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Capitale del Tamil Nadu è una città moderna e gradevole, con sobrie aree residenziali e un’articolata e piacevolissima passeggiata sul lungomare. Sino al 1996 la città era conosciuta col nome di Madras, che nella megalopoli odierna è il nome dello storico quartiere centrale di Chennai. La città, importante centro commerciale ed industriale, vanta un ricco patrimonio culturale ed artistico.
Quarta città indiana dopo Calcutta, Bombay e Delhi, è un importante centro culturale, sede di musei e accademie, dove s’insegnano l’arte teatrale, la musica e la danza; è pure centro d’avanguardia della feconda cinematografia indiana. Qui la Compagnia delle Indie Orientali vi stabilì una delle prime basi per l’imbarco di zucchero e cotone; gli inglesi edificarono l’imponente complesso di Fort St. George, la cittadina ai suoi piedi divenne così Georgetown. Questa oggi è la zona dei bazar (famoso è il mercato dei fiori) e delle agenzie di navigazione.

Nata su verdi isole circondate dalla laguna, è uno tra i più grandi e attivi porti commerciali dell’India. Da non perdere gli antichi palazzi portoghesi, le ville coloniali, la Sinagoga e la più antica chiesa dell’India. Fort Cochin si erge su di una stretta penisola, e rappresenta la parte vecchia della città: Vasco de Gama vi stabilì la prima stazione commerciale portoghese in India e qui venne sepolto nella chiesa di San Francesco. Nel quartiere di Mattancherry, immerso tra botteghe di artigiani e antiquari, sorge la Sinagoga sormontata da una torre settecentesca. Il palazzo reale conserva splendidi affreschi nel caratteristico stile del Kerala.

Capitale del Kerala, è una moderna città che conserva tratti e atmosfera della tradizione indiana. Da visitare i ricchi palazzi dei maharaja, ora trasformati in musei.

Quello che oggi è un semplice villaggio sul mare, un tempo fu porto e capitale dei Pallava, che tra il 600 e il 750 d.C. qui eressero i primi templi della regione. Oltre al famosissimo tempio di Jalasayanadetto (“della riva”) che da 12 secoli resiste alle ingiurie del tempo e del mare, qui si trovano diversi templi scavati con pazienza e maestria nel granito dell’altopiano del Coromandel: il più interessante fra i bassorilievi rupestri rappresenta la discesa del Gange sulla terra. Questa grandiosa raffigurazione copre una superficie di 240 metri quadrati.

Una delle sette città sacre dell’India antica, Kanchi fu capitale sotto la dinastia dei Pallava e dei Chola. Gli alti gopuram (torrette decorative) dei suoi templi sono visibili a grande distanza e il tempio dedicato a Shiva rappresenta un antico esempio di architettura e scultura dravidica. Kanchi deve inoltre la sua fama ai preziosi sari di seta intessuti di fili d’oro.

Conosciuta come “Città della Roccia Sacra” per via dell’enorme panettone di granito che spunta nel bel mezzo della città, su questa roccaforte naturale sorgono i resti di Fort Rock, teatro di numerose battaglie. Una lunga scalinata conduce ai templi di epoca Pallava scavati nella pietra: la Sala delle Mille Colonne, il santuario di Shiva e sulla sommità il tempio dedicato a Ganesh con l’affaccio mozzafiato sulla città, sul fiume Cavery, sulle torri dei templi e, sullo sfondo risaie e immensi palmeti. Al di là del fiume il bel santuario di Srirangam e le sette cinte murarie.

Capitale dell’impero Chola che tra l’850 e il 1250 d.C. dominava l’intera India Meridionale, Sri Lanka e Sumatra, competeva con gli arabi per il controllo delle rotte mercantili dell’Oceano Indiano. Tanjore conserva un significativo esempio di arte Chola: il tempio a piramide di Brihadishvara, con la sua imponenza di tredici piani e sormontato da una cupola monolitica del peso di oltre 80 tonnellate.

Considerata una delle più antiche città dell’India, culla della letteratura classica tamil, ebbe il suo massimo sviluppo sotto il regno dei re Pandya, attivi nei commerci con l’lmpero Romano. Massima espressione architettonica della città è il tempio di Minakshi dedicato alla “Dea dagli occhi di pesce” e al suo sposo Shiva: per le enormi dimensioni questo santuario può definirsi una città tempio, variegato universo di simboli, statue e immagini divine frequentato da pellegrini, mendicanti, asceti, venditori d’immagini sacre. Nei dintorni sorge l’imponente palazzo di Tirumalay Nayak.

 

La città dell’armonia, attraversata da viali alberati, parchi e giardini. Capitale del Karnataka, è posta a 1.000 m e ha un clima mite continentale. Il Cubbon Park, 120 ettari di alberi fioriti, è il parco più famoso insieme ai giardini a terrazza di Lal Bagh. Uno dei templi più antichi di questa moderna città è dedicato a Nandi, il toro che rappresenta la legge e il diritto sanciti dagli dei.

 

Capitale dell’Andhra Pradesh, per secoli ha rappresentato un importante centro della cultura islamica in India. Fra i suoi grandi e affollati bazar si ergono ciclopici monumenti del XVI e XVII sec., come la Mecca Masjid: moschea tra le più grandi al mondo, è capace di contenere 10.000 fedeli. Nel cuore della città vecchia, cinta da antiche mura, sorge un arco trionfale del 1591 e il Salar Jang Museum, uno dei più ricchi dell’India che conserva collezioni di miniature e manoscritti, armi e armature Mughal.

Città dei maharaja. Qui l’aria è perennemente intrisa dai profumi dei pregiati legni usati per produrre bastoncini d’incenso. Una miriade di piccole imprese a conduzione familiare si occupa di quest’attività e i bastoncini profumati sono esportati in tutto il mondo.

Questa provincia fu governata dalla dinastia Hoysala dall’XI al XIV sec. i cui re tracciavano sia la fede induista sia jainista. Segni importanti di questa storia si trovano a Belur, antica capitale del regno, dove si visita il Tempio di Channekeshava e a Halebidu dove si trova il prezioso Tempio di Hoysaleswara. Entrambi sono esempi significativi dell’architettura hoysala riconoscibile dalla contemporanea presenza di divinità appartenenti alle due religioni.

 

Riserva ornitologica e parco naturale che circonda l’omonimo distretto. Sulle sue rive, al tramonto e all’alba si abbeverano elefanti, bisonti selvaggi e le simpatiche lontre. Qui dimorano anche tigri e leopardi, avvistabili con un po’ di fortuna. Al centro del lago sorge il palazzo d’estate dei maharaja di Travancore, ora trasformato in hotel.

I canali interni del Kerala. Importante centro dell’industria della fibra di cocco, è collegata da una fitta rete di canali a Kottayam e Quilon. La navigazione offre impareggiabili scorci dominati da verdi sterminati palmeti, canali circondati da una vegetazione lussureggiante che si allargano generando laghi e lagune, minuscole lingue di terra dove sorgono villaggi di pescatori. Tipiche le canoe a vela ricavate dai tronchi e le caratteristiche reti da pesca cinesi stese al sole.

 

La città si tinge dei vivaci colori delle “barche serpente” impegnate nelle regate lungo i canali. Si festeggia in memoria dell'età dell'oro del re Maveli il cui spirito, secondo la leggenda, ancor oggi visita il Kerala nel periodo della festività. Per gli indiani del Kerala questo è periodo di raccolto, tempo di festeggiamento gioia per la vita.

 

Ogni anno a Mysore si tiene la splendida festa di Dashera. Il maharaja guida una delle processioni più festose di tutta l’India tra dense nuvole d’incenso, cavalli ed elefanti riccamente addobbati: marciano al ritmo delle bande musicali accompagnando le statue delle divinità ricoperte di fiori.