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Bagnata dal Mekong, l’antica città di Vieng Chan fu fondata nel XIII sec. e venne sancita capitale per la posizione strategica durante la colonizzazione francese e ancora oggi, nelle sue classiche costruzioni e negli ampi viali alberati,  ricorda il passato coloniale. Da vedere: il Monumento Anousavari, costruito su imitazione dell’Arco di Trionfo parigino; il That Luang,  monumento più importante del Paese nella cui stupa  si conserva una reliquia del Buddha; il Wat Phra Kheo, dimora del “Buddha di Smeraldo”, conteso tra siamesi e laotiani a più riprese (ora a Bangkok). Altri templi: Wat Sisaket, uno dei più belli del Paese, sulle cui mura di cinta  e sul loggiato sono presenti centinaia di immagini e sculture del Buddha; il  Wat Sok Pa Luang dove si possono praticare massaggi tradizionali o saune a base di erbe aromatiche.  Fra i numerosi mercati della città il Talat Sao.

A 220 km da Ventiane e a 300 m di altitudine, la  “città della statua d’oro”, fondata nel 1353, sorge in un bacino naturale a valle della confluenza del Mekong con il Nam Song. Conosciuta come la “città dalle cento pagode”, residenza della corte reale. Le principali attrazioni sono i templi e il palazzo: costruito nel 1560, il Wat Xieng Thong è uno dei più antichi monumenti del Laos. Al centro della città si innalza la collina di Phu Sy, una montagna sacra: la lunga scalinata porta alla sommità ove sorge il tempio Wat Chom Sy. Da questo punto si ha uno splendido panorama sulla città e sulla zona circostante. Tanti sono i templi che si possono visitare, come il Wat Vixoun (XVI sec.) considerato tra i massimi capolavori dell’architettura Lao, il Wat May chiamato il tempio monastero, dove durante la festa del Pimai viene esposta l’immagine sacra Phra Bang. Fra i mercati della città il Talat That Luang è uno dei più pittoreschi del Paese, si tiene tutte le mattine a poca distanza dalla riva del Mekong.

Il Parco del Buddha, giardino tropicale popolato da un gran numero di immagini del Buddha; il Lago Nam Ngum, bacino artificiale calato in uno splendido scenario naturale, dove si possono affittare imbarcazioni per una rilassante gita; le Grotte di Vang Xang, i resti di un santuario Khmer dell’XI sec. il cui nome, “corte degli elefanti”, deriva dal ritrovamento in zona di un cimitero di elefanti.
Le province più accessibili e maggiormente battute dal turismo sono quelle centrali di Vientiane, Xieng Khouang, Luang Prabang e quella occidentale di Bokeo ai confini con la Thailandia.

Si possono visitare alcuni interessanti villaggi tra cui Ban Pha Nom, villaggio abitato dall’etnia Lu famoso per la produzione di tessuti di seta. Non lontane le Cascate Khuang Sye e le Grotte Pak Ou, dove il Nam Ou, secondo fiume del Paese confluisce nel Mekong. Queste grotte naturali scavate su una parete a strapiombo, sono state trasformate in luogo sacro.

Territorio compreso tra le province di Vientiane e Luang Prabang copre un’area prevalentemente montuosa interrotta solo dall’altipiano delle Giare che si estende alle pendici del monte Phu Bia (2819 m), il più alto del Paese. In passato quest’area rivestì una particolare importanza per la presenza della via carovaniera che conduceva verso oriente alla città vietnamita di Vinh. Il nuovo capoluogo di provincia è la città di Phonsavan, celebre per la vicinanza all’altopiano delle Giare con il suo mistero archeologico. Una piana disseminata di giare in pietra di varie dimensioni, molte delle quali con un un peso di 6 tonnellate, di cui non si conosce ancora l’età e la funzione. Alcune affascinanti rovine si trovano a Muang Khoune, a circa 30 km dal capoluogo. Meritano una visita le minoranze etniche che abitano i villaggi Ban T’ai Phuan e Ban H’mong, nei quali si svolgono dei pittoreschi mercati domenicali.

 

Le regioni settentrionali sono le più montuose e impervie benché non raggiungano altitudini notevoli. L’intera area è caratterizzata da rilievi generalmente arrotondati e coperti da fitta vegetazione tropicale, un ambiente particolarmente selvaggio.

Questa provincia montuosa deve la propria importanza alla sua posizione di frontiera con Thailandia e Birmania. Parte del comprensorio del “Triangolo d’Oro”, lungo il confine occidentale è segnata dal corso del Mekong, importante via di comunicazione fra questi Paesi e la capitale. Celebre per le sue miniere di pietre preziose, conta più di 30 minoranze etniche, sparse in villaggi di montagna e lungo il corso del Mekong. Ban Houai Xay è il suo capoluogo,  importante centro di commerci con Thailandia e Cina. La città è dominata dall’antico tempio Wat Chom Khao Manirat, posto sulla sommità di una collina.

 

 

Simbolo del Laos, il fiume Mekong attraversa il paese in tutta la sua lunghezza. È all’estremo meridione del Paese, al confine con i territori thailandese e cambogiano nella provincia del Champassak,  che il corso d’acqua diviene più interessante: la zona, denominata “le 4000 isole”, è caratterizzata dalla straordinaria larghezza del Mekong che qui raggiunge gli 11 km e lungo il suo corso crea numerose isole e cascate. La città capoluogo è Paksè, con un’architettura che ricorda il passato coloniale francese. La città di Champassak che è stata per secoli la capitale dell’omonimo reame, oggi è un borgo spopolato con gli antichi edifici in rovina. Nei dintorni si possono visitare il Wat Phu, un complesso sacro, chiaro esempio di architettura Khmer, le spettacolari cascate di Khone, di Tat Dane e di Se Set, o visitare i numerosi villaggi agricoli. Primi fra questi Ban Saphay, famoso per i tessuti adoperati nella confezione dei “sin”, le tradizionali gonne laotiane, e Lao Theung, villaggio di tessitori con una popolazione tra le più antiche del Paese.

Nel mese di aprile si festeggia il Nuovo anno Lao detto Pi Mai; è una festa di durata variabile, la cerimonia più bella è quella di Louangphrabang caratterizzata da processioni coloratissime in abiti tradizionali accompagnate da canti e danze della tradizione popolare.

Questo giorno segna la fine della Quaresima buddista: la sera i templi si illuminano di candele e lanterne e la cerimonia del Lai Hua Fai vede protagoniste piccole "imbarcazioni" di legno di banano, decorate con fiori e candele accese, che navigando lungo il fiume libereranno le genti dalla malasorte.

 

Si svolge presso uno dei monasteri più importanti di Vientiane: centinaia di monaci provenienti da tutto il paese si riuniscono per ricevere l'elemosina e le offerte votive floreali. Processioni, giochi, concerti ed altri eventi arricchiscono il programma.