in ardesia dipinta raffiguranti santi e filosofi.

Antica residenza dell’attuale famiglia regnante, sorge a 2000 m. ed è considerato lo dzong più spettacolare del paese per la sua posizione che offre splendide vedute sulla valle del fiume Mangde.

Pittoresco monastero eretto su un poggio alla confluenza dei fiumi Sankosh e Tang Chu nella fertile valle di Wang di Phodrang. Il distretto è conosciuto anche per la lavorazione del bambù e l’intaglio dell’ardesia.

Costruito da Shabdrung Ngawang Namgyal nel 1649 per commemorare la vittoria sugli invasori tibetani del 1644, offre una spettacolare vista sul monte Jhomolhari.

Chiamato il "nido della tigre" fu costruito nel XIV sec. intorno alla grotta in cui Guru Rinpoche, giunto in groppa ad una tigre, meditò per 3 mesi nell’VIII sec. d. C; è sicuramente il luogo più celebre del Bhutan, sospeso sulle rocce sopra la valle. Per facilitare la salita di circa 2 ore e mezza, potrete noleggiare un mulo, giungendo al bel rifugio da cui si gode una vista sublime.

Rispettivamente tempio fortezza di Paro (XVII sec.) e uno dei monasteri più antichi del Bhutan: la fondazione di quest'ultimo è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.), costruito in stile chorten su un piano cilindrico a più livelli, contiene alcune preziosissime statue di Cenresi.

Qui si trovano la casa dei Ministri, la sala dell’Assemblea Nazionale, la sala del trono del Re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan, capo dei monaci bhutanesi.

Il secondo dzong più antico del Bhutan, costruito nel XVII sec., comprendente vari templi tra cui il Machey Lhakhang in cui giacciono i corpi dell’Abate Shabdrung Ngawang Namgyal e del santo Pema Lingpa. Il più bello e storicamente importante del paese, sede invernale del Je Khempo (Abate del Bhutan).

Unico Monastero della setta Sakyapa nel Ladakh, costruito agli inizi del XVI sec., Matho continua ad attrarre novizi. Deve la propria fama agli oracoli, due monaci che dopo mesi di purificazione ottenuta attraverso il digiuno e la meditazione, vivono un contatto mistico con le divinità.

Un complesso che s’innalza su piani sovrapposti lungo un pendio collinare, presidiato dalla setta dei “Berretti Rossi”.

Appartiene alla setta dei “Berretti Rossi” ed è situato a 10 km da Leh, in un’amena posizione con panoramica sulla vallata del fiume Indo.

Incassato in una strettissima valle, si raggiunge attraversando un ponte sull’Indo. Fondato all’inizio del XVII sec. dalla setta dei “Berretti rossi”, è considerato uno dei più importanti complessi monastici del Ladakh. In una delle sale del monastero si trova il trono del Lama capo dell’ordine che, come il Dalai Lama in Tibet, viene scelto tra i bimbi nati nei 49 giorni successivi alla morte del lama precedente.

Il monastero di Lamayuru (3.444 m.) è forse il più grande e riccamente decorato del Ladakh. Abitato dai monaci della setta dei “Berretti rossi”, ramo tantrico del buddismo tibetano, si compone di numerosi santuari dedicati alle varie incarnazioni del Buddha. Il nucleo più antico risale al X-XI sec. e ben conserva le strutture lignee e gli affreschi.

Costruito sulla cima di un accumulo di detriti glaciali che chiude una tortuosa gola, fu fondato intorno al 1840 dalla setta gelugpa, i cui monaci osservano un regime austero.

Riccamente affrescato con splendide Jataka, storie della reincarnazione del Buddha, fu costruito nel X sec. ed è considerato il più antico monastero del paese.

Fondato nel XIV sec. e ricostruito nel XVIII, è consacrato all’ordine dei Gelugpa.

Seguiti entrambi dallo stesso abate, sono luoghi famosi in Ladakh per la disciplina, la qualità degli insegnamenti e l'impegno con cui si narra vi vengano svolte le pratiche ascetiche.

Abbarbicato su scoscese rocce, luogo ideale per godere di una vista superba e per gustare il tramonto sulla valle, questo Gompa è il più antico e grande della regione; ospita affascinanti statue e affreschi.

Risalente alla metà del XVI sec., forma un imponente complesso che domina il villaggio dalla cima di un colle. È abitato da monaci e novizi della setta dei “Berretti rossi”: nel periodo estivo, tra la fine di luglio e la metà di agosto, ha luogo a Phyang una festa tutelare simile a quella del monastero di Hemis.

Situato ai piedi della collina che domina Leh, a un paio di chilometri dalla città, contiene un gran numero di statue di Tsongkhapa (XIV sec.), fondatore della setta dei “Berretti gialli”, e affreschi che illustrano le regole della vita monastica.

Un tempo fu residenza estiva dei sovrani del Ladakh. Le rovine dell’antica capitale dominano dall’alto una piana disseminata di “chorten” multidimensionali che connotano il paesaggio. Ai piedi della collina sorge un tempio presidiato da un’enorme statua del Buddha seduto.

Il suo significato letterale è Tempio Solitario ed è antico di 200 anni. È costruito in una zona si crede sia stata benedetta dal Lama Druptab Karpo che fu un Maestro del Tantra e si crede avesse il potere di volare. Il monastero è anche un importante sito per il Buddismo Tibetano.

Forse il più importante monastero del Sikkim. Posto all’interno della bella valle del fiume Tista, su una collina (2.085 m.) da cui si gode una splendida vista del Kanchenjunga e delle circostanti montagne, fu costruito nel 1705. Nel monastero è conservata una preziosa scultura finemente intarsiata e dipinta in legno laccato, che raffigura il palazzo celeste in cui dimora Padmasambhava.

Poco distante da Gangtok. A Rumtek, tra giugno e luglio, si celebrano le spettacolari danze rituali in onore del grande maestro Padmasambhava, una delle più importanti figure spirituali del tantrismo tibetano. La parte più affascinante del complesso è l’edificio centrale, una costruzione a tre piani di legno e muratura ben affrescata.

 

Questo monastero è stato fondato dal primo Dalai Lama, Gendun Drup, nel 1447 e per questo motivo è uno dei luoghi più importanti per la nazione tibetana. Qui inoltre risiede la seconda carica politica e religiosa del Tibet, il Panchen Lama. Attualmente vi risiedono circa 4000 monaci.
Centro amministrativo della provincia di Tingri, Xegar, o Shelkar, è stato a lungo un luogo fondamentale per il controllo delle vallate sottostante. Qui infatti sorgevano lo dzong e il monastero di Shelkar, fondati nel XIII secolo, passati nel XVII secolo alla setta dei Berretti Gialli, una delle scuole di buddismo tibetano più importanti. 
Uno dei più importanti per la scuola buddista di Sakya, l'omonimo monastero si distingue per la raffinata architettura mongola. All'interno dell'enorme edificio sono custodite tra le più importanti opere d'arte tibetane, nonché una delle biblioteche più fornite della nazione.
Ubicato alla base del Monte Everest, si trova ad una quota di circa 5000 metri sul livello del mare, rendendolo uno dei più alti del mondo. Da secoli è uno dei luoghi più sacri per i pellegrinaggi degli Sherpa che spesso passano da queste valli con gli yak. Nonostante ora ospiti poche decine di monaci, si dice che una volta vi vivessero in almeno 500.